Capitolo 37

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La mattina dopo mi alzai piuttosto tardi, nella mia stanza c'era Ivan che sistemava la valigia.

Io: Giorno Iv, grazie mille.

Iv: Ehi Fabi,vatti a dare una rinfrescata, c'hai na faccia che farebbe paura ad un zombie.

Io: Ah beh, che dolci parole.

Iv: Dai su scherzavo, come stai?

Io: Abbastanza bene.

Iv: Prima ha chiamato Pippo, ha chiesto se eri qua.

Io: Tu che gli hai detto?

Iv: Gli ho detto che stai qua a Roma.

Io: Perché l'hai fatto? I cazzi tuoi mai eh?

Iv: Era preoccupatissimo,stava male, non me la sentivo di dirgli una cazzata.

Io: Se va beh.

Iv: Devo farti una richiesta da parte sua.

Io: Spara

Iv: Vorrebbe che mercoledì andassi a Modena per Gara4.

Io: Non se ne parla neanche.

Iv: Ha già preso i biglietti anche per te.

Squillò il telefono, sul display lessi che era Pippo, non avevo la minima intenzione di rispondere. Ivan lo prese, accettò la chiamata e me lo passò.

Fil: Ciao Fabi, tutto okay?

Io: Sì

Fil: Che succede?

Io: Niente.

Fil: La smetti di parlare a monosillabi?

Io: Preferisci che metta giù?

Fil: No dai per favore non fare così, mi dispiace, ti prometto che ci sarò sempre, farò di tutto per starvi accanto, vi amo. Fabi non posso lasciarvi andare. Vieni a Modena mercoledì?

Io: Non ci penso neanche.

Fil: Perché ti comporti così? Ci sposiamo tra una settimana, non può finire ora, ragiona Fabi.

Io: Ma mi ascolti quando parlo? Non mi pare. Non riesci a capire che per colpa di questa gravidanza sto nuovamente piombano nel tunnel oscuro da cui ero uscita solo grazie alla pallavolo?

Fil: Per cui visto che tu vuoi continuare a giocare non possiamo avere un figlio...

Staccai immediatamente la chiamata. Come si permetteva di dire certe cose? Non l'avrei perdonato facilmente.

Io: Ivan esco a fare un giro.

Iv: Colazione?

Io: Non ho fame, non preparate nemmeno il pranzo, tanto non mangio.

Iv: Per favore sorellina non cominciare come 13 anni fa.

Io: Okay, ora esco ciao.

Iv: Fatti sentire, vedi di non sparire.

Mi cambiai,presi la mia borsa e uscii. Benché fossimo fuori stagione le vie di Roma erano affollate da turisti. Raggiunsi un parco verde vicino a casa. Pochi metri dopo essere entrati si svoltava a destra. Lì c'era una quercia più grande delle altre,u po' isolata dal resto del bosco. Controllai e rimasi stupida che quella F incisa 13 anni fa era ancora lì nello stesso identico punto. Quella quercia era mia, quando uscivo da scuola venivo sempre qua,era il mio rifugio. Passavo il pomeriggio ai piedi di quell'albero,studiavo,leggevo, mi rilassavo, facevo di tutto. Mi sedetti,cullata tra le sue radici mi sentivo al sicuro. Aprii la borsa per tirare fuori uno dei libri che mi ero portata dietro "Il Libro dei Nomi"...cosa ci faceva lì dentro? Lo aprii e sulla prima pagina trovai un post-it: "So che farai la scelta giusta e non mi deluderai. Ti vorrò sempre bene. Ivan" Lo rimisi nella borsa e tirai fuori "50 sfumature di Nero". Avevo recentemente concluso il primo volume, ora mi spettava il secondo. Spensi il cellulare,mentre leggevo avevo bisogno di pace. Nessuno doveva azzardarsi a disturbarmi. Quando conclusi il libro guardai il sole,era alto nel cielo, era appena passato mezzogiorno. Presi dalla borsa il terzo volume della trilogia. Lo stavo aprendo quando una mano si appoggiò sulla mia spalla. Sobbalzai, avevo paura a voltarmi e scoprire chi fosse. Ero terrorizzata, avevo paura sia per me che per la creaturina che portavo in grembo.

Nulla ci potrà mai dividereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora