Capitolo 38

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Allora c'era davvero qualcosa che non andava.
Non dovevano parlare, era per forza destino.

Era questo che pensava Draco, mentre correva in Sala Grande.
Mica pensava che c'era una battaglia in corso. No.
Lui pensava a quello, e a quanto fosse bello sapere che la Granger non volesse tornare con Weasley.

Probabilmente avrebbe dovuto pensare al fatto che tutti loro erano in pericolo di vita, ma non ci riusciva proprio.

Arrivati in Sala Grande, la McGonagall, iniziò a parlare, ma la cosa fu piuttosto inutile, dato che tutti gli studenti parlavano agitati.
E come biasimarli.
Una minaccia che ormai credevano "morta" tornava alle porte di Hogwarts.

E proprio allora, a Draco venne in mente una cosa:
Mangiamorte, equivaleva a suo padre e sua madre.
Sarebbero stati lì anche loro, e Draco avrebbe dovuto combatterli.

-Ragazzi, per favore! Fate silenzio! Un gruppo di Mangiamorte ci sta attaccando, e voi vi comportate così?!- urlò la preside, e quella domanda provocò il silenzio immediato.

-Bene. Allora, voi, ragazzi di primo e secondo anno, andate con Filch e gli altri professori giù nei sotterranei. Il resto di voi, ragazzi, potrà decidere se rimanere a combattere o no- disse la McGonagall, facendo un respiro profondo.

Era evidentemente molto preoccupata.

A quelle parole, Draco stava già facendo marcia indietro verso i sotterranei, deciso a non voler correre il rischio di incontrare i suoi genitori, ma purtroppo Hermione se ne accorse e lo prese per un braccio.

-Fermo qui, Malfoy. Non puoi ritirarti come un codardo! Tutto questo tempo insieme a me non ti ha insegnato niente sul coraggio?- chiese la Grifondoro, a bassa voce.

Bhè, in effetti aveva ragione...

-E va bene Granger, resto a combattere. Ma lo faccio solo per te- disse.
Poi, velocemente, si corresse:- Cioè, intendo dire che mi devi un favore-

Hermione sorrise e gli strinse la mano, come a fargli capire che era una buona idea rimanere a combattere.

Intanto pensava anche al fatto che probabilmente aveva sbagliato a non dire a Malfoy quello che provava, ma ormai non poteva più farlo.

-Ragazzi, andate forza. Qua dobbiamo organizzare un piano- disse la McGonagall, spedendo i ragazzini dei primi anni fuori dalla Sala Grande con gli altri professori.

Ma Luke corse da Hermione e l'abbracció, dicendo:- Stai attenta-, poi allontanò Draco e chiese piano:- Allora? Glielo hai detto?-

-Non c'è stato verso- rispose lui.

-Accidenti! DEVI dirglielo, prima che sia tardi!- imprecò Luke.

-Signor Smith, anche lei!- lo chiamò una professoressa, e lui fu costretto ad andare.

-Che ti ha detto?- chiese Hermione.

-Oh, niente, niente...- rispose Draco, facendo il vago.

-Allora, ragazzi. La squadra di Auror di scorta non arriverà prima di domani mattina, quindi dovrete tenere duro e tenervi pronti. I Mangiamorte hanno quasi già distrutto la cupola intorno al castello, e per allora dobbiamo essere preparati- disse la preside.

-Così- iniziò a spiegare Lumacorno - ci saranno cinque membri di ogni casata in ogni parte del castello, pronti a difendere-

Poi si udì un gran fracasso, e la McGonagall disse soltanto:- È ora-

***

Appena i Mangiamorte distrussero le porte della scuola, il primo pensiero di Hermione fu: "Che scarsi questi Auror".

Avrebbe voluto che passasse più tempo, da poter trascorrere con Malfoy.
Ma non era stato possibile.

Così gli aveva dato solo un bacio sulla guancia e lo aveva salutato.
Dopodiché, lui era corso alla Torre di Astronomia, mentre lei era rimasta all' ingresso.

E adesso sarebbe voluta correre ai piani più alti anche lei.
I Mangiamorte erano molti di più di quanto si ricordasse, ed era da un bel po' che non combatteva con qualcuno con la magia.

Si sparpagliarono subito, salendo le scale di Hogwarts lanciando incantesimi a destra e a manca.

Volarono molti "crucio" o "avada kedavra", ma per il momento sembravano non colpire nessuno.

L'obbiettivo di quell' attacco, credeva Hermione, era uccidere la McGonagall per vendetta.

La Grifondoro individuò i genitori di Malfoy per le scale del sesto piano.

Fece per corrergli dietro, ma qualcuno la colpì con un "expelliarmus".

Così si ritrovò con le spalle al muro e la bacchetta a tre metri di distanza sul pavimento.

A lanciarle l'incantesimo era stato Amycus Carrow.

-Oh, la Sanguemarcio... Sarà un piacere farti fuori, ragazzina- le disse ghignando.

Stava per lanciarle l'anatema che uccide, ma qualcuno lo colpì alla testa, facendogli perdere i sensi.

Hermione guardava stupita il suo salvatore.

-Ma non eri nella Torre di Astronomia, Malfoy?- chiese.

-Ehi, un grazie potresti anche dirmelo. Comunque... Credevi che ti avrei lasciato da sola?- le chiese avvicinandosi.

-Ehm... Io credo che... Dovresti andare...- disse Hermione, a disagio.

-Giusto, vado. A dopo- le urlò, correndo su per le scale.

Hermione non sapeva perché aveva reagito così, ma le era sembrata la cosa più giusta da fare.

Recuperò la bacchetta e iniziò a combattere veramente, come nell' ultima battaglia.

Mise fuori combattimento molti Mangiamorte, e parecchie volte rischiò di farsi uccidere, ma erano solo dettagli.

Sembrava essere passata un'eternità, quando non ci furono più Mangiamorte da schiantare.

Lei e i compagni all' ingresso si batterono il cinque e lei pensò, felice: "Bene. Ora devo solo trovare Malfoy, così potrò dirgli tutto una volta per tutte"


-Spazio autrice-

Frase all'inizio del capitolo scritta da viky_malfoy

Allora... Vi chiedo infinitamente scusa per l'orario, e anche perché sono consapevole del fatto che questo capitolo è veramente una merda.

Mi spiace, ma io i combattimenti non li so descrivere.

Ancora scusa, e a domani

Like ice   |Dramione| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora