XXXVII

448 31 4
                                    

Una lacrima mi rigò la guancia rovinandomi il mascara.
Decisi di agire. Volevo sapere, ne avevo il diritto.
Ricordavo di avere da qualche parte il numero di Jhon Cur, il signore che mi portava di famiglia in famiglia. Era il mio responsabile, come di tante altri bambini/adolescenti.
Sapevo che con lui potevo parlare, allora digitai il numero dopo averlo trovato sul fondo della scatola.
Squillò due volte, poi partì a parlare una voce meccanica. Dopo le sue prime 5 parole capii che il numero da me chiamato non era più esistente.
Decisi che, se volevo agire veramente, dovevo andare all'ufficio casa-famiglie.
Presi il cellulare e misi la foto nel mio zaino. Scesi le scale trovando Donna sul divano.
"Io esco"
"Aspetta un attimo. Dove vai?"
"Vado fuori con lui"
"Ah allora vai" mi sorrise e io uscii chiedendomi chi pensava che questo 'lui' fosse.
Ma non me ne preoccupai più di tanto.
Dopo 10 minuti di camminata arrivai alla stazione dei treni. Avevo abbastanza soldi per il biglietto. Comprai i biglietti ma poi fui interrotta. Mi arrivò una telefonata.
"Pronto?"
"Ehi.."
"Lucas?"
"Si... ehm.. vuoi venire da me che ti voglio parlare.." era finalmente pronto a chiarire le cose e io ero sulla mia via per un'altra città.
"Ora io non posso.."
"Vengo io da te. Dove sei?"
"Ehm"
"Michelle. Dove. Sei?"
"Io..."
"Rispondimi!"
"Alla stazione..."
"Cosa?! Cosa diavolo ci fai alla stazione?!"
"Lunga storia"
"Ho tempo"
"Devo andare in una città a un'ora da qui"
"Perché?!"
"Devo scoprire delle cose!"
"È troppo pericoloso. Non ci vai!"
"Troppo tardi, ormai ho il biglietto e il treno parte tra 15 minuti"
"Ok, non ti posso fermare, vai." Me l'aveva resa troppo semplice, qualcosa non quadrava.
"Come?"
"Sì, vai.. tanto tra tre minuti sono lì da te"
"Cos?!" Chiuse la chiamata. Stava arrivando, saremmo andati insieme, perché io non ci rinunciavo.
Cosa stava per succedere?

SolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora