VI

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Mi guardava intristito.. mi faceva tenerezza, pena e disprezzo per me stessa. La mia mente stava elaborando due cose totalmente differenti.
1. Se lo merita. È lui che ha voluto la mia compagnia. Io sto facendo quello che devo. Non voglio avere contatto con adolescenti in pieni ormoni. Doveva aspettarselo. È colpa sua.
2. Ma guarda che cucciolo. È demoralizzato... ed è colpa mia. Mi sento uno schifo. Come posso essere così stronza. Non mi ha fatto nulla di male. E accidenti se è sexy! Lo notò solo ora? Ma che cos'ho nella testa.. STUPIDA.
Stavo impazzendo.
"Michelle... tutto ok?"
"No.. sì! Ovvio! Certo che sì. Insomma, sono qui con te!" Ma che cazzo avevo appena detto?! E poi perché urlando?!
Lui sorrise, quasi imbarazzato. Sembrava un po' più contento, ma io no. Avevo fallito. Di nuovo.
Ci sedemmo con le nostre bevande calde tra le mani.
"Allora... raccontami un po' di te. Chi è Michelle?" No. No. No.
Perché? Non volevo rispondere, ma mi guardava con uno sguardo speranzoso. Dovevo pensare. Pensare bene. Non volevo farlo soffrire, ma nemmeno illudere.
"Solo se prima mi racconti di Lucas" sorrise. Era così carino quando lo faceva. No. Non di nuovo.
"Beh.." così partì la sua lunga storia. Carina ma lunga. Ormai credevo di sapere tutto su di lui.
".. ora tocca a te" mi sorrise, di nuovo. Pensai più in fretta possibile a cosa dire, ma la tensione mi portò ad aprire la bocca per dire qualcosa e non emettere nessun suono. Di nuovo.
"Tutto ok?" Era divertito e preoccupato allo stesso tempo. Ma non era 'tutto ok' e non sapevo come dirglielo, così lo feci e basta.
"No... scusami" mi alzai dalla sedia lasciando a metà la mia tazza di caffè e corsi via. Non sapevo dove andare ma avevo una sensazione che mi portava al bagno. Il vomito.
La nausea mi tradiva avvolte, ma questa volta mi aveva aiutata, quindi le ero grata.
Come al solito non vomitai, anche se ci speravo, per poter andarmene a casa. Questa giornata non finiva più.
E come se non bastasse ecco l'antagonista avvolte e aiutante altre: la campanella.

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