Capitolo 21

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Dopo una settimana a casa posso ritornare a scuola. Non credevo che lo avrei mai detto, ma sono quasi felice di tornare tra i banchi: non ce la faccio più a rimanere a casa con Daniel che va e viene per accompagnare mio fratello. Comunque dovrò ancora sopportare Daniel perché mi porterà a scuola tutti i giorni fino a che potrò di nuovo guidare la mia moto. Stamattina infatti è venuto a prendere sia me che mio fratello.

<<Venerdì prossimo ci sarà la recita di Natale, Kat>> mi dice mio fratello quando entriamo nella macchina di Daniel <<Vieni a vedermi?>> chiede con gli occhi che brillano e mi fanno sorridere.

<<Ma certo! Non posso mancare al tuo primo ruolo da albero di Natale>> scherzo facendolo ridere.

<<Non sono un albero!>> ribatte incrociando le braccia e fingendosi offeso <<Io sarò il protagonista, vedrai>> torna a sorridere avvicinandosi a me e abbracciandomi. <<Vuoi venire anche tu?>> chiede infine a Daniel.

<<Cosa?>> fa Daniel come se si fosse appena svegliato da un sogno.

<<La recita di Natale>> dico a denti stretti e scoccandogli un'occhiata di fuoco.

<<Ah, sì, sarebbe davvero un onore vedere la tua prima recita, Tommy>> dice con fare solenne che mi fa arrabbiare, ma mio fratello sorride e quindi non lo rimprovero.

Accompagniamo mio fratello e ci dirigiamo in silenzio verso la nostra. Non abbiamo parlato molto di quello che è successo al planetario, in questi giorni con Daniel abbiamo parlato solo delle lezioni, o comunque di cose riguardanti la scuola o la beneficenza. Arrivati al parcheggio della scuola scendo di fretta senza dire una parola e mi avvio verso la mia classe che, fortunatamente, si trova ad un piano di distanza da quella di Mr. Perfezione.

Finita la giornata mi pento del pensiero di stamattina sul fatto di essere felice di tornare a scuola, così vado all'ultimo piano per quella che sarà tra le ultime riunioni del gruppo di beneficenza. Quando entro nella classe la trovo vuota: sarò arrivata per prima. Mi siedo su un banco a fianco ad una finestra ed aspetto. Dopo appena cinque minuti sento le voci di Daniel e di Michael risuonare nel corridoio, infatti dopo qualche secondo entrano e rimangono sorpresi dalla mia presenza.

<<Sei già qui?>> mi chiede Daniel con espressione sorpresa. Michael abbassa lo sguardo e cammina verso l'angolo della classe più distante da me.

<<Si...>> dico senza guardarlo: sto osservando il ragazzo che si sta allontanando da me.

<<Lascialo stare, oggi va così>> risponde Daniel alla domanda che stavo formulando nella mia mente: pare ancora che mi legga nel pensiero.

<<Come mai?>> chiedo con fare disinteressato.

<<Non lo so, credo comunque che sia tu il problema>>

<<Io?>> chiedo perplessa sgranando gli occhi e girandomi a guardare Daniel. Vedo quasi con piacere che ha un livido sull'occhio, che gli conferisce quasi un'aria da ribelle con tutti quei capelli spettinati. Mi domando cosa gli sia successo facendo sparire l'espressione perplessa ed assumendone una preoccupata.

<<E' stato Michael, stamattina appena mi ha visto entrare in classe>> risponde per la seconda volta oggi, alla domanda che non ho neanche pronunciato. <<Gli ho chiesto il perché subito dopo ma non mi ha parlato fino a poco fa, nel corridoio, quando mi ha detto solo "Katherina">>

<<Non capisco, se sono il il problema perché ha dato un pugno a te>> dico alzandomi.

<<Credimi: vorrei saperlo più di te>> mi dice sorridendo e inclinando un po' la testa di lato. I capelli spettinati e ormai da tagliare gli ricadono sugli occhi color nocciola tanto intenti ad osservarmi. Si morde l'angolo del labbro inferiore senza staccare lo sguardo da me. In questo momento mi dimentico di Michael e penso solo che Daniel sia bellissimo: la testa inclinata, gli occhi su di me, i capelli sul viso, il debole sole pomeridiano che gli illumina il viso. Non so cosa mi prenda, ma riesco solo a pensare a quanto sia bello e riaffiora il ricordo del pomeriggio al planetario. Del nostro bacio, le sue mani sulla mia schiena che mi stringono, le sue labbra morbide sulle mie.

<<Allora...>> la voce di Michael dall'altra parte della classe mi fa riemergere dai miei pensieri su Daniel <<Avete intenzione di starvi a guardare tutto il pomeriggio, o possiamo fare qualcosa di utile?>> Daniel arrossisce e sposta lo sguardo da me. Io continuo a guardarlo.

<<Credo che ormai non rimangano molte cose da fare>> risponde sorridente Daniel spostando continuamente gli occhi da Michael a me e viceversa. <<Abbiamo praticamente finito, inoltre la settima scorsa ho ricevuto una telefonata da un collega di mio padre perché vuole fare un'importante donazione e mi ha detto che dirà ai suo amici della cosa, in modo da farci pubblicità>> continua guardando Michael.

<<Bene, allora non dobbiamo più fare nulla>> riassume lui ancora dall'altra parte della classe <<Quindi me ne posso andare e ci vediamo il giorno del banchetto>> continua andando verso la porta a grandi falcate.

<<Aspetta un attimo>> priva a fermarlo Daniel rincorrendolo <<Michael spigami...>> le parole vengono interrotte dalla porta che si è chiusa dietro di loro. Posso solo sentire un borbottio da vicino la finestra, quindi mi avvicino alla porta e mi metto ad origliare.

<<Io te l'avevo detto>> dice Michael.

<<Guarda che non ho potuto fare altrimenti, gli faccio da tutor, io...>> Daniel viene interrotto da una rista amara dell'amico.

<<Certo, non ha potuto fare altrimenti, sono gli ordini>>

<<Lo sai che non posso farne a meno, io devo seguire ciò che il preside mi ha detto>> dice Daniel a denti stretti.

<<Non usare quella scusa, quello che è successo prima di Sophie>> risponde Michael con la stessa rabbia.

<<Non è una scusa, ho un accordo con la scuola, i miei genitori non devono sapere nulla>> dice Daniel abbassando la voce, non è più arrabbiato, sembra solo stanco <<Ti ho già detto che non mi interessa Katherina, guarda è tutta tua...>> dice con aria di sfida <<Se solo avessi il coraggio di provarci>> conclude prima di andare via. Sento i suoi passi leggeri allontanarsi, ma non sento quelli dell'amico, se ancora posso definirlo così, quindi immagino che sia rimasto lì fuori. Non so se uscire o restare in classe ed aspettare che Michael vada via, così per evitare rotture decido di tornare a sedermi sul banco accanto alla finestra. Daniel ha detto che non gliene importa nulla di me. Ci siamo baciati, lui ha pensato che ci fosse qualcosa tra di noi e adesso non ne vuole più sapere. So di averlo trattato male, ma in fondo io sono così e lui lo sa: me lo ha ricordato proprio lui che allontano le persone a cui tengo, quindi perché doveva proprio allontanarsi quando gliel'ho chiesto? Fino a pochi mesi fa non mi sarei mai posta il problema di come ci rimanessero le persone quando le trattavo male, e tanto meno non ci sarei rimasta male se Daniel avesse detto che non gli importava. E' da quando l'ho incontrato che è cambiato qualcosa. Da quando ho incontrato Daniel in biblioteca che qualcosa è cambiato e non ho mai voluto ammetterlo. Ma adesso? Ora che ho ceduto e ho detto a me stessa che anche io ho un cuore, cosa vorrebbe dire? Che è stato grazie a lui. Grazie a quell'odioso ragazzo che mi fa perdere le staffe ogni volta che lo vedo? Vuol dire che sto iniziando a provare qualcosa per lui? Chiudo gli occhi, respiro profondamente e mi alzo, non voglio più pensare a Daniel, così mi inizio ad avviare verso la scuola di mio fratello dato che ormai il mio accompagnatore non mi ci porterà più oggi. Arrivata al portone della mia scuola mi fermo un momento a ripensare alla discussione tra i due ragazzi. Sophie? Quello che è successo prima di lei?

Ti odio, ma ti amoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora