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La McGranitt ne era fermamente convinta: era successo qualcosa di strano.
C'era un po' troppa calma nell'aria... E quella non sarebbe stata notte di luna piena, quindi niente problemino peloso per Remus e , di conseguenza, i Malandrini dovevano essere al castello!
Possibile che fosse accaduto qualcosa a quei quattro scalmanati?
Si sentì in dovere di indagare e la donna non volle ammettere a sé stessa che la motivazione non era quella di esser la direttrice della casata Grifondoro, ma quella di provare un profondo affetto materno per il quartetto e di essere profondamente preoccupata.
Entrò nella Sala Comune dei rosso-oro e non vide niente di sospetto. Poi il suo sguardo passo a una figura esile rannicchiata in un angolo buio, lontano da sguardi curiosi.
Si avvicinò attenta a non fare rumore e senza curarsi di quelle due/ tre persone intente a confabulare: erano troppo occupate a sparlare dei loro compagni per rendersi conto della sua presenza.
Quando fu a poco più di un metro di distanza dal ragazzo biondo sabbia si  accorse dell'incantesimo silenziante.
Annullò con efficienza l'incantesimo fatto con troppo di fretta per essere preciso e poi ne creò uno più potente intorno a lei e al ragazzo.
Fece un altro passo avanti e singhiozzi smorzati riempirono l'aria.
"Vattene Sirius, é stata solo una stupidata. Non volevo, te lo giuro." Disse il ragazzo affondando il viso nel maglione.
"Remus, cos'é successo?" Chiese con tono dolce Minerva sedendosi composta su una poltroncina.
Lupin alzò gli occhi e la guardò, spaesato. Si asciugò le lacrime con una manica e, abbassando lo sguardo, ripose educatamente: "Niente, professoressa. S-sto bene."
"Le persone non piangono senza motivo, Lupin."
Il ragazzo si morse un labbro, incerto sul da farsi.
"Su, forza, dimmi che succede. Ti prometto che non mi arrabbierò." Tentò allora la donna.
Remus stava lottando con le sue emozioni per non crollare.
"I-io ho... No, si fidi. É solo una stupidata."
"Appunto: non dovrebbe essere un problema riferirmela, se é così di poca importanza. Da quello che ho potuto capire c'entra il signorino Black."
A sentir quel nome Remus irrigidì le spalle e affondò in profondità i denti nel labbro.
Sbirciò dietro le spalle della McGranitt e, quando vide che il gruppetto impiccione se n'era andato, sputò il grosso macigno che aveva sul petto: "Mi sono innamorato di Sirius. E oggi l'ho baciato." Dopo quelle due frasi non riuscì più a fermarsi e raccontò tutto alla professoressa.
"Oh Remus, non c'é niente di male nell'innamorarsi." Cercò di consolarlo Minerva. Era troppo affezionata a quei ragazzi per sopportare di vederli in quello stato.
"Lo so, ma Sirius é un maschio! E io anche!"
La donna gli sorrise calorosamente.
"Secondo me, non c'é niente di male in questo."
"Sono d'accodo con lei, Prof."
Sirius uscì dal mantello dell'invisibilità con gli occhi stranamente lucidi. E, ignorando lo sguardo vittorioso della McGranitt la McGranitt stessa, appoggiò le sue labbra su quelle di Remus.
La donna si alzò e, il più silenziosamente  possibile, uscì dalla Sala Comune Grifondoro.
La professoressa lo sapeva fin dall'inizio che Sirius era presente: era stato impossibile per lei, acuta osservatrice, non notare il solco sul divanetto al fianco di Remus e la punta della scarpa di Black sbucare dal nulla.
Minerva si congratulò con sé stessa: aveva sempre sospettato che ci fosse del tenero tra quei due! E poi... Lei li aveva sempre shippati!

Wolfstar - one shotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora