Capitolo 27

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Mi sveglio per il caldo. È Natale, ma sento caldo. Impiego ancora qualche secondo per ricordarmi che non sono sola in questo letto. Daniel mi sta abbracciando da dietro e mi sta facendo un caldo assurdo. Vorrei davvero allontanarlo a calci, vorrei che si staccasse da me, vorrei che mi facesse spazio. Ma non mi sposto neanche. Pensandoci non è così spiacevole averlo accanto a me, sentire le sue braccia forti intorno a me, il suo respiro regolare sul collo. Non lo allontano perché lo amo. Lo amo ed è l'unica cosa che mi ronza in testa adesso. Lo amo così tanto che non penso più al caldo, riesco solo a pensare ai nostri corpi avvinghiati della sera precedente. È stata la mia prima volta, la nostra prima volta e non è stata affatto come mi aspettavo o come la raccontano. Non è stato niente di violento, rumoroso o strano, ma è stato decisamente meglio di così. Tra di noi c'era intesa, passione, amore.

<<'Giorno>> dice lui con la voce impastata dal sonno. Sussulto e mi riprendo dai ricordi.

<<Buongiorno>> gli rispondo. Sorrido anche se so che non può vedermi.

<<Come stai?>>

<<Bene>> provo a trattenere l'euforia, ma la voce mi tradisce. Così mi giro verso di lui. Gli stampo un bacio e torno a guardarlo con il sorriso. Ha un sorriso assonnato anche lui.

<<Cos'hai?>> mi chiede divertito.

<<Sono felice>> gli do un altro bacio.

<<Anche io>> sorride a mi stringe a sé <<Ti amo>> continua. Mi allontano da lui con un sorriso da ebete.

<<Il risveglio più bello della mia vita>> scoppiamo in una risata <<Ti amo>> dico infine prima di accorgermi che siamo ancora nudi. Arrossisco e mi scosto da lui. Daniel lo nota e si riavvicina a me.

<<Non ti devi allontanare. Sei bellissima Kat. E poi...>> fa un sorriso malizioso <<Beh io sono davvero sexy senza niente addosso, il tuo è un onore>> scherza. Mi fingo sbalordita e gli tiro un piccolo ceffone. Restiamo a scherzare per un'altra ora, poi decido che è l'ora di alzarsi ricordandomi che per Tommy questa è la mattina dei regali. Non ha mai creduto in Babbo Natale, nella Befana, nel Coniglietto Pasquale o nel topolino dei denti, però ha sempre pensato che in questi giorno di festa ci fosse qualcosa di magico: adesso è il momento della Magia del Natale, quella che ci rende tutti più buoni e che permette alle persone la possibilità di farsi regali. Vivendo da soli e con pochi soldi ho trovato il modo di spiegare il perché la mattina di Natale trovasse sempre qualcosa sotto l'albero.

Lascio Daniel a vestirsi in camera e vado in bagno per fare una doccia. Continua a passarmi per la mente il ricordo dei baci sul collo, dei nostri respiri sincronizzati. Rivivo il momento in cui Daniel mi ha sfilato la maglia da sopra la testa rimanendomi a guardare sorridendo.

<<Cosa c'è>>

<<Nulla>>

<<Mi stai fissando>> ho cercato di coprirmi con le braccia.

<<Sei bellissima>> Daniel mi ha baciata lentamente per scacciare il mio imbarazzo.

Dolcemente si è sdraiato sul letto e io mi sono ritrovata sdraiata a cavalcioni su di lui. I nostri corpi combaciavano alla perfezione. Continuando a baciarci mi sono ritrovata sotto di lui. Gli stringevo i fianchi con le gambe, legando fra loro le caviglie. Daniel si teneva con i gomiti ai lati della mia testa. Ho iniziato a percorrere con le dita i muscoli della sua schiena fino ad arrivare ai fianchi, alla V, per poi sentire i pantaloni. Abbandonandomi ai suoi baci ho preso coraggio e ho iniziato a slacciargli la cintura e il bottone dei pantaloni. Sentendomi le mani inesperte che tremavano, mi ha aiutata. Perdendomi tra i suoi baci, il suo profumo di vento e di sapone e i suoi respiri non mi sono accorta che era rimasto in boxer e che stava armeggiando con i miei leggins. Me li ha sfilati con semplicità dopo avermi guardata come per chiedermi il permesso: in segno di risposta ho accennato un sorriso, arrossendo subito dopo. Ci siamo di nuovo girati e Daniel si è seduto. Il bacio si era fatto così appassionato che dentro di me stava iniziando una lotta per restare a godermi il bacio o allontanarmi per poterlo guardare e permettergli di riprendere con i baci sul collo. Ha vinto la seconda idea, così mentre lui era concentrato a farmi venire piccole scosse di piacere ad ogni suo tocco, mi sono abbandonata sul suo collo lasciando che le mie mani esplorassero ancora la bellezza dei suoi addominali scolpiti. Ho sentito le sue mani indugiare sui gancetti del reggiseno, così per fargli capire che lo volevo ho iniziato ad alternare baci e piccoli morsi sul collo e sul lobo.

Abbiamo continuato ad esplorare i corpi dell'altro, le nostre mani erano come dei bambini piccoli: curiose di scoprire ogni dettaglio nel corpo dell'altro. Pensavo di non poter stare meglio che in quel momento di magia e di passione, fino a quando non l'ho sentito dentro di me. Un solo momento di dolore mi ha fatto scivolare una lacrima sul viso. Daniel, spaventato di avermi fatta male, si è allontanato un po', aveva ancora il respiro in affanno, le labbra gonfie per i nostri baci e i capelli arruffati dalle mie mani. Così ho preso coraggio stringendo ancora di più le gambe intorno a lui, ancora un secondo di dolore, più breve, che si è trasformato velocemente in una sensazione strana ma allo stesso piacevole, molto. Daniel si muoveva dolcemente, ancora spaventato e inesperto fino a quando non l'ho sentito irrigidirsi su di me nello stesso momento in cui io raggiungevo il momento di maggiore piacere. Ho stretto le caviglie ancora di più e ho inarcato la schiena per far combaciare i nostri corpi mentre lui si abbandonava nell'incavo tra il collo e la spalla.

Il rumore di qualcuno che bussa alla porta mi riporta alla realtà. È Daniel che mi dice di sbrigarmi perché la colazione è pronta. Finisco velocemente di sciacquarmi, mi vesto senza asciugarmi i capelli ed esco. Indosso dei pantaloncini corti che non si vedono a causa della maglietta a maniche corte più larga di parecchie taglie che mi arriva fino alle ginocchia. Passo dalla stanza di Tommy, gli do un bacio e gli dico di alzarsi. Entro in cucina e lo vedo intento a raddrizzare un cucchiaino sulla tavola. Ha preparato la tavola e ha apparecchiato per bene. Senza pensarci troppo mi avvicino a lui abbracciandogli la schiena e baciandolo tra le scapole. Si gira col sorriso sulle labbra e mi da un bacio, dolce, delicato. Allontanandomi da lui noto un segno violaceo sul suo collo. Rido mettendomi una mano sulla bocca.

<<Sei di buon umore per caso? Devo appendere dei cartelloni per l'evento?>> scherza incrociando le dita dietro la mia schiena.

<<No... cioè si, ma rido perché mi sa che hai bisogno di un po' di correttore>> continuo a ridere mentre lo porto in bagno davanti allo specchio. Solo adesso noto che anche lui mi ha lasciato un bel segno, molto più grande di quello che gli ho involontariamente fatto io. <<Cosa hai fatto?>> lo rimprovero sconvolta.

<<Ti ho marchiata, così tutti possono sapere che sei solo mia>> dice soddisfatto. Mi piace questa sua versione serena e scherzosa.

<<Quando sono entrata in cucina lo hai visto?>> gli chiedo indicandomi il collo.

<<Sì>> risponde guardando orgoglioso il suo lavoro.

<<E avevi intenzione di dirmelo prima o dopo che lo vedesse Tommy?>>

<<Oh merda!>> impreca rabbuiandosi <<S-scusa, è che non ci stavo più pensando a tuo fratello>> abbassa lo sguardo colpevole. <<Cioè, lo so che è parte della tua vita, lo so, scusa è che me ne sono dimenticato>> continua mortificato.

<<Ehi>> gli prendo il viso fra le mani e lo guardo negli occhi abbozzando un sorriso rassicurante <<Anche io mi sono dimenticata di mio fratello ieri sera, ok? Non è colpa tua, anzi per una sera sei riuscito a togliermi il pensiero>> allargo il sorriso <<Cioè, non che sia un peso...>> mi correggo.

<<Ho capito>> dice prontamente lui <<È che hai bisogno di una pausa ogni tanto, hai diciassette anni: anche tu hai bisogno di prenderti momenti per te>> sorride anche lui. Amo quando mi capisce al volo, come se mi leggesse nel pensiero.

Gli dico che non c'è problema con Tommy e che se dovesse fare delle domande posso dirgli che stiamo insieme. A questa frase il suo viso si illumina e mi bacia.

Ti odio, ma ti amoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora