Capitolo 3. Stringiti forte su di me così non ho paura mai

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Penelope

Dopo due settimane di coccole ripartiamo dalla Sicilia per la Calabria, la notizia dobbiamo darla anche a mio padre e ho il terrore della loro reazione all'apprensione della notizia.

La pancia continua a crescere ed Eleonora mi ha rassicurata, non sono strana, ad ogni donna cresce in modo diverso, lei per Francesco aveva una pancia piccolissima e per Piero enorme, non c'è uno standard.

La mia mi sembra comunque troppo grande.

Ho ormai superato i tre mesi di gravidanza, a breve entrerò nella tredicesima settimana.

Ho messo un vestito a sbuffo per nasconderla, ma si vede, si fa subito caso al pancione, anche perché, nonostante le mie cosce grosse ho sempre avuto la pancia quasi piatta.

"Amore. Ho paura."
Dico a Piero mentre stiamo per entrare in paese.

"Amore stai tranquilla "
Mi dice lui facendomi un mezzo sorriso e continuando a guardare avanti.

"Ho più paura di Fabri."
Dico abbastanza piano.

"Perché amore?"
Mi chiede lui continuando a guardare fisso la strada.

"Perché lui è geloso. Come te."
Dico abbassando appena lo sguardo, è anche rancoroso, e io non gli ho detto che sono ritornata con Piero.

"Bene"
Dice lui deglutendo

"E quando ci siamo mollati non l'ha presa bene."
Continuo io a parlare, lui lo vedo un po' disperso.

" Amore forse io devo avere più paura di te"
Mi dice lui titubante.

Gli poso la mano sul ginocchio, mi piace avere un contatto con lui, lui stringe la mia mano, tenendo il volante con una sola mano, cosa che fa abbastanza raramente.

"Ce la facciamo insieme."
Gli dico certa.

" Amore stiamo arrivando "
Mi dice, ma sento un leggero tremore della sua voce.

"Chiamo papà."
Dico spostando la mano dal suo ginocchio.

Lui annuisce e continua a restare concentrato.

Quando arriviamo a casa il cancello è già aperto, mi aspettavo di trovare papà fuori, invece il giardino e il garage sono desolati.

Scendo dalla macchina e mi sistemo il vestito, cerco di far scomparire la pancia tra le pieghe del vestito.

"Amore sei bellissima!"
Mi dice Piero accostandosi a me.

"Si vede?"
Chiedo indicando la pancia.

"Non molto, ma ti prego stai tranquilla "
Mi dice lui prendendomi per mano.

Entriamo dalla porta sul retro che resta sempre aperta di giorno, arrivano delle voci dalla sala, distinguo la voce di papà e quella di Fabrizio.

"Papà, sono a casa."
Dico sulla porta della sala, mentre guardo mio padre e mio fratello discutere.

"Penelope siamo in salotto "
Mi dice mio padre.

Entro titubante, stringendo la mano di Piero, le nostre mani sono un bagno di sudore.

Ci troviamo di fronte Fabrizio.

Non appena alza lo sguardo si trova Piero davanti.

"Che cazzo ci fa lui qua?"
Dice infuriato alzandosi.

"Fabri ti prego."
Dico fissandolo, stringendo la mano a Piero.

"Fabri ti prego cosa?"
Mi chiede lui alterato.

I tuoi occhi scrivono una canzone sulla mia pelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora