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Ed alla fine era andata così.
Era veramente collassato tutto.
Boom.
Non se n'era nemmeno accorto davvero.
Poi era uscito a cena con Lily, la sua migliore amica, e tutto gli era stato così tanto chiaro da sentirsi male.
Era scoppiato a piangere al ristorante, mentre il dolce mezzo mangiucchiato lo guardava con aria triste dal piatto.
Lily, dal canto suo, continuava a ripetere che lui era forte, che sarebbe passato tutto, che anche lei aveva litigato con James eppure l'aveva superata.
Ma Remus sapeva che la questione era diversa: Lily e James sarebbero tornati insieme, erano fatti così. Litigavano, si allontanavano, non si parlavano più. Poi capivano di non poter stare l'uno senza l'altro.
Lui e Sirius beh... non erano nemmeno amici, probabilmente.
E così Remus aveva pianto. Aveva pianto al ristorante, a casa avvolto nelle coperte ed il giorno dopo sotto la doccia.
Sua madre l'aveva anche fermato mentre vagava verso la cucina per chiedergli cosa avesse, se per caso non si sentisse bene o simili.
Merlino, quante lacrime aveva versato. E sapeva che prima o poi avrebbe dovuto per forza rivederlo.
Se lo immaginava già lì, alla stazione, ad aspettarlo nella sua giacca di pelle.
Oppure no, oppure non l'avrebbe aspettato: non ne aveva più motivo.
Remus stinse il libro al petto e alzò lo sguardo verso il muro. Lì, attaccato un po' storto, c'era un foglio con scritti versi di una poesia babbana: "E il naufragar m'è dolce in questo mare".
Tirò su col naso, si passò una mano sugli occhi umidi e tremò un poco.
Avrebbe superato anche questa. Aveva affrontato e affrontava tutt'ora sfide ben più grandi, dimenticarsi di Sirius sarebbe stato facile.
Forse.

Wolfstar - one shotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora