Capitolo 63

5.4K 341 37
                                    

Tutta quella confusione nella mia testa, tutto quel pericolo, ogni singola cosa che ormai mi capitava quasi ogni giorno era diventato un eterno ed estenuante cliché.

La mia vita da perfetta si era trasformata in un perfetto casino, causato da Lauren, ma era lei stessa a sistemare la confusione che si creava nel mio cervello.

Tutto quello che mi era successo in quei giorni rinchiusa in quel bunker era passato troppo lentamente, ma al tempo stesso era successo tutto troppo velocemente.

Ma avere le labbra di Lauren sulle mie era una sensazione elevata da ogni altro genere di sensazioni terrestri e umane.

Mi sentivo al sicuro, protetta, non riuscivo a pensare ad altro quando mi prendeva tutta per sé.

Ero a casa tra le sue braccia.

Delicatamente mi fece scendere e andare verso il letto, facendomi cadere su di esso e spingendomi verso lo schienale, sempre baciandomi con passione.

La presi da dietro il collo, stringendola con forza, facendo aderire meglio le nostre labbra mentre le lingue giocavano e si strusciavano tra di loro.

Poteva sembrare qualcosa di violento, di estremamente passionale, ma lei lo faceva lo stesso con la sua dolcezza e incredibile delicatezza che la contraddistingueva.

Era una donna unica nel suo genere.

La abbracciai forte a me, scoppiando a piangere.

Singhiozzavo come una neonata in braccio a sua madre.

<< Mi dispiace così tanto. Mi sei mancata da morire, voglio stare solo con te >> continuavo a ripetere tra i singhiozzi e i respiri spezzati.

Lei non smise di accarezzarmi i capelli neanche per un attimo.

Cercò di tranquillizzarmi al meglio, ma ormai ero partita, e sarebbe stato difficile fermarmi.

<< Ssh, piccola, ti prego >> mormorò con la sua voce meravigliosa << Andrà tutto bene, domani partiremo spedite per il confine, andremo da un'altra parte, in un altro paese magari, e vivremo insieme una vita felice. Non ci sarà più tuo padre, non ci sarà più il mio capo tra i piedi... solo io e te >>

Dopo quelle parole, semplicemente, la baciai con tutta l'anima e l'amore che avevo in corpo.

Come poteva una persona come lei mandarmi a puttane la vita per poi farmi stare meglio nel casino che si era venuto a creare?

Mi mise a sedere, di fronte a lei, con le mie gambe sui suoi fianchi, e mi tolse la maglietta.

Accarezzò il mio viso, sorridendo, guardandomi negli occhi.

Dalle guance passò al collo, poi dolcemente sulle spalle e alla fine sul mio addome piatto e tonico.

Fece una leggera pressione nella zona vicino all'ombelico, che subito mi fece venire i brividi.

Con l'altra mano mi accarezzò il seno da sopra l'intimo, stuzzicando dal tessuto i miei capezzoli già sensibili.

Il mio respiro iniziò a farsi pesante.

<< Voglio farti stare bene... come non lo sei mai stata fino ad ora, Camila. Io non so come andrà il domani, so che è pericoloso, e voglio passare ogni attimo con te come se fosse l'ultimo >> sussurrò sulla mia bocca << Non voglio farti pensare a niente per le prossime ore. Ti voglio concentrata >>

Mi baciò il mento e si avvicinò pericolosamente al mio seno.

Mi tolse il reggiseno e inizio a mordere senza farmi male la clavicola destra, per poi baciare tutto il capezzolo con le sue labbra umidi e carnose.

Lo circondò con esse, stuzzicandolo e stringendolo molto piano.

Deglutii sei volte di seguito, passandomi la mano tra i capelli e socchiudendo gli occhi diverse volte.

Guardai i suoi movimenti, che riusciva a fare ad occhi chiusi, con quella sua espressione sul volto di goduria misto a concentrazione.

<< Dio, Lauren, sei così sexy >>

A quelle parole spalancò gli occhi, rivendendo le sue iridi verdi invase dalla pupilla nera dilatata.

Mi sentii morire.

Un forte nodo allo stomaco si fece sentire gravemente, ma era fin troppo piacevole.

Le tolsi la maglia, buttandola per terra da qualche parte, e fu così che mi fece sdraiare.

<< Mi sei mancata da morire >> disse Lauren, baciando e strusciando il naso sulla mia pelle morbida.

La sua lingua bagnata e liscia tracciò un lungo percorso che andava dall'ombelico fino alla gola.

Appena arrivata lì iniziò a baciare una piccola zona, poi a morderla e a succhiarla con forza e decisione.

Ero così eccitata che non sentii neanche dolore.

I capillari andarono in mille pezzi, lasciando accumulare il sangue sotto pelle.

Ne fece diversi, lasciandoli a giro per il petto, e inoltre dove solo io e lei potevamo vederli.

Divaricò le mie gambe, lasciando che le sue mani sfilassero più velocemente i pantaloni.

Nel giro di pochi minuti mi ritrovai senza vestiti e senza più intimo.

Erano andati tutti a vestire il pavimento.

Si tolse anche lei i pantaloni, ma rimase in intimo.

La sua ferita era ancora molto visibile anche se ci aveva messo sopra una specie di garza, ormai rossa e zuppa di sangue.

La sfiorai, provocandole un piccolo sussulto.

<< Oddio, scusami, io- >>

Mi ammutolì, baciandomi e tenendo i polsi vicino a sé.

<< Non ti preoccupare per me >> sussurrò al mio orecchio, leccando e succhiando poi il lobo.

Mi prese i fianchi, mettendomi nella posizione più comoda possibile, e scese il mio corpo fino a essere col mento sul mio monte di Venere.

Appoggiò le sue labbra sulla mia pelle, lasciandomi un dolce e forte bacio sotto l'ombelico, facendomi venire una scossa di piacere nel basso ventre.

Morse la zona, e si spostò più in basso.

Mi era mancata da morire.

Mi erano mancate tutte quelle sensazioni, mi facevano andare fuori dal mondo.

Non appena poggiò la lingua all'estremità della mia entrata e leccò lentamente il perimetro, mi sentii in paradiso.

Entrò, con il solito ritmo di prima, e sprofondò, fino a raggiungere il massimo che si poteva permettere.

Era divino.

Affondai la mia mano destra tra i suoi capelli, incoraggiandola a muoversi e a fare qualcosa.

Come se mi avesse letto nella mente, iniziò a muovere la lingua dentro di me, accarezzando le pareti più sensibili, entrando e uscendo da dentro di me.

Poteva farmi venire in quel modo anche in un attimo, ma si controllava, e faceva durare la tortura ancora di più.

<< Quanto cazzo sarai sexy mentre gemi... solo Dio lo sa >> disse, uscendo e facendomi sentire incompleta.

Le strinsi più forte i capelli, facendola ridere.

La sua risata era probabilmente il suono più melodioso che potesse esistere al mondo.

La amavo da impazzire.

she's a kidnapperDove le storie prendono vita. Scoprilo ora