Profondità infernali

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Ogni dolore viene scritto su lastre di una sostanza misteriosa al paragone della quale il granito é burro. E non basta un'eternità a cancellarlo.
(Dino Buzzati)

Dopo due giorni passati a casa del mio migliore amico, siccome non volevo vedere mia madre e nemmeno la mia migliore amica; perché é vero che quando occhio non vede, cuore non duole! Eppure, probabilmente, se non lo avessi saputo mi sarei arrabbiata lo stesso; quindi oggi decido di tornare alla Mayer Corporation per lavorare e per dimostrargli che di lui non mi interessa proprio niente.
Per cui mi alzo da questo maledetto letto che occupo come un fantasma da quarant'otto ore ed inizio a vestirmi ringraziando il cielo per quando ho deciso di mettere in borsa un cambio decente di vestiti. Sono proprio una donna previdente! Dovrebbero darmi un premio solo per non essere così sbadata. Ma quale premio? Per favore Barbara, sei uno straccio, non ti meriteresti manco una riverenza per come sei presa. Per un uomo poi, che conosci da poco e che può darti solo problemi, come se tu non ne avessi già di tuoi da risolvere!
Basta piangersi addosso é ora di affrontare il lupo nella sua tana ossia andare diretti al patibolo di uno stronzo manipolatore; maledetta me che ho accettato quel lavoro del cazzo!
Mi faccio una doccia veloce, esco, mi asciugo i capelli, mi guardo allo specchio e noto delle occhiaie che potrebbero fare a gara con le borse di Louis Vuitton, anzi non ci sarebbe a gara; il che significa che dovrò esagerare con il correttore (quintali di correttore). Intanto, esco dal bagno in asciugamano e ringrazio il cielo che il mio amico stia ancora dormendo; ed entro nella "mia stanza"; inizio a prepararmi con una gonna a tubino nera ed una camicetta bianca, scarpe nere con tacco. Infine torno in bagno e mi trucco leggermente evidenziando la bocca con del lucidalabbra trasparente, poiché non ho nemmeno voglia di impiastricciarmi come si deve. Maledetto Mayer, faremo i conti, tu e i tuoi cazzo di baci con la lingua a puttanelle, me la pagherete!
Prima di uscire lascio un biglietto a Matthew dicendogli di non preoccuparsi e che vado a lavoro con l'autobus e soprattutto di stare tranquillo!
Dopo mezz'ora arrivo davanti alla grotta di Polifemo ed inizio a pensare di farmi chiamare Nessuno; almeno così non dovrò affrontarlo direttamente. Entro, prendo l'ascensore, digito il piano ed in men che non si dica mi trovo nel mio ufficio, so che il maniaco del mio capo ha messo delle telecamere, per cui mi vede che sono tornata e neanche due secondi dopo sento la sua voce, il guaio é che non é un timbro da uomo sobrio:" si.....gnorina Justice la aspetto nel mio ufficio". La sua telefonata termina addirittura ridendo come un coglione; sono anche una stupida perché dopo essermi detta che quell'uomo non mi deve interessare, sono qui che mi preoccupo e mi interesso alla sua salute mentale e fisica mandando a puttane tutto quello che mi ero ripromessa.
Difatti inizio a camminare velocemente per raggiungere il suo ufficio( che poi é vicino al mio) e spalanco la porta con poca cordialità, quello che mi si presenta davanti é una scena pietosa. Entro trovando l'ufficio completamente distrutto, lui seduto sulla sedia girevole con la faccia da ubriaco marcio ed io che rimango a bocca aperta; ma é quando sento le voci dietro di me che comprendo di dover chiudere istantaneamente la porta. Così chiudo ed inizio ad avvicinarmi guardandolo sprezzantemente negli occhi e chiedendogli:"John che hai combinato, sei ubriaco da far schifo, dammi le chiavi dell'auto che ti porto a casa a smaltire la sbornia".
Lui da ubriaco qual'è inizia a ridere e poi strascicando le parole inizia:" se vuoooi proooprio saperlo sono ubriaco da quando te ne sei andata e sono tornato a casa trovando ancora della tua roba a casa mia! Mi sono bevuto tutto quello che avevo a casa e poi sono arrivato qui ed ho finito tutta la scorta. Non contento mi sono fatto portare altri super alcolici, poi a causa di tutto quello che avevo ingurgitato sono caduto, ho sbattuto la testa e ho dormito fino a sta mattina, adesso sei qui e mi chiedi le chiavi per portarmi a casa!? Ma la vera domanda é: sai guidare una Lamborghini? Ahahahahahahahahah ti prego non farmi ridere! Ma se proprio vuoi sono nella mia giacca sull'attaccapanni. Se non vogliamo suicidarci tesoro ti conviene chiamare il mio autista che uso quando sono in stati peggiori di questo, si chiama Mark!". "Sta zitto John, non chiamerò Mark e fai silenzio! Anzi cerca di alzarti da quella sedia; idiota!".
Prendo le chiavi, ma ovviamente lui non riesce ad alzarsi, così mi avvicino e lo aiuto, adesso che lo guardo meglio é ancora vestito con gli indumenti di quella sera, e devo ammettere che anche in questo stato é sexy, anche se puzza un pochino.
Riesco a farlo stare in piedi, lo aiuto ad uscire; quando usciamo le voci di corridoio ci investono ma non ci faccio caso, lo lascio appoggiato al muro, prendo la mia borsa, lo vado a riprendere, prendiamo l'ascensore dove si rifiuta di andare ma io ce lo faccio entrare contro la sua volontà, usciti arriviamo alla sua macchina e lo faccio entrare dalla parte del passeggero mentre io velocemente entro nell'altra. Accendo la macchina, e con calma inizio ad uscire dal parcheggio, lui inizia a ridere dicendomi di guidare come sua nonna che poi non ha mai conosciuto ed io penso: aspetta che arriviamo in strada e ti faccio vedere, coglione che non sei altro!
Appena mi immetto inizio ad accelerare come una pazza arrivando a cento all'ora e superando una miriade di macchine che mi mandano a quel paese; per andare a casa sua devo fare un pezzo in autostrada, qui fregandotene del limite salgo ai cento cinquantina chilometri orari e sento John dirmi di andare più piano, che sono una pazza! Cinque minuti dopo, grazie alla mia guida spericolata arriviamo nella sua torre, lo aiuto a scendere, mi faccio dare le chiavi ed entrando mi trovo la casa distrutta, cocci dappertutto, mobili ribaltati e chi più ne ha più ne metta!
Con fatica riesco a fargli salire le scale ed a portarlo di sopra, in camera sua, qui lo faccio sedere sul letto e poi gli dico:" ti aiuto a spogliarti, poi ti metti a letto e dormi un po'! Va bene?".
John,però, ha viglia di fare di testa sua:" solo se dormi con me! Ti prego!".
Ma io non demordo cercando di restare sui miei passi il che mi é difficile:" no, non posso, poi ti devo aiutare anche a fare la doccia; dopo però perché devi smaltire un po' di sbornia; da quando é che non ti fai una doccia?".
Punta i suoi bellissimi occhi nei miei e continua:" dormi con me ti prego, ho gli incubi, é per quello che mi distruggo ogni sera, ed é per quello che quella sera mi hai trovato con la testa sul tapis roulant a dormire. É l'unico modo che ho per non avere incubi, devo andare avanti fino a che non ho più forze, ne fisiche ed ancora meno mentali, il pensare mi uccide. Lo so che sono un mostro, che non vorresti nemmeno essere qui, ma anche se odio ammetterlo, (probabilmente te lo confesso solo perché sono ubriaco e la mia lingua non accenna a fermarsi),ho bisogno di te!". Mentre mi dice queste parole, abbassa gli occhi e pone la sua testa sul mio seno, stabilizzando il suo respiro ed annusando il mio profumo ed io non riesco a non cedere, mi odio per questo, ma non ci riesco.
Gli accarezzo i capelli e gli dico:" va bene piccolo, ma adesso cerca di collaborare lasciandoti spogliare così poi vengo a dormire con te! Ok?"
Accenna un Si con la testa e dopo averlo lasciato in boxer mi spoglio rimanendo in body e lo raggiungo:" dormi adesso!". Ma lui deve avere sempre l'ultima parola anche da sfatto ovviamente:" va bene ma non te ne andare per nessun motivo, ti supplico!". " Va bene, come vuoi John, ma adesso chiudi gli occhi e dormi".
Fa come gli dico e dopo dieci minuti sento il suo respiro che si regolarizza facendomi capire che si é addormentato, mentre io penso alla sua confessione e che forse dovevo approfittare della sua ubriachezza per farmi dare altre informazioni da lui, poi però mi dico che non sarebbe stato giusto nei suoi confronti. Lo ammiro mentre dorme pensando che John é il più bell'uomo che abbia mai visto ma anche il più complicato e contorto che abbia mai incontrato.

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