Capitolo 11

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Il giorno dopo le lezioni passarono velocemente per entrambi.

Per Draco era diventata dura stare tutta la mattina senza parlare con qualcuno, e, anche se si stupiva di se stesso pensando questa cosa, non vedeva l'ora che arrivasse il pomeriggio, per l'incontro con la Granger.
Ma SOLO perché lo avrebbe aiutato, e questo era certo.

Ma forse non avrebbe dovuto chiedere aiuto proprio a lei.
Quell' ultimo anno era cambiata molto.

Anche se non la conosceva direttamente, nel senso che non aveva idea di chi fosse la vera Granger quando stava con i suoi amici, sapeva che era una persona dolce, e non cinica come quell' anno.
Avrebbe dovuto chiederle il perché.

***

Hermione era in ansia.
Il giorno prima le era sembrato facile dire di sì a  Malfoy, ma solo ora si rendeva conto che non aveva idea di come aiutarlo.

Che poteva farci lei se tutta la gente lo odiava? Non era certo in grado di far cambiare idea a tutti gli studenti.

Ma ormai aveva detto di sì, e non poteva certo tornare indietro.

Così attese impaziente il pomeriggio, così almeno si sarebbe tolta il pensiero.

***

Draco aspettava Hermione davanti alla porta d'ingresso. Stava aspettando da dieci minuti, ma della Grifondoro non c'era traccia.
Che avesse rinunciato ad aiutarlo?

Non glielo avrebbe mai perdonato.

Poi sentì dei passi affrettati alla sua sinistra e si voltó.
La Granger correva verso di lui, con un' espressione preoccupata in volto, probabilmente per l'aver fatto tardi.

-Granger, sei in ritardo!- ringhiò Draco, guardandola male.

Hermione ridacchiò nervosa:- Ma no! L'ho fatto apposta! Era per vedere se...-

"Inventati una scusa Hermione, in fretta! Non può sapere che hai fatto tardi perché non sapevi cosa metterti!" pensava intanto la ragazza.

-Se?-

-Se... Avresti cambiato il tuo approccio con le persone. Ma non ci siamo Malfoy, non ci siamo proprio. Dovrai cambiare atteggiamento, o non andrai da nessuna parte...- si inventò.

"Tu dovresti proprio andare affanculo, lo sai Granger?" pensò Draco, ma non lo disse. Non sarebbe stato abbastanza "educato".

-Si, si... Come no... Muoviamoci adesso, non ho tutto il giorno!- disse il ragazzo.

-Senti un po' tu! Guarda che sei stato tu a chiedermi di aiutarti, sono io che dovrei dire così!- ribatté lei.

Draco alzò gli occhi al cielo e si voltó, uscendo dalla porta, verso Hogsmeade.

Hermione dovrette trattenersi dal tirargli quei suoi stupidi capelli per la rabbia. Gli avrebbe volentieri fatto del male.

Poi lo seguì fuori.

Appena lo raggiunse, disse:-Malfoy, oggi non ho voglia di andare ad Hogsmeade. La burrobirra mi ha stufata. Andiamo da qualche altra parte-.

Ma perché a quella ragazza non stava mai bene niente?!

-Allora, se la principessa sul pisello non gradisce andare ad Hogsmeade, vorrà dire che andremo al Lago Nero!- rispose Draco, sbuffando.

Hermione rimase un po' perplessa.

-Come fai a conoscere questa storia?- chiese lei.

-Me la raccontava spesso mia madre quando ero piccolo. Le piaceva molto, e anche a me- rispose Draco.

Quando si rese conto di quello che aveva appena detto, specificò freddamente:- Non una parola con nessuno. NESSUNO-.

-Tranquillo... Piace molto anche a me. Ma... Sul serio ti piace una fiaba babbana? È forse un miracolo questo?- domandò Hermione con fare teatrale.

-È una fiaba babbana?!-. Draco si fermò di scatto, guardando Hermione sbigottito.

Lei annuì compiaciuta.

-Vedi? I babbani non sono esseri da sottovalutare. Sono intelligenti. E perfino tu, Draco Malfoy, uno dei più grandi razzisti che il mondo magico abbia mai conosciuto, hai ammesso che ti piace una loro opera- disse Hermione con aria sognante. Quando si parlava di autori babbani diventava un' altra persona.

-Cos'è un razzista?- chiese Draco, perplesso.

Già. Nel Mondo Magico nessuno, a parte i Nati Babbani, aveva mai sentito parlare dei "razzisti".

-Nel mondo dei babbani alcune persone si credono migliori di altre, solo per il colore della pelle...- rispose Hermione.

Ma Draco non capiva quella cosa.

-In che senso scusa? Quindi se io mi coloro un braccio di verde e tu di rosso io sono migliore di te?- provò a supporre.

Hermione scoppiò a ridere.

-Ma no! Hai presente... Blaise, ecco. Lui ha la pelle più scura della nostra, e qualche decina di anni fa questo era considerato segno di inferiorità. Le persone che si credono meglio di queste sono razziste. Ora capisci?- spiegò pazientemente Hermione.

Intanto erano arrivati al Lago Nero, e si erano seduti sulla riva, con la schiena contro un albero, e Draco ascoltava la storia con la curiosità di un bambino piccolo.

-Ma è terribile! I babbani sono davvero così idioti?!- sbottò lui.

Hermione lo guardò male, e lui realizzò:- Aspetta... Ma io quindi mi sono comportato da "rassista" per tutti questi anni?-.

-La parola è "razzista", Malfoy. E comunque... Sì, proprio così-.

-Allora è vero che devo cambiare...- disse Draco, guardando un punto indefinito davanti a sé.

-Spazio autrice-

Sorry sorry sorry sorry!
Lo so che ho pubblicato in tremendo ritardo e che il capitolo non è dei migliori ma...
No, non ho scuse.

Mi dispiace ancora.

(Ho iniziato a leggere Hunger Games. Come si chiama la ship tra Katniss e Peeta??)

Sciauu

Like ice   |Dramione| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora