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Sirius non alzò gli occhi quando Marlene si mise a sedere davanti a lui. Seppe che era lei solo riconoscendone i capelli rossicci, arricciati, che le circondavano l'ampia scollatura sul petto.
Sirius spostò lo sguardo sul collo pallido della ragazza, dove settimane prima aveva lasciato innumerevoli baci.
Marlene non sembrò turbata, ma dentro di sé il moro sapeva bene che quella era tutta una farsa, una recita per mostrarsi forte.
Non parlarono per parecchi minuti, non aprirono bocca se non per ringraziare, con un filo di voce, la donna che gli stava poggiando due Burrobirre sul tavolo.
"Guardami, Sirius. Ti prego..." fu appena un sussurro. Sirius fece vagare lo sguardo fino alle labbra della ragazza, ora tinte di una tonalità di viola che non era un grado di classificare.
Era bella, Marlene.
"Sirius..." le labbra si mossero, sta volta alzando leggermente il tono.
I loro occhi si incrociarono e si fermarono.
Fece male.
Tanto.
Fu un duro colpo da incassare, ma nessuno dei due diede segni di cedimento.
"Mi dispiace, Mar."
La ragazza chiuse le palpebre, sentendo la gola serrarsi e bruciare. Non voleva piangere.
Allungò la mano sul tavolo, poggiandola sopra quella di Sirius.
"Mi dispiace così tanto. Non- non volevo lo scoprissi così. Non avrei neanche dovuto ma, Merlino, tu mi capisci vero?
Non me ne sono nemmeno reso conto. È accaduto così, di colpo. Non me lo perdono io stesso, quindi non chiedo a te di perdonarmi, non me lo merito.
Ti ho tradita, per mesi, lo dico, lo ammetto.
Mi avevano avvisato tutti, tutti: le farai male. Me l'aveva detto perfino lui, Remus. - Marlene, a quel nome, strinse la presa - le farai male, Sir, lo sai. Io l'avevo mandato a quel paese, gli avevo urlato addosso che ti amavo.
Non lo so se ti ho mai amata, Mar... Non so se quello che provo per Remus è amore, è una cotta o è semplicemente attrazione fisica."
Marlene lo fermò prima che potesse continuare. Stava piangendo.
Lei non piangeva mai.
Era stata forte così tanto tempo, aveva lottato per avere Sirius. E poi se l'era lasciato scappare.
In un modo così stupido poi.
Forse non le importava che fosse andato a letto con Lupin, non provava chissà cosa all'idea, perché più di tutto la feriva rendersi conto che il suo sentimento era stato a senso unico.
Se n'era accorta guardando Sirius mentre baciava quello che definiva solamente il suo migliore amico. Se n'era accorta da quello sguardo sognante e carico di qualcosa che a lei non era mai stato riservato.
"Non lo so Sirius, non so dirti niente se non che non mi hai mai amata. Anzi, tutto quello che posso dirti è che ti sei solo illuso di amarmi.
Guardami Sir e poi guarda Remus. Si, lo stesso Remus che ci sta guardando da due tavoli più in là, a desta, aspettando. Gli ho detto io di venire qua: avete bisogno di parlare.
Non lo sto facendo per te, ma per me.
Ne ho bisogno.
Ho bisogno di sapere che almeno tu sarai felice. È una cosa strettamente legata a me e a quello che provo nei tuoi confronti.
Sembra stupido, lo so, sopratutto per una come me. - si asciugò le lacrime col palmo della mano, facendo brevi e corti respiri, per poi alzarsi - Detto ciò, va a prenderti ciò che è tuo."
Lasciò i soldi sul bancone e uscì, alzando gli occhi verso il cielo uggioso che prospettava pioggia. Una goccia le cadde sul naso.
Strinse un po' di più la giacca e si incamminò verso il castello.

590 parole, capitolo un po' particolare, in cui la Wolfstar fa solo da sfondo.
Avrei dovuto concentrarmi su un'os rossa, ma non ci riuscivo, e questa piccola parte sui pensieri di Marlene è venuta fuori da sola. 
Ieri ho fatto gli anni ed è stata probabilmente una delle serate più imbarazzanti e divertenti della mia vita... che dire, adoro i miei amici!
A presto,

Sele

Wolfstar - one shotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora