Pochi minuti. Un'ora. Non saprei dire quanto tempo dura il nostro bacio. Posso solo usare come riferimento il dolore al ginocchio che inizia a farsi sentire, così mi allontano da Daniel con una leggera spinta contro il suo petto. Abbiamo entrambi il fiatone e ci guardiamo negli occhi; i nostri sguardi sono così intensi che sembrano fare un discorso muto.
<<Andiamo>> Daniel interrompe il silenzio. Non mi muovo, aspetto che lui riaccenda le luci e che mi aiuti a camminare. Quando arriviamo alla macchina guardo l'ora sul telefono e noto che è ora che iniziamo ad avviarci verso la scuola di Tommy.
<<Dovremmo andare da mio fratello adesso>> dico impassibile entrando in macchina. Non voglio dare peso al nostro bacio; come mi sono già promessa molte volte, non voglio affezionarmi e tanto meno innamorarmi: ho perso le persone che ritenevo più importanti ella mia vita e non voglio essere abbandonata di nuovo.
Durante tutto il tragitto c'è tensione fra di noi e sento che Daniel mi guarda quando rallenta o si ferma ad un semaforo. Arriviamo , dopo un tempo che a me pare infinito, alla scuola di mio fratello e scendiamo dalla macchina. Non siamo i primi ad arrivare, ma c'è ancora abbastanza spazio vicino alla porta d'ingresso, così mi posiziono il più possibile vicino all'entrata per farmi vedere bene da Tommy. Daniel mi ha seguita e adesso è a fianco a me; i miei occhi sono puntati sulla porta, ma sento che la sua mano cerca la mia. Allontano la mia mano dalla sua quando me la prende. Continuo a fissare la porta, ma la mia mente è puntata sulle nostre mani ancora vicine.
<<Non vuoi che tuo fratello ci veda insieme?>> chiede Daniel a voce bassa <<Sì, lo capisco>> continua dopo aver riflettuto qualche secondo <<Magari prima gli dovremmo parlare>> dice infine.
<< Cosa?>> rispondo sorpresa.
<<Sì, forse è meglio che a parlargli sia soltanto tu>> dice prontamente.
<<Parlargli di cosa?>> continuo senza capire.
<<Beh... non penso che tu lo voglia tenere all'oscuro su di...ehm... noi>> dice arrossendo <<Noi, qualunque cosa siamo>>.
<<Non c'è nessun noi Daniel>> dico seria fulminandolo con lo sguardo <<Ci siamo baciati. Punto, non è successo niente di che. Tu dovevi smetterla di parlare come un robot e io stavo male. Punto e basta, non c'è nessun noi>>.
<<Ma io pensavo...>> balbetta.
<<Cosa?>> lo interrompo seccata <<Pensavi che dopo un semplice bacio, ci saremmo automaticamente messi insieme? Pensavi male, è stato soltanto un bacio>> Daniel non risponde, abbassa lo sguardo deluso e si allontana da me tornando alla macchina. Entra e aspetta guardando dritto davanti a sè.
Attendo che mio fratello esca da scuola appoggiata al muro perché senza il sostegno di Daniel mi ricomincia a fare male il ginocchio. Tommy esce e ,vedendo me invece che Daniel, fa un sorrisone e mi corre incontro. Mi abbraccia, ma non tiene conto che sono ancora ammaccata, però non dico nulla e mi godo la sua espressione: è felice come se avesse aperto un regalo di Natale.
<<Sei venuta tu!>> mi dice allontanandosi da me.
<<Vengo sempre io a prenderti>> rispondo con un sorriso.
<<Si, ma oggi il tuo amico mi ha detto che per un po' di tempo mi avrebbe preso lui da scuola>> dice con voce triste guardandosi le punte delle scarpe.
<<Tu non ascoltarlo, ok? Verrò lo stesso io a prenderti, ma sarà accompagnata da qualcuno perché non posso ancora guidare, va bene?>> lo rassicuro provando invano ad abbassarmi per mettere i miei occhi all'altezza dei suoi.
<<Non mi importa, a me basta che ci sei tu quando esco da scuola>> Tommy torna a sorridere, quindi gli prendo la mano e lo guido verso la macchina di Daniel.
<<Sei ti fa male appoggiati a me Kat>> mi dice Tommy.
<<Grazie, ma la gamba non mi fa poi così male>> rispondo provando a nascondere, senza buoni risultati, una smorfia di dolore.
<<Non dirà mai di avere male tua sorella, piuttosto soffre tutto il giorno, ma non chiederà mai aiuto>> interviene Daniel mettendomi una mano interno alla vita. Adesso sorride, mi fa piacere perché non voglio che Tommy veda che l'ho trattato male.
<<Stavo bene anche prima>> borbotto piano per non farmi sentire da nessuno dei due.
<<Non ci credo, ancora un passo e il ginocchio avrebbe ceduto>> mi sussurra con fare arrogante all'orecchio. Non rispondo ma gli scocco un'occhiata di puro odio ed entriamo in macchina.
Quando arriviamo a casa mando Tommy a cambiarsi prima di fare merenda ed invito calorosamente Daniel ad andarsene.
<<Non se ne parla signorina Young, dobbiamo continuare la lezione di oggi>> dice togliendosi la giacca e appoggiandola piagata al bracciolo del divano.
<<Credevo di...>> vengo interrotta.
<<Di essere stata chiara sull'argomento?>> finisce la mia frase esattamente come l'avrei finita io e prosegue <<Sì, sei stata chiara, ma hai un sacco di altre materie da studiare>> non ribatto perché mio fratello ci raggiunge con un sorriso stampato sul viso aspettando la merenda. Gli preparo tutti i giorni la merenda da quando è piccolo perché quando andavo alle elementari, tutte le mie compagne raccontavano delle meravigliose merende che gli preparavano le mamme. Non avendo una mamma che gli prepari la merenda mi piacerebbe sostituirla per non farlo sentire diverso come mi sono sentita io. Per tutto il tempo in cui preparo una spremuta e spalmo un panino con della Nutella, Daniel rimane a fissarmi seduto a tavola della cucina. Sembra quasi che i miei movimenti l'abbiano ipnotizzato. Porgo a Tommy le cose che ho preparato e verso del caffè in due tazze. Mi siedo davanti a Daniel, che mi sta ancora osservando, e chiedo a mio fratello di raccontarmi la sua giornata, provando a non pensare allo sguardo del mio tutor su di me.
Finita la sua merenda Tommy mette a lavare il bicchiere e il piattino, e va in camera mia per portarmi il mio libro di storia. Per spiegare oggi Daniel rimane davanti a me, ma parla come se tra di noi non fosse successo nulla, cosa che per me va bene. Ovvio, però mi pare strano che abbia cambiato idea così in fretta, insomma, prima pensava di dire a mio fratello di "noi", e poi dimentica tutto e torna il solito Mr. Perfezione che odio tanto? Non capisco, faccio davvero fatica a capirlo certe volte, eppure dovrebbe essere facile da comprendere un tipo così: un secchione che studia tanto per compiacere alla famiglia di geni, fissato con le regole tanto da annoiare anche chi le impone, non c'è niente di più. Eppure a volte fa delle cose che non ci si aspetterebbero mai da lui: mi mette al muro al bar da ubriaco, rimane seduto sul mio letto da ospedale tenendomi la mano, si spoglia al capannone e poi mi sta tanto vicino da sentire il suo calore attraverso i miei vestiti... Mi bacia mentre gli sto urlando contro... I miei pensieri vengono interrotti dalla sua voce che mi chiama mentre muove la mano davanti ai miei occhi come per farmi tornare tra noi. Mi accorgo infatti di aver appoggiato la testa alle mani e di essermi imbambolata guardandolo spiegare. Si morde leggermente il labbro inferiore.
<<Penso che per oggi possa bastare>> dice infine lui alzandosi <<Ci vendiamo domani quando vengo a prendere tuo fratello>> e senza aspettare una mia risposta esce e se ne va.
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Ti odio, ma ti amo
Romance03/12/17 #526 - 22/09/17 #880 - 20/09/17 #986 ❤️ Passo velocemente in rassegna tutte le mie conoscenze per capire chi possa scrivermi una lettera invece che mandarmi un semplice messaggio, ma mi viene in mente solo mia zia che dato la sua recent...