Una settimana dopo
Angie
Viste le mie buone condizioni di salute, ho iniziato da un paio di giorni a fare fisioterapia con Lucy, una donna solare, dai lineamenti dolci, è alta e robusta ed è una volontaria dell'ospedale, ha qualche anno più di me ed è molto paziente e gentile con me.
Ha un carattere forte e molto socievole a quanto pare, è ciò che ho potuto capire dai brevi aneddoti su alcuni pazienti difficili che ha seguito e sulla sua vita che mi ha raccontato, durante questi giorni.
È una persona molto attiva, ha una famiglia a cui badare e che mantiene con un lavoro part-time serale come cuoca in un fastfood, la mattina si occupa dei due figli e sua nonna, che vive con loro.
Nel tempo libero, quando i suoi figli sono con il padre, si occupa di persone che hanno bisogno di assistenza di ogni genere e qui in ospedale c'è molto pane per i suoi denti, compresa me.
È una persona sicura di se, determinata a raggiungere i suoi obiettivi, al contrario di me, che barcollo e piagnucolo ad ogni piccolo passo che faccio.
A volte è un pò aggressiva, mi sgrida quando nota la mia tendenza a mollare, non ha un'indole cattiva e capisco che lo fa per spronarmi, per farmi riuscire a tornare a fare con naturalezza i movimenti più semplici, come camminare.
Il mio corpo sembra aver dimenticato ogni piccolo gesto, sono stata immobile a letto per un mese, ma è come se avessi dormito per anni e fossi diventata rigida come un sasso.
«Forza bella, muovi quelle chiappe!» Lucy m'incita entusiasta e sorridente a fare dei passi, mentre mi reggo alle sbarre di supporto che ho ai lati, battendo le mani ad un ritmo cadenzato e mi torna in mente quando ballavo col mio gruppo di amici, mi rattristo e mi fermo.
«Cosa c'è Angie?» Mi chiede preoccupata.
«Stavo ripensando a quando ballavo.» Sorrido amaramente, abbasso lo sguardo e quella poca voglia che ho di fare esercizio, svanisce in un lampo.
«No, non ci posso credere! Proprio non ti ci vedo a saltellare e piroettare! Non riesci neanche a muovere un dito, figuriamoci ballare, sei una mummia! Guardati!» Ride in modo fragoroso.
Ride di me?
Pensa davvero quello che dice?
La fulmino con gli occhi e stringo le mani sulle sbarre, sono fuori di me, lei continua a ridere sempre più divertita, mi guarda e sembra abbia addirittura le lacrime agli occhi per il tanto ridere, mentre a me fumano le orecchie.
«Smettila di ridere!» Sbotto nervosa e lei ride di più.
«Brutta stronza, ti faccio ridere io!» Sputo adirata, rossa in viso e istintivamente cammino in modo strano verso di lei e poi cado, lei smette di ridere, si abbassa verso di me e la guardo perplessa.
«Visto? Non era poi così difficile!» Dice guardandomi sorridendo soddisfatta.
«L'hai fatto apposta?» Chiedo sorpresa e rido di me, sono proprio una cretina.
«Non ti decidevi a camminare e diciamo che... ho forzato un pò la mano.» Ammette ironica e mi sorride contenta.
«Sei soltanto un'imbrogliona!» Mi sento ridicola e rido con lei.
«Angie, hai un motivo valido per tornare in fretta a camminare. Ballare è la tua passione, mi sembra di aver capito! Quindi aggrappati forte a questo e combatti!» Mi dice con determinazione per convincermi a farcela.
«Ballare... » Mi sfugge sottovoce, mentre rivedo nella mente tante scene in cui il ballo mi coinvolgeva tanto ed ero felice.
Anche se ormai sono passati anni dall'ultima volta che ho ballato davvero, la mia passione non si è mai spenta.
Dopo l'incidente al ginocchio, che mi ha costretta a rinunciare al mio sogno, con le mie amiche andavo spesso nei locali a bellare, ma non è la stessa cosa.
Voglio comunque fare qualcosa, non voglio rimanere ancora molto in questo posto, ho bisogno di tornare alla mia vita, di uscire, di frequentare le mie amiche, del mio lavoro... mi mancano i miei fiori!
Sorrido a Lucy e annuisco con la testa, lei mi aiuta a rimettermi in piedi e sono decisa a voler guarire in fretta e, magari, appena sarò pronta a ricominciare, andrò a trovare i vecchi amici della crew.
E poi c'è anche Ben.
Ben.
Mio marito Ben.
Questo è un tasto dolente che per il momento non voglio toccare, mi rattrista e non voglio spegnere l'entusiasmo appena acquisito per tornare ad essere me stessa.
Lucy mi sostiene, mi aiuta continuamente e le sono davvero grata, non solo con la fisioterapia, la sento vicina e chissà, potremmo anche diventare amiche.
«Dai, così, brava!» Mi dice Lucy con un sorriso luminoso, mentre per la terza volta arrivo lentamente alla fine del breve rettilineo, batte le mani e sorrido, anche se la stanchezza comincia a farsi sentire.
«Ok, oggi hai fatto molto. È meglio non esagerare, altrimenti avrai dolori in tutto il corpo e non potrai muoverti per almeno due giorni!» Dice seria.
«E io che credevo mi preparassi per la maratona!» Dico ironica e faccio una smorfia di disappunto.
«Se continui così, la vincerai sicuramente!» Risponde e rido divertita.
«Sei stanca?» Mi chiede guardandomi con un sorrisetto furbo sulle labbra.
«Non tanto, perché?» Sono curiosa di sapere cos'ha in mente.
«Voglio portarti in un posto!» Dice sorridendo.
«Vieni, ti aiuto a sederti!» Avvicina la sedia a rotelle e mi fa sedere.
«Ma dove vuoi portarmi?» Chiedo impaziente, mentre usciamo dalla palestra e mi spinge lungo il corridoio opposto alla solita direzione verso la mia camera.
«In un posto rilassante.» Afferma alle mie spalle e la sento ridere.
Dopo aver superato il lungo corridoio, entriamo in uno spogliatoio e sistema la mia sedia vicino ad una delle panche di lato alla porta.
«Aspetta qui, torno subito.» Dice e corre via, lasciandomi in compagnia dei miei pensieri confusi, poi un leggero odore di cloro mi invade le narici e sorrido pensando che è pazza.
Poco dopo torna sorridente con due costumi interi, due cuffie, gli occhialini e due grandi asciugamani piegati tra le mani.
«Ora ci cambiamo e poi andremo a rilassarci, ok?» Mi dice e mi aiuta con i vestiti e il costume, si cambia anche lei e in pochi minuti mi porta con la sedia a bordo piscina.
Non c'è quasi nessuno e già soltanto guardare l'acqua mi da un senso di pace.
Lucy blocca le ruote della sedia e mi aiuta ad alzarmi, mi fa sedere con cura sul bordo della piscina, stando attenta a non farmi scivolare e si siede anche lei.
Nel punto in cui siamo, lacqua non è molto alta, coi piedi immersi in essa ci guardiamo e le sorrido, mi sento bene, sono serena.
«Allora? Vogliamo rimanere sedute qui fino a domani?» Mi chiede schizzando l'acqua coi piedi, scuoto la testa sorridendo, si sistema gli occhialini e scivola piano in acqua, si posiziona davanti a me e mi tende le mani.
«Lasciati scivolare lentamente in avanti. Non avere paura, ci sono io qui con te!» Mi rassicura, l'acqua le arriva al petto e sorride.
«Non ho paura dell'acqua!» Affermo seria, mi sistemo bene gli occhialini, predo una grande boccata d'aria e scivolo piano anch'io in acqua, lasciandomi andare a fondo.
La sensazione è bellissima, mi guardo intorno sott'acqua, vedo soltanto la limpidezza dell'acqua che mi dona tranquillità e dopo qualche secondo riemergo lentamente, buttando fuori l'aria dal naso.
«Che meraviglia! Adoro stare in acqua!» Esclamo entusiasta.
«Il modo migliore per guarire in fretta è fare esercizio in acqua. Non dico che domani sarai già in grado di fare tutto da sola, ma sicuramente il tuo corpo ne troverà giovamento.» Spiega e sono contenta che sia così attenta alla mia salute.
«Grazie Lucy!» Le sorrido dolcemente e mi abbraccia forte.
«Facciamo una gara, dai!» Dice con finta aria seria.
«Sì, magari ti batto a stile libero!» Scoppiamo entrambe in una fragorosa risata.
«Ma anche a rana, ne sono convinta!» Mi piace la sua ilarità, è contagiosa.
«Ti dispiace se faccio qualche vasca? Ho proprio bisogno di una bella nuotata!» Dice stiracchiandosi i muscoli delle braccia e delle gambe.
«Fai pure. Io sguazzerò un pò qui!» Le sorrido, lei si tuffa e inizia a nuotare.
Galleggio sul dorso a pelo d'acqua, l'acqua che si muove leggermente mi accarezza delicatamente la pelle e mi rilasso completamente.
Decido di immergemi di nuovo a fondo, voglio che quella sensazione di pace e tranquillità mi satolli fino al midollo.
Prendo una grande boccata d'aria e poi giù, completamente sott'acqua, guardo davanti a me e sorrido, ma noto qualcosa di strano che si muove nell'acqua e viene lentamente nella mia direzione.
Non capisco bene cosa sia, è la sagoma di un uomo?
All'improvviso vado in panico, non capisco se sia reale o uno scherzo della mia mente, inizio ad agitarmi nell'acqua e perdo il senso dell'orientamento, la sagoma ora è ferma davanti a me, ho la sensazione di soffocare, non riesco a risalire in superficie, guardo in alto e poi terrorizzata da quella presenza, voglio risalire, ho paura e tento di gridare a bocca chiusa.
Qualcuno mi afferra per i fianchi e mi ritrovo con la testa fuori dall'acqua, cerco di respirare e tossisco ripetutamente.
«Angie, tutto bene?» Mi chiede Lucy spaventata, annuisco con la testa mentre continuo a tossire, mi guardo intorno e nell'acqua, ma non vedo nessuno oltre noi.
«Perdonami, non avrei dovuto lasciarti da sola!» Si giustifica, poi mi guarda stranita, sto tremando.
«Ma cos'hai Angie?» È preoccupata, la guardo negli occhi, ma non voglio dirle cosa ho visto, ho paura che mi prenda per pazza.
«Sto... bene.» Le dico, ma non sono molto convincente e mi scruta seria il viso.
«E invece no. Sembra che tu abbia visto un fantasma. Stai tremando e sei pallida, è meglio uscire da qui.» Afferma con tono serio e deglutisco piano.
«Forse è meglio andare.» Dico piano avvolgendo le braccia intorno al mio corpo, poi lei mi aiuta a sedermi sul bordo della piscina, ho ancora quell'immagine strana davanti agli occhi, sale anche lei e mi aiuta a sedermi sulla sedia coperta dall'asciugamano, che poi mi avvolgo addosso e andiamo via in fretta.Mark
Sono distratto dai miei pensieri quando sento la risata fragorosa di Lucy e mi volto verso di loro per capire cosa sta succedendo.
Angel ha il viso in fiamme, è adirata con Lucy per qualcosa e lei continua a riderle in faccia, quasi si piega e fa sorridere anche me.
«Brutta stronza, ti faccio ridere io!» Le sento dire a Lucy e mi stupisce quando cerca di raggiungerla camminando in modo sbilenco e poi cade.
«Questa è la Angel che voglio vedere! Non devi arrenderti mai!» Dico come se potesse sentirmi, poi ascolto cosa si dicono e capisco che Lucy ha provocato Angel per farla reagire e mollare quell'insensata voglia di crogiolarsi nell'apatia.
Le brillavano gli occhi quando l'assistente le ha detto di aggrapparsi alla sua passione per trovare il giusto incentivo per tornare presto in forma e lei ha finalmente trovato il suo input, sono felice per lei e sorrido.
Le vedo uscire dalla palestra e le seguo, non capisco dove stanno andando e continuo a camminare affianco a loro, fino a quando non vedo che entrano nello spogliatoio della piscina, l'odore di cloro m'infastisce leggermente.
Decido di non entrare, anche se non mi dispiacerebbe vedere Angel senza veli, scuoto la testa e sorrido divertito.
Attendo fuori dalla porta e quando capisco che sono pronte svanisco da lì e riappaio completamente nudo in acqua, dalla parte opposta alla loro, tanto non può vedermi nessuno ed ho proprio voglia di farmi una bella nuotata rigenerante.
Faccio un paio di vasche a stile libero, tenendole d'occhio tra un traguardo e l'altro.
Mi guardo le mani, roteandole lentamente, poi le braccia, perchè nell'acqua assumo questo aspetto da waterman?
Non lo capisco, alzo lo sguardo e mi accorgo che Angel è da sola e voglio avvicinarmi a lei, galleggia sull'acqua tranquillamente, mi tuffo sott'acqua e nuoto verso la sua direzione.
Si lascia andare sott'acqua anche lei e sorride mentre si gira intorno, mi avvicino sempre di più e lei sembra spaventata, sono quasi davanti a lei e stranamente si agita sotto l'acqua, mi fermo davanti a lei ed è in difficoltà non riesce a risalire, è in panico.
"Cazzo! Mi vede!" Penso sbalordito, mentre viene afferrata per i fianchi e riportata in superficie.
Mi allontano in fretta, non voglio che si turbi ancora di più, la sento tossire mentre mi allontano, Lucy ha un tono preoccupato.
Sparisco, torno asciutto e vestito fuori dallo spogliatoio, cammino pensieroso su e giù per il corridoio, mentre le sento parlare.
"Mi ha visto, non posso crederci! Si è spaventata, non pensavo mi potesse vedere!" Penso stupito e mi convinco che in qualche modo c'entri Marion in questa faccenda.
Dopo mezz'ora escono dallo spogliatoio e si dirigono verso l'ascensore, per tornare nella camera di Angel, devo raggiungerle, ma prima devo togliermi dei dubbi.
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Oltre la mente [In Revisione]
FantasíaCos'è che spinge una persona ad amare? Ciò che vediamo, tocchiamo, la presenza tangibile di un corpo, il viso, le mani, la pelle... la reale esistenza di un'altra persona che ci sorride e ci sfiora, che ci guarda negli occhi e ci bacia? Non è una...