Capitolo 16. Per troppo tempo ho scelto te, dimenticando me.

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Penelope

Milano è sinonimo di afa. Sto per scoppiare dal caldo, la pancia pesa e non vedo l'ora di rientrare, spero che Piero abbia il condizionatore acceso perché rischio do svenire.

Quando entro in casa sento un profumino niente male.

"Amore sono a casa."
Urlo buttando la borsa a terra.

"Amore sono in cucina."
Urla lui.

Entro in cucina e lo trovo col grembiule ai fornelli, è così bella questa scena.

"Amore ho una sorpresa."
Gli dico, sorridendo subito dopo.

"Cosa?"
Mi chiede lui voltandosi.

"Saluta Cleopatra."
Dico mostrandole il cucciolo di bengalese che ho preso al gattile. E' così piccola, mi sta appena in una mano e miagola piano.

"Amore ma è un topo!"
Mi dice lui avvicinandosi.

"No, un micino. Era senza famiglia."
Dico baciandolo sulle labbra.

"Amore ma...Un altro gatto?"
Mi chiede lui facendo il musino.

"Era solo, ma se non lo vuoi lo riporto..."
Dico intristendomi, mi ha fatto pena vederlo solo tutto rannicchiato in un angolo del gattile.

"No amore, dai qui..Fammi vedere."
Mi dice lui sedendosi, in questo momento somiglia tanto a suo padre.

Gliela porgo sorridendo e Cleopatra si accoccola nella sua mano e inizia a fare le fusa.

"Che dolce...Come lo chiamiamo?"
Mi chiede lui accarezzandola, pensava fosse ispida come Lucifero.

"Cleopatra."
Dico alzando le spalle e Piero ride.

"Ma guarda che occhi!"
Mi dice indicando gli occhi verdi della gattina.

"Perché ridi?"
Gli chiedo.

"Amore perché è piccola,Cleopatra è un nome imponente."
Mi dice lui.

"Diverrà una Cleopatra. Io lo so. Ora mi baci?"
Chiedo a Piero impaziente.

"Tanti baci."
Mi dice lui sbaciucchiandomi tutta,dopo aver posato il gatto sulla sedia che annusa e poi si accoccola.

"Cosa cucini di buono?"
Gli chiedo tra le sue braccia mentre mi riempie di baci.

"Il polpettone al forno."
Mi dice lui sorridendo.

"Buono. Vado a cambiarmi, e faccio fare amicizia ai due gatti."
Dico lasciandogli un ultimo bacio sulle labbra.

"Aspetta lasciala un po' con me."
Mi dice lui.

"Va bene, mi cambio e arrivo!"
Dico baciandolo piano, e scomparendo in camera.

Piero

Mentre Penelope va in camera io spengo le patate che poi vanno nel forno col polpettone e mi metto a coccolare il gattino che si lascia coccolare, si, fa fare i grattini e mi sta addosso facendo le fusa.

Torna Penelope in un vestito largo, pare che la pancia sia sparita nel vestito, è a piedi scalzi e ha legato i capelli. Mi ha detto in questi giorni che sente tanto caldo.

Ha Lucifero tra le braccia che le lecca il collo e la spalla destra.

"Questa si che è coccolona,non come lui."
Le dico indicando Lucifero.

"La mia palla di pelo è coccolona."
Mi dice dando un bacio alla testona di Lucifero.

Lucifero mi guarda e irta il pelo, inizia a soffiare.

I tuoi occhi scrivono una canzone sulla mia pelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora