Capitolo 52

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Non realizzai subito, eppure quella parola rimbombò nella mia testa per un'infinità di secondi.

Il tempo sembrò fermarsi, non riuscii a capire se quelli che stavano passando erano minuti, secondi o ore.

"Uccidila"

Non riuscivo a sentire altro.

La voce di Lauren che ripeteva quella parola sembrava un'ossessione.

Eppure mi ci volle un po' per capire cosa stava succedendo.

Non ci potevo credere.

"Quell'uomo ha preferito fare di testa sua invece di pensare al mio bene"

Purtroppo mio padre si era rifiutato ancora una volta di pagare, ed essendo l'ultimo avvertimento, era scaduto il mio tempo.

Ormai non servivo più.

Ero diventata solo un peso per l'organizzazione di cui Lauren faceva parte.

Ero diventata inutile agli occhi dei suoi capi.

Mio padre non avrebbe pagato per riavermi viva, perciò non potevano far altro che ammazzarmi e ricominciare la solita storia con un altro membro della famiglia...

Ma prima di fare quello, ovviamente, io dovevo morire.

Mi accorsi di fissare il vuoto.

Incominciai a sbattere le palpebre freneticamente per poi capire finalmente cos'era appena successo.

Le avevano dato l'ordine di uccidermi.

Guardai la mia ragazza, che era nel più completo panico.

Era ferma, immobile, ogni singolo muscolo era ghiacciato, ma i suoi occhi gridavano.

Il mio cuore accelerò, e la mia respirazione pure.

C'era troppo silenzio in quella stanza.

Stavo diventando sorda.

Deglutii, una, due, tre, quasi quattro volte in poco più di un minuto.

Passai le mani tra i capelli, continuando a guardare Lauren, che non accennava neanche un movimento.

Sembrava imbalsamata, morta, impietrita.

Avevo bisogno di capire quello che avrebbe fatto.

Se mi avrebbe ucciso oppure no.

Dal suo sguardo non riuscivo a capire nulla, eppure credevo di sapere tutto di lei.

Alla fine, dopo un'infinità di minuti, spostò lo sguardo su di me.

Per poco non mi esplosero tutti gli organi vitali da quanto terrore stavo provando in quel preciso istante.

Fissai le sue iridi ghiacciate, seduta sul materasso, con la bocca schiusa e le mani che giocherellavano tra di loro in segno di ansia.

Serrò la mascella, facendo spuntare la tipica puntina di osso dalla guancia, cosa che solitamente avrei trovato sexy.

Ma in quel momento avevo paura.

she's a kidnapperDove le storie prendono vita. Scoprilo ora