XIII

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Entrammo in una pizzeria e in quel momento ricordai che avevo solo 5€ nel portafogli. Avrei dovuto prendere le cose meno costose. Nel mentre le mie preoccupazioni continuavano, arrivò una ragazza con molto graziosa con un grembiulino allacciato poco sopra la vita. Ordinai un insalata da 2,30€, sarebbe stata scadente ma non volevo spendere tutti i miei soldi.
Mentre Kyle e il suo gruppo parlava io facevo finta di ascoltare e venivo distratta dai movimenti delle persone che entravano in quella pizzeria. Mi divertiva immaginare le loro vite, i loro problemi e le loro relazioni. Inquietante eh?
"Vero Michelle?" Venni interrotta da Kyle con un colpetto.
"Cosa? Eh? Ah si, certo, vero." Non avevo la minima idea di ciò che avevano discusso gli ultimi 5 minuti e speravo che non se ne accorgesse nessuno, ma così non fu.
"Guarda che se non ti interessa quello che diciamo puoi andartene.." disse con tono stridulo l'unica ragazza oltre a me che solo subito dopo il suo intervento capii che era la ragazza dai capelli di platino. Non c'era dubbio sul fatto che lei mi odiasse. Rimasi a guardarli puntare i loro occhi su di me. Non sapevo come rispondere.
Sentii qualcosa sfiorarmi la mano e poi stringerla. Era Kyle. Mi guardò sorridendo e poi mi salvò.
"Tranquilla Camilla, non c'è bisogno di agitarsi." Poi si rivolse a me con voce calda "tutto bene?" Era rassicurante. Molto. Gli sorrisi timidamente.
"Sì, scusami Camilla, ero un po' distratta" avevo il tono più dolce e simpatico di sempre. Non mi spiegavo ancora come mai ogni mio tentativo di stronzaggine con lui non funzionava.
"Parlavamo del fatto che la professoressa parli in modo incomprensibile" colui che mi aiutò con questa frase era un ragazzo dai capelli rossastri e gli occhi verdi. Era molto carino e mi sorrideva con una fila di denti bianchissimi.
"È vero... sembra che parli una lingua tutta sua. Però potrebbe almeno sforzarsi di parlare italiano" partì una risata alla quale mi unii anche io e in men che non si dica arrivarono i nostri piatti. Guardavo con invidia le pizze fumanti degli altri e poi spostando lo sguardo sulla mia insalata sorridevo.
"Almeno non tiro su altri chili..." sussurrai ma non abbastanza piano. Infatti si girarono tutti verso di me stupiti. Il ragazzo dai capelli rossi mi sorrise.
"Tranquilla non ti serve" wow. Avevo appena ricevuto un complimento così da un ragazzo che conoscevo da mezz'ora. Diventai rossa e nascosi parte della mia faccia dietro il braccio che posai delicatamente sul tavolo.
Mangiammo e quando finimmo tutti ci alzammo dirigendoci verso la porta.
Fuori dalla pizzeria, Camilla e il suo ragazzo se ne andarono finalmente. E noi quattro rimasti ci mettemmo schierati e cominciammo a camminare. Accanto a me si misero il ragazzo rosso e Kyle, uno alla mia destra e uno alla mia sinistra.
"Allora, Michelle, ti è piaciuto?"
"Sì, sono stata bene." E in parte era vero.
"Visto? Te l'avevo detto!" Mi sorrise.
"Allora Michelle... raccontaci qualcosa di te." Mi chiese il ragazzo rosso. No. Non doveva succedere. Stava andando bene.
"Ehm... io..." non dissi nient'altro. Lui vedendo che non ero a mio agio, mi prese per mano.
"Tranquilla, se non vuoi non serve che dici niente" aveva una voce dolce e attraente. Io arrossii e annuii, ancora con la mia mano nella sua. Lui per prendere meglio la presa intrecciò le sue dita alle mie. Stavo cominciando ad avere caldo. No, non di nuovo.
Ormai dovevo rassegnarmi all'idea che non sarei riuscita ad evitare sia Lucas che Kyle che il ragazzo rosso.

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