Baciati dalla fortuna

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Mi hai fatto amare tutti i miei difetti
E come ho fatto io quando non c'eri?
Non prendere impegni per i prossimi anni

Che sarà domani
Non so che cosa dirti
Domani sarà ieri, ma sì
Noi non saremo uguali
Ma dentro i nostri abbracci, quelli sì

Nei tuoi occhi c'è il cielo più grande che io abbia visto mai
E le tue braccia una spazio perfetto in cui ci tornerei per sempre
In cui ci resterei per sempre

Barbara
Oggi é il grande giorno, un giorno che sarà indimenticabile, un giorno in cui soffirò un pochino ma poi sarò immensamente felice: oggi vado a partorire i miei cuccioli.
Queste settimane per me sono state molto difficili, mi sono dovuta preparare psicologicamente e ho dovuto litigare più volte con John; posso tranquillamente affermare che questi giorni sono stati infernali, un vero incubo.
Il nostro primo litigio trattava il fatto che io non volessi più sposarlo, per cui ha iniziato a dire che non era abbastanza per me e che non lo amavo così tanto come gli dicevo. La mia reazione é stata quella di girargli le spalle, prendere le scale, andare nella nostra camera e preparare la valigia per i giorni in cui starò in clinica ricordandomi di mettere anche i vestitini per i bimbi. Mentre la sua reazione é stata quella di entrare in camera sbattendo la porta, agguantarmi per i fianchi e baciarmi appassionatamente come un assatanato; all'inizio ho fatto un po' di resistenza ma poi mi sono lasciata andare senza alcuna riserva.
Il secondo litigio é stato per la camera dei piccoli perché io, siccome, sono due femmine e un maschio pensavo ad un colore unico, ne rosa ne blu, lui invece, voleva dipingere due pareti rosa e due pareti blu. Non chiedetemi come ha fatto a pensare una cosa del genere perché non saprei rispondere alla vostra domanda. Tutto si é conclusa con la sua vittoria, visto il fatto che mi ha baciato fino a farmi perdere i sensi, mi ha spudoratamente resa debole, e poi tutto felice ha chiamato un' impresa che venisse a fare la camera come voleva lui.
In seguito nel terzo litigio, John ha iniziato a mettere in discussione i nomi che avevamo scelto precendentemente, così ho cercato di stare calma e per un minimo di accontentarlo. Abbiamo scelto di chiamare i nostri figli con nomi che molti direbbero particolari ma che per noi sono perfetti; difatti si chiameranno: Celeste, Sole e David.
Sole, perché John dice che appena mi ha vista il suo mondo ha iniziato a splendere, Celeste perché il sole ha bisogno del cielo e John é il mio cielo e David ispirandoci alla statua di Michelangelo che vedemmo tempi addietro nel museo in cui risiedeva.
Alla fine di questa discussione nessuno ha vinto e nessuno ha perso, tutti abbiamo ottenuto quello che volevamo. Ora sono in una sala d'ospedale, fredda, consapevole che mi faranno addormentare per poi attraverso il cesareo far uscire i miei tre cuccioli, se devo essere sincera sono spaventata, avrei voluto John con me ma ho preferito stesse fuori.
L'infermiera arriva con la mascherina, me la mette sul viso e cinque secondi dopo non sento più nulla, il buio assoluto, le tenebre mi attanagliano.
Ore dopo mi ritrovo in una camera privata, con una flebo al braccio e nessuno dei miei figli attorno, non ricordo nulla, non li ho sentiti nemmeno piangere quando sono nati, non ho potuto fare un parto naturale perché questa gravidanza é stata difficile non solo dal punto fisico ma anche da quello mentale e psicologico. Sento la porta aprirsi e John preoccupato entrare, prende la poltrona, la ripone vicino al mio letto ma prima di porsi sulla poltrona si siede di fianco a me.
Ripone la sua mano sulla mia guancia, si avvicina e mi bacia dolcemente sulle labbra, poi mi chiede:"come stai amore mio?". Lo guardo meglio, lo ammiro in tutta la sua bellezza e lo trovo perfetto con quegli occhiali, la canottiera verde scuro, i muscoli in bella vista, il viso rilassato anche se contratto dalla paura.

 Lo guardo meglio, lo ammiro in tutta la sua bellezza e lo trovo perfetto con quegli occhiali, la canottiera verde scuro, i muscoli in bella vista, il viso rilassato anche se contratto dalla paura

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