Capitolo 48

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Furiosamente si precipitò al bancone, dove una tenera anziana ci accolse con un sorriso tremolante.

<< Una camera per due, letto matrimoniale, per favore >> disse Lauren, cercando di sembrare più tranquilla possibile.

Cosa che ovviamente sembrò turbare la vecchietta, che mi guardò dubbiosa.

Il mio sguardo sembrò dirle "la prego, si muova" perché subito dopo ci porse le prime chiavi attaccate dietro di lei.

<< Solo una notte? >> domandò, aprendo il suo libro.

<< Sì, grazie >> affermò Lauren, buttando i soldi sul bancone e firmando il libro delle annotazioni della proprietaria.

Afferrò le chiavi e andammo a passo spedito verso la nostra camera assegnata.

Mise la chiave dentro la serratura con facilità, con grande precisione, facendomi deglutire.

Io, al posto suo, ci avrei messo un'eternità talmente era forte la tensione sessuale tra di noi.

Aperta la porta mi prese per il collo, costringendomi ad aggrapparmi a lei.

Si fiondò sulle mie labbra non appena chiuse la porta con forza.

Mi divorò senza pietà, plasmandomi con forza, senza farmi respirare un secondo.

Mi mancò l'aria, letteralmente, non riuscivo neanche a respirare col naso da quanto ero coinvolta in quel bacio.

Il mio cuore batteva a una velocità elevata, quasi da uscir fuori dal petto.

Andò verso il letto, senza staccarsi dalla mia bocca, neanche un attimo.

Quando le sue ginocchia arrivarono a toccare il bordo del letto, mi buttò sopra di esso.

Ero sfinita dopo un semplice bacio.

Rimasi immobile, con le braccia e le mani accanto alla testa e con gli occhi socchiusi, rivolti verso l'alto.

Col fiato corto mi alzai sui gomiti, per guardarla.

Mi scontrai contro il suo sguardo, e mi sentii impotente davanti a quella donna, in piedi davanti a me.

Mi guardava con così tanta lussuria...

Mi sentivo così fottutamente desiderata...

Ero all'inferno, e mi piaceva da morire.

La volevo da morire.

I miei pensieri in quel momento erano peggiori dei peccati capitali.

La superbia, l'avarizia, la lussuria... non erano niente in confronto.

<< Smettila di guardarmi e prendimi >> dissi con coraggio, guardandola dritta negli occhi.

Le sue iridi scintillarono.

Probabilmente era pura eccitazione che esplodeva dentro di lei, e che poteva essere vista solo attraverso il suo sguardo.

Mi stupii di me stessa.

Cosa mi aveva fatto diventare quella donna? Non avrei mai detto una cosa simile in altre circostanze.

Salì sul letto, appoggiando prima un ginocchio e poi l'altro, per poi gattonare verso il mio volto.

Fece combaciare le nostre labbra, in un bacio appassionato, e contemporaneamente lo stesso con i nostri corpi.

Una forte scossa mi attraversò completamente.

Adoravo le sensazioni che mi provocava, soprattutto quella, che partiva dal fondoschiena ed esplodeva verso l'alto in mille brividi, che si diffondevano per tutto il corpo.

Esercitò prima una lieve pressione sul mio ventre, poi con più decisione.

Gemetti, sentendo il fuoco che stava accendendo tra le mie gambe.

Percepii la mia eccitazione bagnare le mutande, che chiedevano disperatamente di essere tolte.

<< Mmh, Lauren >> mormorai sulle sua labbra.

<< Oddio, Camila >>

Iniziò a muovere i fianchi, cogliendomi alla sprovvista.

I suoi movimenti erano tanto lenti quanto spinti e decisi, verso la mia intimità.

Mugolai per il piacere, stringendo forte la sua maglia tra le mie dita.

<< Oh mio Dio >> gemetti.

Lei sorrise nel bacio.

<< Lui non ti aiuterà adesso >>

Le sue parole mi fecero eccitare ulteriormente.

Ne ero certa, ne ero certa al 100%: il diavolo era donna e sexy, provocante ed eccitante, e io ci stavo andando a letto.

Presi il suo labbro inferiore tra i miei denti, circondandolo e succhiandolo senza alcuna pietà.

Lo stesso trattamento fu riservato alla sua lingua, e non esitò a farmela entrare in bocca.

La cosa più eccitante era il fatto che quel muscolo dolce e morbido mi avrebbe fatta venire qualche minuto dopo, e io non vedevo l'ora.

Mi sentivo così sporca a pensare in quel modo, ma quella notte mi era presa così.

Sentirle dire quelle cose, vederla gelosa per così poco mi aveva dato noia, ma allo stesso tempo aveva svegliato in me qualcosa.

Qualcosa che non mi sapevo spiegare.

<< Dillo >> disse lei ad un tratto.

Corrugai le sopracciglia.

<< Cosa? >>

Lei sospirò, baciandomi con foga.

<< Che sei mia. Dillo >>

Afferrai con forza i suoi capelli.

<< Su questo non dovresti avere dubbi >> la provocai, e sembrai riuscirci.

<< Cristo >> si trattenne dall'imprecare << Ti sei strusciata addosso a quello stronzo quando tu sei mia >>

Morsi avidamente il suo povero labbro, facendola gemere.

<< Uno, non mi sono strusciata, te l'ho detto. Due, lo stavo rifiutando, te l'ho detto. Tre, non gliela avrei mai data, perché il sesso che ho tra le gambe è solo tuo >> sussurrai tra un bacio e l'altro.

Sorrise, compiaciuta dalla mia ultima affermazione.

<< Allora dillo >> continuò, prendendosi una pausa dal bacio per guardarmi negli occhi.

<< Sono tua, Lauren, solo tua >>

Sospirò, soddisfatta.

Fece combaciare una seconda volta le nostre labbra, ma questa volta con più dolcezza.

Sembrava essersi rassicurata, essersi tranquillizzata.

Era troppo sexy quando era gelosa, però mi dispiaceva il fatto che non si fidasse di me.

Passai le mani sul suo meraviglioso corpo, ancora ricoperto da quei vestiti inutili.

Era calda, e riuscivo a sentirlo nonostante l'indumento di cotone che aveva addosso.

Non vedevo l'ora di togliergliela, ma lei mi precedette nel fare la prima mossa.

La sua mano destra si appoggiò sulla mia coscia nuda, e passò su tutta la sua lunghezza, entrando sotto la gonna, senza timore.

Massaggiò l'interno coscia lentamente, provocandomi un dolce piacere e una lunga agonia.

Mi faceva impazzire.

<< Cristo più veloce >> la supplicai.

Ridacchiò, baciando l'angolo della mia bocca.

<< Abbiamo tutta la notte, Camila >> mormorò << Con calma >>

she's a kidnapperDove le storie prendono vita. Scoprilo ora