Capitolo 8. ...e poi mi perdo in fondo al tuo sguardo.

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Penelope

Mi sono svegliata presto, ancora appiccicata al petto di Piero. È così rilassato e disteso a letto, mi sollevo e lo fisso, respira a pieni polmoni, ha la bocca chiusa e pare mi prenda in giro, finalmente lo vedo rilassato e disteso.

Gli bacio la fronte e poi le labbra e corro in bagno a fare una doccia rinfrescante, è Giugno ma il caldo è bestiale. Infilo un pantalone e una casacca per scendere in sala, dove c'è Eleonora già sistemata che si da' da fare in sala.

"Tesoro, che ci fai già sveglia? Ho fatto rumore?"
Mi chiede quasi mortificata.

"No Eleonora, ho riposato benissimo e sono sazia di sonno."
Dico sorridendole e dandole poi un bacino sulla guancia.

"Vieni, prendiamo un caffè insieme. Ho appena fatto il ciambellone, si raffredda e puoi mangiarlo. Piero mi ha detto che ne vai matta."
Mi dice Eleonora sorridendomi.

"Beh si, non disdegno un buon dolce."
Sorrido e mi siedo sullo sgabello in cucina, mentre lei prepara una moka di caffè.

Viene a sedersi vicino a me e parliamo, mentre sorseggiamo il caffè. È così dolce, ancora giovane nella mente e con un sorriso bello e genuino. Avrei voluto avere anche io una madre così presente e sorridente. Mia madre era una modella che aveva disobbedito ai genitori e trovò in mio padre colui che le dava un po' di libertà, forse un po' troppa.
Ritorno sul mio mondo al suono di un clacson.

"È Gaetano, scendo. Torna a letto ancora un po', o fai quello che ti pare, noi tornaiamo presto."
Mi dice lei preparandosi con cura per il suo uomo.

"Torno da Piero. Buona passeggiata."
Dico ad Eleonora.
Lavo la moka e le tazzine da caffè, prima di risalire in camera.

Le tende bianche riflettono la luce del sole caldo che batte in camera di Piero, lui è ancora sotto le lenzuola che dorme beato, anche se ha preso a russare appena, come ogni volta che torna in posizione supina.
Chiudo per bene le tende e la porta a chiave. Poi risalgo sul letto solo con l'intimo, gli avevo promesso un regalino al risveglio e io mantengo sempre le mie promesse.

Gli levo il lenzuolo e lui mugugna infastidito, arricciando il suo nasone che mi fiondo a baciare. Mentre mi accomodo piano sul suo bacino e inizio a disperdere baci in ogni angolo del suo viso, delle sue spalle e del suo collo.

Dopo pochissimo sbatte i suoi occhioni nocciola e mi fissa.

"Amore."
Ha la voce roca e bassa, è ancora più eccitante.

"Ssshhh."
Gli poso un dito sulle labbra e poi le bacio, strusciandomi piano sul suo basso ventre, mentre lui si contorce piano sotto di me, e mugola.

Porta le mani sul mio sedere, ma non lo lascio toccare, gliele tiro sulla testa.

"No, fermo. Comando io."
Dico poi, lo noto che fissa il mio seno pieno che oscilla a pochi centimetri dal suo viso.
Inizio a muovermi sul suo bacino con più insistenza e lo vedo chiudere gli occhi e trattenere gemiti, non resiste e porta le mani nuovamente sul mio sedere.

"Non ci siamo Barone, ho detto che oggi comando io."
Gli dico spostando nuovamente le mani.

"Amore, però veloce, non resisto."
Dice lui e lo zittisco di nuovo.

"Comando io."
Soffio nel suo orecchio prima di leccare il lembo di pelle sotto l'orecchio, facendolo gemere.

Sorrido e dopo qualche altro momento di torture gli levo il boxer e scostando il mio tanga inizio la corsa.

Lo sento dentro di me e sotto di me. Per fortuna i suoi non ci sono, penso che a momenti arriveranno i vicini a vedere cosa sta succedendo qua dentro.

I tuoi occhi scrivono una canzone sulla mia pelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora