Capitolo 29. Basta che mi stringi forte e tutto va a posto

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Piero

Scendiamo a colazione insieme con Penelope, oggi se la sente di fare le scale e un'infermiera verrà per le due a metterle una flebo, dice che ne ha bisogno, anche se Penelope non pare molto convinta.

Ho Cassiopea tra le braccia, la picciridda mia, ha le labbra increspate e mi guarda sbattendo gli occhi.

Le parlo, una volta finito di scendere le scale, così sono sicuro di non farla cascare.

"Amore di papà bellissima.."
Le dico sorridendole, mentre sento i miei prendermi in giro.

Arrivo in cucina.

"Ce la fai tenere un po'? O vuoi tenertela da solo?"
Mi chiede papà.

"Va bene, tieni papà."
Gli dico di malavoglia.

Penelope è nevrotica e si sta preparando un tè. Ha regalato un bollitore elettrico ai miei, e lo ha appena riempito d'acqua e prepara in una boule il suo infuso deteinato, le hanno detto che non può prendere più neanche un tè che non sia deteinato ora che allatta la piccola. Prima uno al giorno le era concesso.

"Come è andata la prima notte?"
Ci chiede mamma.

"Bene,ha dormito con noi la picciridda."
Le dico felice, sorridendo.

"Come ha dormito con voi?"
Mi chiede mamma con gli occhi a palla, fissandomi.

"Avevo paura che non la sentivamo."
Le dico con aria tranquilla.

"Lo sapevo che era un'idea tua. Dovete farla dormire nella culla o poi vuole dormire sempre con voi."
Mi dice fissandomi arrabbiata.

"Ma è piccola,mamma!"
Sbuffo.

"Piero, tu parti e Penelope resta sola. Devi lasciarle meno lavoro possibile."
Mi dice mamma avvicinandomi a Penelope che è tesa al bordo vasca mentre guarda il bollitore.

"Bedda mia. Te lo facevo  io il tè picciridda."
Le dice accarezzandole la spalla.

"Ma nostra figlia non è un lavoro!"
Dico risentito.

"Non per te che la tieni un attimo in braccio e basta."
Mi dice fulminandomi mamma.

Mi mummurio tra me e me.

"Tesoro digli di no, altrimenti prende il sopravvento."
Dice mia madre a Penelope.

Lei alza semplicemente le spalle, versando l'acqua nella teiera e buttando dentro la boule.

"Che le hai fatto?"
Mi chiede mamma.

"Ma stanotte erano bellissime,si sono addormentate nella stessa posizione."
Dico a mamma.

"Niente Eleonora. Sono stanca."
Le dice Penelope sbadigliando e sedendosi all'isola con la sua tazza "Nicaredda di casa" che le hanno preso i miei.

"Sicura gioia?Ti ho fatto il ciambellone."
Le dice mamma coccolandola.

"Sicura."
Risponde lei facendole un sorriso.

Mamma le porge una fettona di ciambellone e le da un bacio sulla tempia, mentre papà è impegnato a spupazzarsi mia figlia.

Suonano al citofono in modo abbastanza vigoroso.

"Già gente?"
Chiedo seccato. Sono solo le 10 del mattino, non voglio dividere mia figlia già da subito.

"Sarà Ignazio con Irene."
Dice mamma andando al citofono.

"Chi è?"
La sento chiedere e poi con una voce stranita dice "Un attimo" e torna in cucina.

I tuoi occhi scrivono una canzone sulla mia pelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora