<<Ciao, disturbo?>> chiedo sperando di aver fatto bene a chiamare.
<<No, figurati, di cosa hai bisogno?>>
<<Mi chiedevo se avessi voglia di parlare un giorno di questi. Sono stati due giorni difficili e mi piacerebbe parlare con qualcuno. Ovviamente se ne hai voglia, non vorrei mai darti noia>>
<<Non pensarci nemmeno, mi farebbe davvero piacere se ci incontrassimo. Che ne dici se oggi pomeriggio venite tu e Tommy da me?>>
<<Volentieri, grazie mille>> chiudo la telefonata con Theresa.
Due giorni fa ho ricevuto la lettera da mia madre e per tutto questo tempo ho avuto il bisogno di chiacchierare con qualcuno, ma non sapevo chi chiamare. Alla fine mi è venuto in mente il primo giorno che Tommy ha passato il pomeriggio a casa sua con suo figlio Simone. Mi ha detto che se avessi mai avuto bisogno avrei potuto contare su di lei. Mi spaventava l'idea di chiamarla. Non sapevo se mi avesse offerto aiuto solo per educazione o perché le interessava sostenermi, ma alla fine ho ceduto e mi sono buttata. Nonostante adesso io non sappia se raccontarle la verità su mia madre per avere dei consigli o se evitare, sono contenta di averla contattata perché in ogni caso ora so che ho una persona su cui potermi affidare.
Comunico a mio fratello il programma della giornata a casa di Simone: è entusiasta. Non vede il suo compagno di classe dalla fine della scuola e il fatto che gli manchi mi rattrista. Pensavo di poter colmare tutti i vuoti della sua vita. Credevo che con me non si sarebbe mai sentito solo, che non avrebbe mai avuto bisogno di altre persone, ma mi rendo conto che non è così. Ha bisogno di amici come tutti e, per quanto sia normale, non riesco ad accettarlo. Mi domando cosa succederà quando passerà nella fase della vita in cui si odiano i genitori, la vita e tutto ciò che non siano amici o musica. Non mi sopporterà? Passeremo i pomeriggi a litigare e a urlare? Vorrei che Tommy potesse rimanere piccolo per sempre in modo da non avere la paura che un giorno si allontanerà da me. Ragiono come una mamma, me ne rendo conto, ma in effetti sono sempre stata questo per lui. Il pensiero mi fa riemergere il ricordo della lettera, quindi accantono l'idea che Tommy possa abbandonarmi e penso a quanto sarà piacevole parlare con Theresa.
La mattina passa in fretta senza altri brutti pensieri. Arriva il momento di uscire di casa. Sono emozionata e quasi non capisco il perché: in fondo vado a trascorrere il pomeriggio con la mamma di un amico di mio fratello per parlare. È strano, cioè, è normale per le persone, ma sicuramente strano e nuovo per me.
Theresa e Simone abitano in un piccolo appartamento non troppo lontano da casa nostra. Mi viene presentato Mark, il papà del bambino, il quale ci prepara il caffè prima di tornare a lavorare. Saluta il figlio dandogli il cinque e la moglie con un bacio tenero sulla fronte. Mi ingelosisco per un secondo a guardarli perché mi rendo conto che è tutto quello che Tommy ed io non abbiamo mai avuto: due genitori che si amano e che si prendono cura dei loro figli insieme.
L'ambiente in casa è molto accogliente. Theresa ed io ci sediamo in salotto a bere il caffè e sentiamo gli schiamazzi dei due bambini che giocano in camera di Simone.
<<Ammetto che mi ha sorpresa la tua telefonata>> inizia lei con un ampio sorriso sul volto.
<<Anche a me, ma è successa una cosa che mi ha sconvolta e, non potendone parlare con Tommy, "sentivo il bisogno di un adulto">>
<<Mi dispiace, di cosa si tratta?>> chiede preoccupata. Penso qualche secondo a cosa rispondere.
<<Mia madre si è fatta vita dopo sei anni di totale assenza. Non mi sarei mai immaginata di risentirla: a dire la verità non mi sono nemmeno mai interessata a lei, anzi ad un certo punto ho iniziato a credere fosse morta o che si fosse trasferita molto lontano>>
<<O santo cielo! Mi dispiace davvero tanto>> s'interrompe guardandomi negli occhi <<Vorrei poter fare di più che dispiacermi, come ti posso aiutare?>>
<<Non ti preoccupare>> rispondo sincera <<Non c'è niente che nessuno possa fare, ma solo il fatto che tu mi stia ascoltando adesso mi aiuta molto>>
<<Ma figurati per me è un piacere! Cosa ti ha detto tua madre?>>
<<Vuole incontrarci. Non so perché e non so se sia il caso andare. Non voglio che veda Tommy>> dico lasciando trasparire la rabbia nella mia voce.
<<Lo posso capire. Se anche mia madre fosse andata via per così tanti anni anch'io sarei arrabbiata. Non hai proprio idea di cosa possa volere?>>
<<No, sono due giorni che ci penso, ma proprio non riesco a capire il suo comportamento>>
<<Immagino sia molto frustrante e difficile per te... Secondo me però dovresti incontrarla. Magari puoi lasciare tuo fratello qui da noi e andare da sola solo per avere spiegazioni>>
<<Credi sia la soluzione migliore? E se vuole rientrare nelle nostre vite?>>
<<Starà a te decidere. Dopo così tanto tempo non può pretendere di tornare come se niente fosse, quindi sarà solo una tua decisione. Però è il caso che tu vada, così da sapere tutto per poter decidere al meglio... Il tuo ragazzo cosa ne pensa?>> chiede tastando il terreno.
<<Non ho un ragazzo, sono sola con mio fratello>> dico perplessa.
<<Scusami, credevo che il ragazzo che era con te la prima volta che ci siamo viste fosse il tuo fidanzato>> si scusa ripetutamente per la gaffe. Si ricorda che durante il nostro primo incontro Daniel era seduto sulla panchina accanto a me. A quei tempi non era mai successo nulla tra noi e i nostri discorsi erano più delle liti che altro. Accantono il pensiero.
<<No, Daniel non è il mio ragazzo. Quel giorno ci siamo incontrati al parco e abbiamo parlato. Siamo solo amici... Veramente non lo so più>> scuoto la testa e chiudo gli occhi <<In realtà tra di noi c'è stato qualcosa, ma è finito subito perché non sarebbe durata>>
<<Cosa vuoi dire?>>
<<Non potevo restare ad aspettare di subire un'altra delusione da parte di una persona che amo, quindi è finita>>
<<Questo non lo sai, sarebbe potuta andare bene invece>> mi rimprovera dolcemente. Mi rendo conto che ha ragione, ma io ho troppa paura di restare da sola. Rimango convinta della mia decisione.
Parlare con Theresa mi aiuta sempre di più. Nonostante avessi deciso si non raccontarle tutta la verità, le ho detto molto di più di quanto mi sarei immaginata. Mia madre, Daniel, la paura di affezionarmi: abbiamo parlato l'intero pomeriggio e per tutto il tempo lei ha cercato di darmi consigli e farmi ragionare. Non riesco a capire se la vedo più come un'amica o una sorta di madre, ma mi fa piacere averla accanto.
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Ti odio, ma ti amo
Romance03/12/17 #526 - 22/09/17 #880 - 20/09/17 #986 ❤️ Passo velocemente in rassegna tutte le mie conoscenze per capire chi possa scrivermi una lettera invece che mandarmi un semplice messaggio, ma mi viene in mente solo mia zia che dato la sua recent...