Capitolo 31

11.4K 628 222
                                    

Durante il viaggio spostai diverse volte lo sguardo verso di lei.

Lauren guardava fisso in avanti la strada e stava attenta alla guida, visto che stava andando molto veloce.

Sicuramente aveva oltrepassato il limite di velocità, ma poco importava visto che non ci passava nessuno da lì.

Guidò furiosamente fino ad arrivare al motel.

Parcheggiò letteralmente a cavolo, fregandosene di mettere la macchina dritta o un minimo per bene.

Frenò di scatto, scese dall'auto  e venne verso la mia portiera.

La aprì, come se fosse impaziente di farmi uscire, e mi ordinò di scendere.

Io ubbidii.

Prontamente mi prese il collo e chiuse con forza lo sportello.

Le mie gambe si avvinghiarono attorno ai suoi fianchi e le mie braccia al suo collo.

Aprì velocemente tutte le porte che le si pararono davanti e, non appena arrivammo alla nostra camera, mi buttò letteralmente sul letto.

Sorpassò il suo letto, visto che c'erano oggetti pericolosi sparsi sul materasso, perciò andammo su quello nella mia stanza.

Lei rimase per un po' in piedi.

Mi guardò dall'alto verso il basso.

Sicuramente si stava sentendo molto potente in quel momento.

Io ero distesa sul letto, appoggiata e tirata su sui gomiti, mentre la figura sensuale di Lauren incombeva su di me.

Spostò i suoi occhi per tutto il mio corpo, guardandomi con una scintilla di desiderio nelle sue iridi.

Alla fine appoggiò un ginocchio sul letto, e iniziò a risalire il mio corpo, fino ad arrivare davanti al mio volto.

Lasciò un lieve bacio sulla mascella, mozzandomi il fiato.

"Oh, Cristo"

Il suo ventre era completamente a contatto con il mio, esercitando una piccola e lieve pressione, mentre il resto del corpo era distante pochi centimetri dal mio.

Le sue mani erano di fianco alle mie braccia e le sue labbra vagavano in giro per il mio collo.

I suoi baci caldi partirono dalla mascella e scesero fino alla clavicola.

Il suo respiro sulla mia pelle mi eccitò da impazzire, tanto che mi lasciai scappare un gemito leggero e affondai la mia mano destra nei suoi folti capelli, afferrandoli con forza.

Questa volta si fiondò sulla tenera pelle del mio collo, mordendolo e succhiandolo, sempre nel solito punto.

Presto quel punto iniziò a formicolarmi e a bruciarmi.

Percepii i capillari sotto pelle rompersi come vetri scaraventati per terra.

Mi stava marchiando. Dovevo essere solo sua.

Finita la sua opera d'arte, ci passò la lingua sopra come se fosse una firma, si mise a sedere sopra di me e la osservò per qualche secondo.

Io avevo il respiro visibilmente affannato.

Guardò il suo capolavoro mordendosi il labbro inferiore, con lo sguardo fiero.

Rimase seduta su di me, spostando lo sguardo diverse volte sul mio collo e sui miei occhi.

Era bellissima.

Mi azzardai ad alzare il braccio per toccarla.

Lei guardò la mia mano avvicinarsi al suo addome.

she's a kidnapperDove le storie prendono vita. Scoprilo ora