Capitolo 2

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Chiudo l'armadietto e prendo il corridoio destro salendo le scale.

Vado diretta alla terza porta del corridoio destro del secondo piano, l'aula di filosofia.

La porta e aperta ed io non faccio altro che entrare.

Ci sono due miei amici che stanno parlando fra di loro.

<Ragazzi!> esclamo sorridendo mentre vado verso il mio banco.

Andrea e Luca sono due miei carissimi amici! Siamo insieme da quando siamo piccolini!

Luca ha una cotta per me da sempre! L'ha detto ad Andrea che me l'ha riferito da bravo amico.

<Ehi nana!> mi dice Andrea venendo verso di me.
<Non mi chiamare nana! Anche perché non sono bassa!> dico facendo scappare una risata anche anche a Luca.

<E io ti chiamo nana lo stesso!> dice incrociando le braccia e appoggiandosi sul banco.

Allora ti chiamo <Moro!> controbatto io incrociando le braccia.

Andrea detesta essere chiamato moro, non so perché.

Dopo qualche minuto di stronzaggine entrano anche tutti gli altri componenti della classe.

Dopo poco entra anche la professoressa, che, posando la sua borsa sulla cattedra ci avvisa che doveva sbrigare delle cose con delle persone esterne. Grandioso! Oggi niente ora di Filosofia!

Luca e Andrea vengono al mio banco, che a loro volta si aggiunge anche una ragazza della classe.

Mancano dieci minuti alla fine dell'ora, la professoressa entra e si mette al computer iniziando a scrivere di fretta.

L'ora termina ed io insieme ai ragazzi esco dall'aula.
<Ci vediamo tra un'ora nell'intervallo!> <Promesso!> rispondo a Luca che se ne va con Andrea a destra mentre io sono obbligata a scendere le scale per ritornare al mio armadietto.

Arrivo davanti l'armadietto, lo apro posando il libro di filosofia e prendendo il quaderno di matematica.

Ho due minuti per andare dall'altra parte della scuola. Dio che palle!

Di scatto chiudo l'armadietto e vado con passo svelto verso l'aula di matematica.

Arrivo in anticipo di quindici secondi. Entro e mi metto in un bellissimo banco vuoto...

<Ciao ragazzi! Oggi faremo un bellissimo ripasso, ma prima, Noemi ti devo parlare...> dice la professoressa facendomi gesto con la mano di venire a fianco a lei.

Apre la porta della classe facendomi uscire.

<Allora cara mia, nel consiglio di classe abbiamo discusso tanto! Tu hai ottimi voti in tutte le materie, tranne che di matematica... perché?> <Non mi piace la matematica...> rispondo a bassa voce.

<Quello lo avevo capito Noemi, ed è per questo che tutti gli insegnati hanno pensato ad un tutor per cercare di farti amare la matematica... anzi, farti piacere, poi la amerai più avanti!> mi dice incrociando le braccia con un sorriso.

<Beh, per me va bene...> rispondo facendo un sorriso per poi entrare in classe.

Mi sento tutti gli occhi puntati addosso.

<Non sono ne' sospesa e ne' niente, avete poco da fissarmi così!> dico in piedi davanti a tutta la classe.
Mi sentivo addosso troppa soggezione.

No ma aspetta, io non lo voglio il tutor!
La professoressa mi ha assicurato che il tutor e un'insegnate esterno ma che ha già lavorato a contatto con degli studenti della scuola.

Devo andare da lui-lei domani alla fine delle lezioni, mi ha dato l'indirizzo la professoressa.

Ho paura, che ne so, magari è un pedofilo che mi vuole uccidere!

La lezione di matematica viene interrotta dalla campanella anti-incendio che sta suonando in maniera assordante.

Usciamo tutti dalla classe in fila quasi indiana e seguendo tutti l'apri fila usciamo dal l'edificio.

<Ma è una prova oppure è successo qualcosa per davvero!> chiedo alla professoressa di matematica confusa e anche un pochino spaventata.

<Non lo so ragazzi, nessuno mi aveva avvisato di una prova di evacuazione, magari è successo qualcosa per davvero...>

Dice la professoressa guardando un fascicolo e consultando alcuni fogli che teneva in mano.

Ci sono tanti gruppi di ragazzi con i loro professori per tutto il cortile.

Ad un certo punto una mano mi tocca la spalla facendomi ruotare verso di lei.

Il figlio del mio tutor. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora