Capitolo 35

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Non serve cercare il mio nome nell'elenco, so di essere stata bocciata, ma oggi non è il mio problema più grande. La scuola è finita da qualche giorno e non sono più riuscita a parlare con Daniel: mi ha chiesto scusa ed è scomparso tra la folla.

Adesso sono qui, di fronte all'imponente cancello argentato che delimita il giardino di casa sua. Essendo in periferia, il giardino ricco è di alberi di varo genere, e un sentiero sterrato collega il cancello alla porta di casa, rialzata da tre scalini di pietra chiara. Non riesco a suonare il campanello. Perché sono venuta fin qua per non riuscire neanche a pigiare un bottoncino? Perché sono venuta fino a qua in generale: questa è la vera domanda. Non saprei nemmeno cosa voglio dirgli o cosa voglio sentirmi dire. Osservo ancora la grande casa che ho davanti. È a due piani con i muri esterni interamente decorati con pietre rettangolari ruvide. È una casa da sogno, una con la C maiuscola e non riesco a non pensare a tutte le sere in cui Daniel si è fermato a dormire a casa mia. Mi chiedo se e quanto ci abbia giudicati. Il nostro appartamento al quarto piano non è nulla in confronto a questa villa in mezzo al verde.

Poggio l'indice tremante sul citofono, quando vedo un viso familiare uscire dalla porta d'ingresso. Michael tiene gli occhi bassi mentre si chiude accuratamente la porta dietro le spalle. I suoi passi smuovono le pietrine da terra producendo un rumore rilassante. Non mi nota fino a quando non esce dal cancello. Mi guarda incuriosito esaminando la mia espressione.

<<Ciao>> accenno un sorriso.

<<Ciao>> risponde abbassando lo sguardo. L'ultima volta che abbiamo parlato è stato lo stesso giorno in cui ho origliato la sua conversazione con Daniel. Non mi sono mai interessata a lui e cosa gli fosse successo dopo quel giorno. Daniel era preoccupato di farglielo sapere, ma ho sempre evitato l'argomento dicendo che avrebbe capito in qualche modo.

<<Come stai?>> chiedo senza pensare. Mi sorprendo di aver detto queste parole, ma soprattutto mi sorprendo di attendere una risposta.

<<Bene>> mente mangiucchiandosi un'unghia. Lo guardo con superiorità aspettando una risposta sincera <<Oggi Daniel mi ha chiesto di parlare>> s'interrompe schiarendosi la voce <<Doveva sfogarsi per quello che è successo l'ultimo giorno fuori da scuola>> azzarda ad alzare gli occhi per guardarmi in faccia, ma resiste solo pochi secondi prima di tornare a contemplarsi le punte delle scarpe.

<<In che senso?>> chiedo dimenticandomi di sapere come sta veramente il ragazzo che ho di fronte.

<<Mi ha detto che non vi siete visti per qualche mese e che è stato strano. Pensava di aver sbagliato a compostarsi in quel modo davanti al tuo ragazzo>>.

<<Il mio ragazzo?>> chiedo enfatizzando con la voce e con gli occhi l'ultima parola.

<<Non ha detto proprio così, ha parlato di un ragazzo, ma vi ho visti insieme spesso e ho pensato...>>.

<<Che fosse il mio ragazzo>> concludo la sua frase <<Stavamo insieme mesi fa, ma ho capito che non ha la testa a posto>> Michael non ribatte e dopo qualche secondo di silenzio continuo <<Sapevo che mi venivi dietro>> esordisco facendolo arrossire. Balbetta qualcosa: tanto piano che lo capisco solo dal movimento delle sue labbra <<Ma non mi sei mai interessato e non mi sono preoccupata di come ti sentissi... ecco, volevo dirti che mi... dispiace>> dico tutto d'un fiato. Michael riesce ad incrociare il suo sguardo con il mio e mi fissa allibito.

<<Io non... Cioè>> inizia confuso <<Ad essere sincero mi sono arrabbiato più con Daniel>> continua saltando da Collin a Daniel. <<Mi ha dato fastidio soprattutto il fatto che mi avesse detto che non gli interessavi. Avrei preferito un po' più di sincerità, ecco. Ma abbiamo risolto. Io sto bene adesso>> riassume velocemente con un largo sorriso. Mi sento stranamente sollevata e ricambio il gesto.

<<Sono contenta>> ammetto abbassando lo sguardo <<Mi sarebbe dispiaciuto perdere l'unico amico che avevo>> mi avvicino. Allarga le braccia in modo amichevole e mi stringe a sé. È più basso di me, quindi non riesco ad accoccolarmi come sul petto di Daniel, ma quest'abbraccio mi fa stare un po' meglio. Sento che le idee confuse nella mia testa si stiano mettendo in ordine. Mi sembra di aver risolto una parte dei miei problemi in questo momento.

Dopo aver scherzato ancora qualche minuto, si allontana lasciandomi da sola con la mia indecisione. Suono o non suono? Cosa gli devo dire? Pensava di aver sbagliato con Collin? A me è sembrato che finalmente tirasse fuori un po' di sicurezza anche con altre persone, ma forse per lui non vale la pena difendermi. Proprio come quando sono andata a casa di Collin: non ha provato a dissuadermi o a fermare il mio ex. Mi ha lasciata andare via, e forse si è pentito di non averlo fatto anche oggi. Tuttavia non avrebbe avuto bisogno di parlarne con qualcuno se fosse stato così, forse è turbato per quello che gli ha detto. Ha nominato mia madre e immagino quindi che entrambi la conoscessero, dopotutto Collin si droga come lei. Non voglio credere che i due fossero già incontrati da prima di quest'anno perché sarebbe una coincidenza fastidiosa. Pensavo di essermi buttata alle spalle tutta la faccenda e il dolore causato da mia madre, ma ecco due motivi che mi inducono a chiedermi se sia ancora viva. L'idea che sia viva e che circoli ancora mi spaventa e mi fa arrabbiare in egual misura. Mi vengono in mente scenari in cui mia madre spia Tommy e in cui tenta di infiltrarsi nella sua vita per portarmelo via. Anche se non le è mai interessato di lui, io non posso sapere se ha intenzione di ferire ancora me. In fondo quando se n'è andata sapeva di lasciare una figlia che aveva cresciuto con amore.

Accantono l'idea di perdere mio fratello e di fare un giorno i conti con mia madre e mi decido. Non ho assolutamente niente da dire a Daniel, non so nemmeno perché sono venuta qui lasciando mio fratello a casa di un amico. La mia estate doveva trascorrere tranquillamente, passando tutto il tempo con lui, ma sta già iniziando male. Ho risolto le cose con Michael, adesso posso dire di avere per la prima volta un amico: non ho più bisogno di nulla. Anche se Daniel mi è mancato questi mesi non ho cambiato idea sul fatto che non possiamo stare insieme. Prima o poi uno dei due ferirà l'altro e non ho più energie per sopportare ancora una volta un cuore spezzato.

Poso lo sguardo su una finestra al secondo piano e cerco di capire come io abbia potuto ritrovarmi in questa situazione dopo anni di anaffettività totale. Mi volto dando le spalle al cancello e allontanandomi di qualche passo prima di fermarmi. Trattengo il respiro. Ripercorro il breve tratto con due falcate e suono lasciando che la paura s'impossessi della mia mente.

Ti odio, ma ti amoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora