Capitolo 34. Ora è già tardi, ma è presto se tu te ne vai

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Penelope

Quando mi sveglio Piero dorme beato, avvolto nella coperta e sbuffa appena mentre respira nel bel mezzo del sonno.

Mi alzo e faccio un po' fatica a chiudere le gambe e a camminare normalmente. Vado a ficcarmi sotto la doccia e ne faccio una veloce e calda, prima di scendere giù per preparare la colazione per tutti.

Metto su il caffè, in forno i cornetti e spremo le arance per una spremuta come piace a Piero. Quando sto per mettere il bollitore in azione suonano al campanello.

Guardi dall'occhio magico e vedo Ignazio. Ha i capelli sparati e le occhiaie sono segno che anche lui stanotte ha dormito poco. Il dolce al cioccolato di ieri lo ha infogato sicuramente.

"Ohi buongiorno."
Dico guardandolo.

"Malefica ciao, hai caffè? Abbiamo dimenticato di fare la spesa."

Mi dice Ignazio sbadigliando.

"Si, ma venite qui a fare colazione. Ho già preparato tutto e messo i croissant in forno."

Gli dico sorridendo.

"Amoreee!"
Strilla Ignazio verso la porta di casa che hai lasciato aperta.

Rido guardandolo, mentre Gianluca esce dalla porta stravolto.

"Amore perché urli?"
Chiede Irene a Ignazio mentre spunta dalla porta più stravolta di lui.

Gianluca fissa la scena inebetito.

"Stiamo qua a colazione."
Le dice lui sorridendole.

"Sei matto!"
Gli dice Irene baciandolo piano e chiamando Iago per farlo passare di qua.

Gli sorrido e vado verso la cucina.

"Gian venite a colazione."
Dico a Gian sorridendogli.

"Malefica che hai?"
Mi chiede indicando le mie gambe Ignazio.

"Cosa?"
Chiedo non capendo.

"Cammini in maniera strana.-alza il sopracciglio.-Ti si è stirato un muscolo?" Domanda servendosi un caffè.

Io e Irene ci guardiamo e scoppiamo a ridere.

"Perché ridete?"
Ci chiede Ignazio bevendo.

"Piero era un po' infogato ieri sera e non si è regolato. Lo sai che già di suo è smisurato!"
Dico ridendo a Ignazio, mentre mi siedo sullo sgabello.

Lui mi fissa con gli occhi sgranati e di riflesso sputacchia il caffè in faccia a Gianluca, appena entrato in cucina.

"Ma che cazzo?"
Si lamenta Gian scioccato, mentre Ignazio tossisce con gli occhi di fuori.

"Scusa Gian...Tu sei pazza!"
Mi dice poi fissandomi e continuando a tossire.

"Perché?"
Chiedo corrucciandomi, mentre Gianluca continua a lamentarsi nel frattempo.

"Non le voglio sapere queste cose. Dov'è la patatella di zio?"
Mi chiede lui volendo cambiare discorso.

"No, ora mi dici perché sono pazza!"
Gli dico come al solito curiosa come le scimmie.

"Perché io queste cose preferisco non saperle. Poi tu e Piero siete unici,mi fate sempre andare tutto di traverso."

Mi risponde lui.

"Io e Piero ci amiamo e con due mesi senza averlo non ero più abituata. Voi iniziate a fare colazione. Vado a svegliarlo."
Dico a Ignazio, si accorgerà che significa stare senza Irene quando avranno un figlio.

I tuoi occhi scrivono una canzone sulla mia pelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora