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Sirius si strinse nelle giacca, abbassò la testa e aumentò il passo.
Era pieno inverno ma non avrebbe mai abbandonato il suo amato chiodo per infagottarsi in un giubbino peloso e pesante.
All'immagine di calore, il ragazzo rabbrividì ancora di più.
Quando una goccia d'acqua gli bagnò la punta del naso Sirius vide già il suo tragico destino: una settimana a letto con la febbre sotto cura del suo migliore amico James.
Così, sicuro di non voler morire per avvelenamento da cibo, aveva svoltato a sinistra verso un piccolo e grazioso bar. Il barista era sobbalzato quando, nel silenzio di quella giornata londinese, il campanello sopra la porta aveva tintinnato.
Rimase qualche secondo imbambolato sul ciglio della porta. Dove aveva già visto quell'uomo?
Guardandolo bene gli pareva avere circa la sua età, anno in più anno in meno. Quindi, dove aveva visto quel ragazzo?
Magari era solo una sua impressione.
"Buon pomeriggio, vorrei un caffè espresso. Grazie."
Si era accomodato al bancone, occhieggiando il ragazzo di tanto in tanto. Il caffè gli era stato servito immediatamente.
Aveva fatto un sorso e poi, vedendo come il biondino lo stesse mangiando con gli occhi, aveva parlato: "Fa un freddo cane, fuori."
"Come mai sei uscito con questo tempo da lupi?"
Subito dopo aver chiesto il barista era sobbalzato, tappandosi la bocca. "Sempre possa sapere" aveva aggiunto.
"Appuntamento andato male: non sono adatto alle donne." Sirius aveva nascosto un sorriso dietro la tazzina davanti al rossore delle guance del biondo.
"Oh... capisco. Io e la mia ragazza ci siamo lasciati da poco, per lo stesso motivo."
Sirius, questa volta, aveva messo in mostra uno dei suoi sorrisi più seducente. Era proprio bello, quel ragazzo.
"Tipo che non ti si alzava più a letto?"
Il barista si era sgonfiato come un palloncino.
"Tipo. Dopo che il mio ex compagno di stanza del college mi ha baciato io non... non facevo che pensare a lui."
Sirius si era portato teatralmente una mano al petto.
"Capisco, brutta situazione. Hai mai avuto, dopo quel bacio, altre esperienze con gli uomini?"
Il biondo aveva strabuzzato gli occhi al contatto della mano di Sirius sulla sua.
"Si, ma non... non è stato lo stesso."
"E perché?"
La voce seducente di Sirius gli era entrata nelle orecchie scuotendogli il cuore.
"Perché era biondo, con chi occhi azzurri. Ho sempre amato i capelli neri e gli occhi... grigi."
E Sirius, sorridendogli, l'aveva baciato.
Quando si erano staccati, il biondo si era morso il labbro.
Nemmeno il tempo di riprendersi che la campanella del negozio aveva tintinnato, segnando l'entrata di un altro cliente.
"Salve, un cappuccino. Con tanto latte."
Remus era subito tornato al lavoro.
Sirius aveva tossicchiato.
"Scusi, dovrei pagare."
"Oh certo, certo. Arrivo."
"Comunque Sirius Black, piacere di averla conosciuta"
Il barista, le guance ancora rosse, aveva borbottato il suo nome.
"Remus Lupin, piacere mio."
E ritirando i soldi che Sirius gli aveva dato subito dopo essere uscito velocemente dal negozio, aveva trovato un foglietto.
Remus, entusiasta, se l'era rigirato tra le mani. Quello era decisamente un numero di telefono! E c'era scritto sopra il nome del ragazzo!
Benedisse sua madre per averlo convinto a mettere un telefono nell'appartamento nuovo e continuò il suo lavoro con un sorriso felice sulle labbra.

Wolfstar - one shotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora