XXXXVII

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Lo guardai ancora per qualche secondo, ma lui non si mosse e non disse niente.
Mi girai e presi la maniglia della porta e feci per aprirla.
"Te ne vai così?" In quel momento la sua voce così 'seccata' mi irritava.
"Come dovrei andarmene, scusa?!"
"Potresti non andartene" mi guardò malizioso.
"E dimmi, cosa dovremmo fare di preciso? No, perché qua mi sembra che tu voglia solo scopare" mi ero sfogata.
"Devo pure soddisfarmi in qualche modo" sbuffai. Era arrogante, non era il Kyle che conoscevo.
"Sei patetico..."
"Parla la verginella"
"Ti ho appena raccontato il mio passato, credevo avessi capito che non avevo sperimentato molto la mia vita. Ma lascia stare, tanto ormai conta solo il sesso!"
"Non conta solo quello, ma è una cosa normale... il ciclo della vita" disegnò un cerchio muovendo la mano nel vuoto. Credeva di essere spiritoso.
Aprii la porta senza aggiungere altro e mi avviai al corridoio. La mano di Kyle mi fermò.
"Mi dispiace..."
"Ah-ha non te la caverai così facilmente"
"Stavo solo scherzando"
"Non si scherza così... credi che io vada fiera di essere vergine?!"
"Beh possiamo sempre rimediare"
"Kyle! Ora basta. Io me ne vado sul serio" mi girai e cominciai a camminare.
"Hai solo paura!" Mi bloccai e lentamente mi voltai. Mi avvicinai a lui e feci per baciarlo. Al posto di posare le mie labbra sulle sue, naturalmente, la mia mano colpì con forza il suo viso. Soddisfatta me ne andai ma lo sentii urlare.
"Troia!" Me ne fregai e corsi fuori da casa sua.
Arrivai a casa più veloce che potei e, dopo aver salutato velocemente Donna, corsi in camera.
Come avevo potuto fidarmi di lui? Come aveva potuto piacermi? Come potevo essere stata così stupida? Sono proprio una cogliona.
Erano solo le 16.30 ma mi misi a dormire.
Mi svegliai con una carezza sulla guancia. Era Donna che sorrideva. Mi accompagnò al piano di sotto e cenammo. Non dissi nulla di ciò che era successo. Non sapevo come dirlo e non volevo tantomeno sapere come avrebbe reagito. Dopo cena mi addormentai, questa volta definitivamente svegliandomi il mattino seguente.
Mi vestii, mi pettinai, salutai Donna ed uscii di casa. Tutte queste cose accaddero molto veloci nel mio cervello. Accadde, tanto veloce quanto il resto, il mio arrivo a scuola.
Scesi dal bus. Cominciai a camminare e vidi Kyle con il suo gruppo di amici, ridevano mentre passavo e posso giurare di averne uno sentito dire.
"Ora ti tocca la penitenza, Kyle. La prossima volta vincile le scommesse, amico!" Seguito da una risata generale. Non sapevo di cosa stessero parlando e sperai che non fossi io.
Non sarei mai riuscita a sopportare il fatto di essere una scommessa di qualcuno.

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