XXXXVI

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Mi prese per mano e senza dire niente mi portò delicatamente al parco sul lago.
Era bellissimo, un vero spettacolo. Sia il parco, che lui.
Lui mi sorrise e cominciò a parlare.
"Da piccolo venivo qua con mia nonna. Mia nonna era come una madre per me, perché la mia era sempre al lavoro. Ci sedevamo su questa panchina e guardavamo il lago. Avvolte lanciavo dei sassolini, cercando di superare sempre quella roccia laggiù." Mi indicò una roccia abbastanza lontana dalla riva. "Lei batteva le mani anche se li lanciavo poco lontano. Lei era tutto per me. Ma un giorno è prima andata in un'altra città, e poi è morta. Era lì in cura. Mi manca tanto, anche se questo non è minimamente doloroso quanto ciò che hai passato tu... ho pianto per giorni." Aveva gli occhi un po' lucidi, mentre osservava un punto fisso davanti a lui.
Gli strinsi la mano.
"Vuoi venire a casa mia?" Mi chiese con un sorriso ancora scosso da ciò che mi aveva detto e non potevo dire di no.
"Certo" gli diedi un bacio a stampo sulle sue labbra rosee.
Dopo un quarto d'ora di bus arrivammo davanti alla sua casa maestosa.
Mi portò subito in camera sua e mi fece sedere sul letto.
"È difficile per me dire queste cose, e non vorrei sembrare avventato o stupido ma... credo di amarti" COSA?! Sgranai gli occhi stupita. Sapevo che si aspettava una risposta ma non ero sicura che lo AMASSI davvero. Mi piaceva e tanto, ma amare è una parola grossa. Volevo comunque dimostrargli che ci tenevo a lui allora gli diedi un bacio, lento.
La sua mano si posò sui miei fianchi. Approfondì il bacio. Era una dolce armonia.
Chiese il permesso di entrata, inumidendo un po' il mio labbro inferiore.
Diedi il permesso e cominciò un valzer.
Era una sensazione molto piacevole. La sua mano cominciò ad abbassarsi. Passò dai miei fianchi alla mia coscia per poi tornare ai miei fianchi e poi posarsi sul mio fondoschiena.
Mi lasciai andare per una volta e affondai la mia mano trai i suoi ciuffi biondi, mentre lui mi faceva distendere, senza fermare il bacio.
Si separò dalle mie labbra e cominciò a seguire una scia per i miei zigomi fino ad arrivare all'orecchio. Lo mordicchiò leggermente, senza farmi male. Poi sposto i suoi umidi baci sul mio collo. Ci lavorò un po'. Non stavo esattamente capendo che cosa stesse succedendo, troppo presa dal solletico che le sue labbra lasciavano.
Smise di baciarmi. Con foga si levò la maglia. Stavo realizzando quello che voleva fare e non ero assolutamente pronta. Quando stava per levare la mia, lo fermai.
"Ehm... io.. non"
"Non sei pronta?"
"Uh.. non proprio."
"Dopo che ti ho detto che ti amo?!"
"Uhm.. io, è la mia prima volta e.."
"Sei vergine?!" Disse sgranando gli occhi. Ma sei stupido?! Se non sono pronta vuol dire che non l'ho mai fatto! DUH?!
Annuii e lui mi guardò intristito e scocciato.
"D'accordo, quando sarai pronta" sforzò un sorriso ma si capiva che gli rodeva dentro.
Mi alzai e gli passai la maglietta.
"Mettitela" Risi un po', ma lui non rise con me.
Se l'era presa un sacco. E mi stavo cominciando a chiedere se mi amava davvero...

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