Capitolo 3

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Nonostante quella disastrosa guerra, Hogwarts era ancora in piedi, quasi più bella di prima. I professori si erano dati molto da fare quell'estate, per rimetterla a nuovo, e ci erano riusciti alla perfezione. Non c'era alcuna traccia della battaglia che era stata combattuta, e sembrava davvero come se non fosse successo niente, come se non se ne fossero andate un sacco di persone innocenti.

Ma non era così.

I ricordi di quella tragedia erano ancora vivi nella mente di professori e studenti, dal secondo all' ultimo anno. C'era da dire che erano cambiati tutti, chi più chi meno. E non era stato un gran bel cambiamento...

Hermione uscì dallo scompartimento, fregandosene altamente di dire a Malfoy che poteva cambiarsi, e si diresse fuori dall' Hogwarts Express, verso le carrozze.
C'erano molti meno studenti di tutti gli altri anni. Probabilmente i genitori non si fidavano ancora del tutto di Hogwarts.
Ma forse era meglio così.

Hermione raggiunse la Sala Grande e si sedette al tavolo dei Grifondoro. Dei suoi vecchi compagni c'erano solo Seamus Finnegan, Dean Thomas e Neville.
Non aveva niente di cui parlare con nessuno dei tre, così rimase in silenzio per tutta la cena, a pensare agli anni passati, quando era ancora tutto diverso. A guardare i bambini del primo anno che erano appena stati smistati nella loro casa, e che stavano felici nella loro nuova famiglia.

***

Ma quanto cavolo ci metteva la Granger?! Insomma, era una stupida divisa, non ci poteva volere così tanto! Era da venti minuti che lo aveva mandato via, e anche lui si doveva cambiare.

Altri cinque minuti...

Ancora niente. Eh no, si sarebbe dovuta dare una mossa, e ci avrebbe pensati lui a svegliarla.
Così si diresse con passo pesante allo scompartimento e aprì la porta, urlando:- Granger quanto...- ma la cabina era vuota.
Ormai il treno si era fermato.
Guardò fuori dal finestrino e vide la testa riccia della Granger sopra l'ultima carrozza per Hogwarts.

E così... Quella bastarda aveva finito di cambiarsi e non lo aveva avvertito?!

E in più era in ritardo!

Così, infilandosi la divisa per strada, corse fuori dal treno, mentre questo ripartiva, e fece a mala pena in tempo a saltare sulla strada, facendosi anche abbastanza male.

Incurante del dolore corse dietro alle carrozze, verso il castello, deciso a vendicarsi di quella stronza di una Grifondoro...

***

La scena fu decisamente comica.

Draco Malfoy, il sempre perfetto e impeccabile Serpeverde, fece il suo ingresso in Sala Grande con i vestiti sporchi e strappati qua e là, con i capelli in disordine e intrecciati di foglie e una sola scarpa al piede. L'altra la teneva in mano.

Tutta la Sala Grande esplose in una risata fragorosa, e anche dal tavolo dei professori provenivano risatine trattenute.

Quando Hermione alzò lo sguardo su Draco rischiò di sputare l'acqua che aveva appena bevuto, ma in qualche modo riuscì a trattenersi.
Ingoiata l'acqua rise di gusto, fiera di essere la causa di tutto ciò. Finalmente una bella vendetta dopo sei anni di angherie e insulti.

Draco si accorse di quanto lei fosse divertita dal suo aspetto terribile e la guardò con un' occhiata che poteva voler dire solo "ti ucciderò stanotte mentre dormi" e andò a sedersi al tavolo dei Serpeverde.

Quando si avvicinò, tutti i ragazzi della casata di Salazar si dimenticarono immediatamente dell' aspetto di Draco e, con aria disgustata, si scansarono, riservandogli un posto isolato al centro del tavolo.
Draco era confuso.
Non era forse il Principe delle Serpi? Che cos'era quell' atteggiamento?

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