Capitolo 6

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Torniamo a scuola per aiutare Michael.

<<Senti Katherina, hai un fratello vero? Perché non chiedi se la sua scuola vuole partecipare al nostro progetto? I lavori delle scuole fruttano molto in queste occasioni>> mi chiede Daniel. Come fa a ricordarsi che ho un fratello e poi cosa c'è di poco chiaro nel non parlare della mia famiglia?

<<Mi sembrava di essere stata chiara sugli argomenti che toccano la mia famiglia>> gli dico irritata.

<<Mi sembrava di essere stato chiaro sul quel tono e poi calmati era una domanda per ridurre il lavoro, non ti interessa finire in fretta questa cosa?>> quanto mi fa arrabbiare quel suo tono di superiorità.

<<Senti io voglio finire in fretta così potrò non vederti mai più, ma ti ho già detto più volte che la mia famiglia è intoccabile, anche se "era solo una domanda" non mi interessa, non si parla di questo>>

<<Ok, adesso stai davvero esagerando, non ne sto mica parlando, era solo un modo per raccogliere materiale da vendere, ma se davvero sei così poco disponibile farò da solo e tu potrai continuare a venire qui per rallentarci il lavoro>> Daniel inizia ad alzare la voce e Michael sembra davvero sparito anche se si è fatto piccolo piccolo a lavorare in un angolo della stanza per non immischiarsi nella discussione che, a parere mio, potrebbe anche finire male, così decido di alzare i tacchi ed andarmene. Ma quando sono sul ciglio della porta sento:

<<Aspetta, lo sai che se non verrai più a fare volontariato per prima cosa il preside sarà costretto a sospenderti e come seconda: non riavrai più il libro, o almeno non prima della fine dell'anno!>> no, adesso non reggo più. Mi rendo conto che non ha senso arrabbiarmi così tanto per le cose che ha appena detto, ma mi sale  il sangue al cervello e non ragiono più. Mi avvicino a Daniel come una furia e vedendomi così arrabbiata indietreggia contro il muro. Arrivata a pochi centimetri da lui dico:

<<Senti coso, non devi neanche provare a minacciarmi perché giuro che te la spacco quella testolina da secchione, per il libro non ti preoccupare che piuttosto che leggere qualcosa che precedentemente hai toccato te, lo comprerò quel dannato libro>> Daniel non ribatte più, per quanto provi a farsi grande in fin dei conti sarò la prima persona con cui discute veramente. Avrà sicuramente mille ragazze intorno data la sua bellezza, ma secondo me è tanto imbranato da non saperci neanche fare un discorso di senso compiuto. Dopo averlo messo al muro e fatto tacere me ne vado, ma di nuovo quando sono dalla porta mi dice con aria di sfida:

<<Non spenderai dei soldi solo per un libro, piuttosto compreresti dell'erba al tuo ragazzo>> non mi giro perché se lo guardassi in faccia lo ucciderei su due piedi, così tiro un pugno al muro tanto forte che mi si taglia la pelle sulle nocche e me ne vado.

Sono vicino alla mia moto, ma mi fa male la mano e non credo di riuscire a guidare bene, allora istintivamente faccio per chiamare Collin quando mi ricordo che è colpa sua se sono finita a fare volontariato e di conseguenza è responsabile della mia mano. Blocco il telefono e aspetto che la mano smetta di pulsare.
Sono quasi le cinque e devo andare a prendere Tommy, la mano riacquista sensibilità e anche se preferirei non rischiare salgo sulla moto. Con la coda dell'occhio vedo Michael salire su una macchina dall'altra parte della strada. Gli corro incontro.

<<Michael devi aiutarmi>>

<<Tutto bene Katherina?>> sembra essersi dimenticato della discussione che ho avuto con il suo amico, ma da come mi guarda intimidito capisco sta solo fingendo.

<<Devi prestarmi la macchina, giusto il tempo di una mezz'ora e te la riporto>> sono disperata se arrivo a chiedere un favore.

<<Cosa? Se vuoi ti accompagno>>

<<Non puoi, per favore sbrigati che faccio tardi>> mi fa strano pregarlo, ma non voglio che mi accompagni.

<<Scusa, ma non posso: se hai così urgenza ti porto io>> acconsento con un grugnito, non voglio fargli conoscere Tommy, ma non voglio fare aspettare mio fratello a scuola. ingoio la frustrazione e salgo in macchina sbattendo la portiera.

<<Dove andiamo?>> mi chiede appena accende la macchina.

<<Portami alla scuola elementare>> non lo guardo, sono infuriata di non avere altra possibilità. Michael mi guarda sbalordito, credo non si aspettasse che dopo la scenata fatta con Daniel gli avrei chiesto di portarmi da mio fratello.

<<Ma...>> è davvero senza parole, ma io ho proprio fretta.

<<Dai muoviti, devo esseri lì prima che arrivino le altre mamme>> e parte.

Ti odio, ma ti amoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora