Capitolo 15

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Theresa, come d'accordo, porta Tommy al bar vicino a casa nostra e si frema a bereun aperitivo. chiacchieriamo per un po' e scopro che è una donna molto dolce e comprensiva, infatti mi ha già detto molte volte che secondo lei io e mio fratello abbiamo davvero un bel rapporto considerato la nostra situazione. Riesco a parlare bene con lei, mi piace pensare di avere un'amica matura che mi possa dare una mano con Tommy.

<<Tommy è fortunato ad avere una sorella che gli vuole bene come te>> mi dice quando ormai il suo bicchiere è vuoto.

<<Cosa?>> dico sorpresa.

<<Sì, hai solo diciassette anni ed è da cinque anni che ti occupi di lui come una madre. Tommy è un bambino fantastico ed è solo grazie a te. Forse non sarai la madre modello, ma sei davvero la madre che ogni bambino vorrebbe>> sorride dolcemente come per convincermi di quello che ha appena detto <<Se hai bisogno qualche giorno chiamami>> scrive il suo numero sul tovagliolo e mette la giacca.

<<Grazie Theresa, per tutto>> rispondo con un sorriso a mia volta.

Tommy intanto è nel retro che sta cenando, mentre inizia il flusso di gente che dovrò servire. Come tutti i week-end si vedono in giro le solite persone che vengono per ordinare le solite cose ed andare via mezzi ubriachi, però, verso la fine della serata, entra Michael traballante: è ubriaco. Arriva davanti al bancone, ma non si accorge di me, così si siede e si gira verso la porta come se aspettasse qualcuno. Mi avvicino a Michael per prendere l'ordinazione, ma quando sto per aprir bocca dalla porta entra lui, Mister Perfezione. Questa sera lo è davvero: indossa dei pantaloni semplici, blu ed eleganti, una camicia bianca che ha messo dentro i pantaloni e sulle sue bellissime spalle è legato un maglioncino azzurro. Daniel si avvicina a Michael e, sedendosi, appoggia un gomito sul bancone per attirare l'attenzione di un barista. Non mi riconosce perchè è troppo impegnato a guardare il suo amico ubriaco.

<<Cosa prendete ragazzi?>> dico con disinvoltura continuando a tenere gli occhi fissi sul bancone che sto pulendo.

<<Io prendo... io prendo...ciao!>> dice Michael con la classica voce da ubriaco: confusa e balbettante. Quando mi vede sembra sorpreso, ma non riesce a togliersi del tutto quel sorriso ebete da sbronzo.

<<Cosa prendi Michael?>> scandisco bene le parole in modo che possa capirle bene. Intanto con la coda dell'occhio vedo Daniel che mi sta osservando attentamente.

<<Lui un bicchiere d'acqua, io una caffè o non reggerò più la serata>> lo precede Daniel ordinando.

<<Serata pesante?>> chiedo con fare disinteressato, senza guardarlo negli occhi, ma prendendo un bicchiere per l'acqua.

<<Abbastanza, domani è il suo compleanno e ha detto di essere depresso, così l'ho portato a bere e a divertirsi, ma non ho avuto molto successo>> dice provando a fare alzare la testa si Michael dal bancone dove ho appoggiato le loro ordinazioni.

<<Come mai è depresso?>> dico per fare conversazione dato che in tre ore non sono riuscita a tenere un discorso più lungo di sette parole.

<<Dice che una ragazza di cui è molto cotto l'ha piantato in asso qualche giorno fa...>> Daniel viene interrotto da un lamento di Michael.

<<Mmmmm... Non è solo una ragazza... Tu la conosci molto bene Katherina, vero?>> dice con fare accusatorio, o almeno prova a fare un'espressione accusatoria.

<<Non credo che noi due abbiamo conoscenze in comune>> gli rispondo versandogli dell'altra acqua e sperando che non intenda me con "una ragazza".

<<Appunto... E dopo quello che mi hai detto non ti verrò più a prendere davanti a casa la mattina>> grazie al cielo! Se da un lato sono felice perché non avrò più un tipo stressante già la mattina presto, dall'altro non pensavo di avergli fatto così male, in fondo era l'unico amico che avevo. Quando riemergo dal mio senso di colpa vedo che Daniel si è irrigidito alle parole dell'amico e adesso si sta torturando nervosamente le mani guardando nel vuoto davanti a lui. Finito con molta calma il caffè, Daniel paga ed esce dal locale con Michael senza salutare, ma dopo pochi minuti rientra da solo.

<<Hai dimenticato qualcosa?>>

<<Sì>> si sta avvicinando a passo svelto e con fare minaccioso; supera lo sportello e mi raggiunge dietro il bancone dove mi costringe ad indietreggiare contro una colonna del muro. E' a pochi centimetri da me <<Non puoi comportarti così anche con lui>> mi dice con un tono di voce calmo, ma intimidatorio. Mentre parla Daniel sento che il sua alito puzza di alcol e mi rendo conto che anche lui deve avere bevuto.

<<Di cosa stai parlando?>> chiedo facendo finta che i nostri visi non siano così vicini da respirarci addosso.

<<Parlo di Michael, lo conosco da quando sono piccolo ed è sempre stato trattato male da tutti, adesso non puoi arrivare tu nella sua vita e spezzarlo>> adesso è chiaramente arrabbiato.

<<Stai blaterando, non conosci neanche la situazione: mi ha invitata ad uscire, ma ho rifiutato dato che sarei dovuta stare con Tommy e lui ha iniziato a dirmi che avrei potuto lasciarlo a qualcuno, ma non sono mica come voi che potete permettevi un baby-sitter, e poi se gli avevo detto di no non avrebbe dovuto continuare ad insistere>> ribatto acida tutto d'un fiato.

<<Ma qual'è il tuo problema? Gli permetti di accompagnarti a scuola con tuo fratello tutte le mattine e poi gli rispondi male se prova ad uscire con te? Perché tieni tutti lontano da tuo fratello, cos'hai contro le persone?>> oltre che essere arrabbiato adesso sta anche urlando.

<<Sei davvero infuriato in questo modo perché ho rifiutato il suo invito?>> abbasso la voce notando che i nostri visi si sono avvicinati di più.

<<Anche, ma sono arrabbiato perché io provo in tutti i modi ad aiutarti e a essere carino con te, ma preferisci l'aiuto di altre persone quando molto spesso te lo offro io>> abbassa anche lui la voce prendendomi il mento tra il pollice e l'indice per farmi alzare lo sguardo. Adesso siamo tanto vicini che posso sentire il calore della sua pelle e, sfortunatamente, anche l'odore dell'alcol. Sembra che mi voglia baciare, ma sente la voce di Tommy e si ferma.

<<Kat?>> Daniel rimane con il viso vicino al mio e con lo sguardo puntato sulle mie labbra. Lo spintono per rispondere a mio fratello.

<<Andiamo Tommy, chiudo il bar e andiamo a casa>>.

Ti odio, ma ti amoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora