Afferrai le mie cose e volai fuori dalla struttura in cui avevo fatto la dormita più bella della mia vita.
Mi sentivo così libera da quando Lauren mi aveva lasciata andare.
Mi sentivo male stando con lei?
Mi sentivo imprigionata anche se era la mia ragazza?
Scacciai quei brutti pensieri dalla mia testa, e non ci pensai più.
Uscii quasi correndo, senza salutare la receptionist al bancone che mi rivolse un dolce sorriso.
Ma ero soprappensiero, volevo solo allontanarmi da lì.
Non feci caso a ciò che mi circondava, seguivo solo una direzione.
Arrivata sulla strada mi guardai attorno.
Con lo sguardo cercai un supermercato, di quelle catene poco costose aperti 24 ore su 24.
Fortunatamente ne trovai uno a circa cento metri da dove ero partita.
Velocemente entrai, cercando di non farmi guardare in volto dal commesso e dall'uomo che puliva e metteva in ordine gli scaffali.
Afferrai al volo tre pacchetti di biscotti e mi feci un caffè da asporto alla macchinetta della Kosta.
Era tutto incredibilmente silenzioso, non c'era nessuno in quel negozio.
L'unico rumore che riecheggiava era il dolce suono del caffè che riempiva il bicchiere di cartone rossastro da asporto, di media grandezza.
Lo riempii fino all'orlo.
<< $3,70 >> disse il commesso non appena arrivai a pagare.
Pagai e uscii, senza sembrare troppo nervosa o da farmi sospettare di qualcosa.
Stava andando tutto liscio come l'olio.
Mi fermai a sedere su una panchina per godermi un attimo quella sottospecie di colazione e per fare il resoconto della situazione.
Tirai fuori dallo zaino la mappa, e la studiai attentamente mentre sorseggiavo il caffè bollente.
Quando alla fine riuscii a trovare il percorso che dovevo fare, finii di volata il caffè, mi aprii una scatola di biscotti e mi incamminai.
Sembravo una bambina con quella mega scatola di biscottini al cocco.
Il primo percorso era semplice e facile, dovevo attraversare tutte strade e zone trafficate da molte persone, era praticamente il centro della cittadina in cui mi trovavo.
E riuscii a percorrerlo tutto in una sola mattinata.
Arrivai al secondo percorso intorno alle prime ore del pomeriggio.
Si trattava di superare tutta la zona periferica, sempre più vicina ai depositi della mafia.
Non sarebbe stata una cosa veloce.
Il centro, in confronto a tutta la periferia, era minuscolo.
Dovevo stare attenta a non allontanarmi troppo per il rischio di non trovare un posto dove dormire.
Camminai per ore, prendendo ogni volta strade sempre meno trafficate e sempre più isolate.
I negozi e i centri commerciali iniziarono a essere sempre più radi, fino a diventare quasi rari.
Più mi allontanavo dal centro, più affioravano bar, pub e piccoli casinò abusivi.
Arrivai al punto giusto della periferia, abbastanza vicina al centro per trovare un motel decente e abbastanza lontana dai depositi, ed erano solo le 18.
Buttati nel cestino le scatole dei biscotti che avevo terminato nel corso del giorno.
Avevo tutto il tempo di andare in giro tranquillamente per studiare la zona.
Non era un gran che come zona.
Individuai due, se non tre, spacciatori, e altrettanti drogati che cercavano qualcosa di cui farsi.
Gli edifici erano discretamente spenti, le case avevano tutte il solito colore monotono.
Solo alcuni si distinguevano, anche se di poco.
Dietro l'angolo della strada principale trovai un piccolo motel vecchio stile, celeste chiaro con la scritta "vacancy" accesa.
Non era moderno come quello in cui avevo alloggiato la notte prima.
Le camere erano in fila, una accanto all'altra, elevate dal suolo, e si accedeva direttamente dall'esterno.
Non esisteva una hall, ma c'era un piccolo casottino davanti a tutta quella struttura che accoglieva chi voleva dormire lì.
Mi avvicinai, cercando di non sembrare troppo timorosa.
Mi spostai una ciocca dietro l'orecchio e guardai il tipo seduto su un piccolo sgabello, che leggeva un giornale piuttosto vecchio e malandato.
Era un signore anziano, e non appena si accorse della mia presenza, si sbrigò a servirmi.
Senza chiedermi per quante notti, prese una chiave e la schiaffò sul bancone.
<< Una notte $17, due $26. Si paga la mattina >> disse, secco e netto.
Non risposi, anche perché se ne fregò altamente di me, tornando subito a fare quello che stava facendo prima.
"Maleducato" pensai, fissandolo male.
Scossi la testa, andando verso le scale.
Trovai la mia stanza, e non era niente male.
Piccola, un letto matrimoniale, pareti bianche e un minuscolo comodino.
Era tipo un minimal chic moderno, però molto retrò.
Non c'era neanche il bagno.
Appoggiai la mia roba, e uscii.
Il bagno era in comune, ed era in fondo a tutte le stanze.
<< Che schifo >> esclamai ad alta voce tra me e me.
Cercai dove andare a mangiare qualcosa di veloce.
Non c'erano catene di fast food, ma fortunatamente trovai una tavola calda, che faceva piatti caldi, hamburger, hot dog e patatine.
Iniziava a fare freddo, perciò non esitai ad entrare.
Mi misi a sedere ad uno dei tavoli, e mentre aspettavo la cameriera, pensai a cosa fare quella sera.
Non avevo voglia di starmene rinchiusa come una prigioniera nella mia camera di motel.
Non c'era neanche una televisione, e non avevo assolutamente voglia di girarmi i pollici tutto il tempo.
Ancora non avevo sonno, mi sentivo ancora un po' attiva anche se avevo camminato per diversi chilometri.
Ad interrompere i miei pensieri un tenero "buona sera signora, vuole ordinare?".
Alzai gli occhi sulla giovane donna che mi guardava con occhi da cerbiatto, con un taccuino in mano e vestita con un'uniforme rosa pastello.
<< Ehm, sì, un hamburger piccolo, con patatine e una pepsi media, grazie >>
Si appuntò tutto e sparì in cucina.
Ritornai ai pensieri che avevano accarezzato la mia mente pochi minuti prima.
Quella sera volevo divertirmi un po', volevo muovermi, volevo bere qualcosina...
Però dovevo sempre fare attenzione e, ovviamente, dovevo portarmi qualcuno dietro come spalla.
Non potevo andarci da sola, dovevo usare qualcuno come scudo, qualcuno che mi poteva fare compagnia, qualcuno che mi doveva dare un freno se stavo bevendo troppo...
Buona pasqua a tutti voi ❤️
Grazie per avermi aspettata, dopo questi lunghi mesi di attesa sono tornata ;)
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she's a kidnapper
FanfictionFF - Camren Lauren, la rapitrice. Camila, la sequestrata. La giovane Camila è la figlia del boss della mafia più potente e temuto di tutta la Florida, e per colpa di questo, viene rapita da Lauren, la rapitrice più esperta di una delle bande nemiche...