12.

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Apro gli occhi di scatto, ho come la sensazione che qualcuno mi osservi, mi passo le mani sul viso, le sfrego sugli occhi, giro la testa verso sinistra e vedo Dana che mi sorride.
«Buongiorno! Anzi, dovrei dire buon mezzogiorno!» Ride divertita.
«Ho dormito così tanto?» Mi sento stordita, alzo di poco il busto e mi appoggio sui gomiti.
«Dovevi essere parecchio stanca per dormire fino a quest'ora!» Ribatte ironica lei.
«Già... » Bisbiglio guardando un punto immaginario nella stanza e l'immagine di me e Mark in piscina e sotto la doccia, mi scorre lentamente nella testa, provocandomi brividi, battito accelerato e respiro corto.
"Oddio! È stato fantastico!" Mi mordo il labbro, sorrido come una cretina, uno strano calore s'irradia dal cuore fino allo stomaco e guardo il lenzuolo che mi copre.
«Terra chiama Angie! Tutto ok?» Dana mi distrae toccandomi un braccio e le sorrido.
«Va tutto benissimo!» Continuo a sorridere.
«Tra poco verrà a prenderti Ben. Mi ha chiamata e mi ha detto di aiutarti a sistemare le tue cose.» Sorride, ma il mio sorriso, invece, si spegne.
Mi riprendo dal mio sogno ad occhi aperti, mi metto seduta sul letto, mi stiracchio e guardo Dana incuriosita.
«E da quando Ben chiama te?» La guardo seria, l'ho colta di sorpresa, è leggermente arrossita in viso.
«Bè... Da quando eri in coma. Eravamo preoccupati per te e mi ha chiesto il numero per metterci d'accordo per... Vegliarti a turno.» Dice quasi in imbarazzo, qualcosa non mi quadra, ma lei è la mia migliore amica e so che agisce per il mio bene, le sorrido, lei sorride appena, si alza di scatto, va verso l'armadio e apre le due ante.
«Allora... Inizio a preparare i tuoi vestiti.» Dice cambiando argomento, afferra il borsone e inizia a riempirlo con le mie cose.
«Ok! Vado in bagno, intanto!» Mento, voglio parlare col dottore, penso che Ben mi abbia mentito, voglio sentirmi dire che posso uscire davvero da qui.
Sgattaiolo fuori dalla stanza e mi dirigo verso la porta dello studio del dottor Martin, mi fermo davanti alla porta chiusa, guardo a destra e sinistra per accertarmi che non mi veda Dana o Ben mentre arriva, faccio un respiro profondo e poi busso decisa.
«Un attimo, per favore!» Risponde il medico, avvicino l'orecchio alla porta e sento che sta parlando al telefono, dopo qualche secondo saluta e sento il rumore della cornetta agganciata.
La porta si apre e appare il dottor Martin, sembra sorpreso di vedermi, ma sorrido.
«Angie, salve! Vieni, accomodati.» Entro e chiude la porta dietro di me, mi avvicino alla scrivania e mi raggiunge sorridendo.
«C'è qualcosa che non va? Ti senti male?» Mi chiede guardandomi dubbioso.
«No, sto benissimo, grazie!» Sorrido e mi torturo le mani, impaziente di sentire le sue risposte.
«Siediti.» Indica una delle poltroncine davanti alla sua scrivania e ci sediamo nello stesso momento, l'una di fronte all'altro.
«Allora vuoi parlarmi di qualcosa?» Giocherella con una penna tra le dita.
«Sì, vorrei sapere se le mie condizioni sono così buone da poter lasciare l'ospedale.» Sbotto d'un fiato e lui mi guarda serio.
«Devo dire che sono molto stupito dai tuoi rapidi miglioramenti. Hai avuto un brutto incidente e le tue condizioni, quando sei arrivata, erano abbastanza critiche.» Si alza e va verso la finestra, scosta di poco la tenda e guarda fuori per qualche secondo, poi si volta e mi sorride.
«Ti abbiamo sottoposto a vari esami e a quanto pare non hai subito gravi danni, hai seguito tutte le terapie e hai reagito in modo eccellente, quindi sì! Posso confermare che stai bene.» Dice tornando a sedersi alla scrivania, incrocia le braccia al petto e mi fissa.
«Qual'è il problema, Angie?» Sembra leggermi nel pensiero.
«La verità è che... Non mi sento pronta a lasciare l'ospedale.» Sorride mentre lo guardo agitata.
«Ho capito! Sei spaventata, hai paura di tornare alla tua vita reale. Ma perché Angie?» Ha centrato in pieno il problema ma non voglio dirgli che è Ben il mio vero problema.
«Hai superato con tenacia un brutto momento, è la tua vita! Gli altri pazienti non vedono l'ora di lasciare questo posto, tu invece ne sembri terrorizzata all'idea!» Afferma, abbasso la testa e mi guardo le mani.
«Mi sono abituata a vivere qui, forse ricominciare di nuovo da capo... » Mento e spero che non se ne accorga, lui afferra una fotografia incorniciata dalla sua scrivania e la scruta con malinconia.
«Hai una nuova occasione, vedila così. Ci sono persone che non hanno avuto la tua stessa fortuna e sono costrette a rimanere inchiodate ad un letto per sempre o addirittura sono morte.» Poggia la foto che ritrae una bambina che abbraccia sorridente una donna e torna a guardarmi serio.
«Qui sei limitata, fuori da qui hai un marito che ti aspetta, la tua attività... Sei in buona salute, non ti trattiene più niente qui! Esci e goditi la tua seconda opportunità!» Continua e sorride ancora, ho l'impressione che lui sappia molto bene di cosa parla.
"È proprio mio marito il problema! E poi c'è Mark. Oddio Mark! Ho paura di non rivederlo più!" Penso mentre fisso il dottore.
«Coraggio Angie! È tutto passato.» Esita, guardando in modo triste ancora una volta la foto, poi si alza sorridendo e viene verso di me, mi alzo e sorrido anch'io.
«Ha ragione dottor Martin, grazie.» Decido di non insistere, sarebbe inutile tentare di prolungare la mia degenza.
«Tra poco preparerò i documenti per la tua dimissione e mi raccomando, non sprecare questa opportunità! Vivi!» Dice serio, sembra più un ordine, mentre mi accompagna alla porta, la apre, lo ringrazio di nuovo ed esco.
"Ha davvero ragione il dottor Martin! Sono stata molto fortunata, ho questa seconda opportunità di vivere la mia vita, a differenza di molti che non ce l'hanno fatta!" Arrivo pensierosa alla mia camera, Dana è di spalle vicino al letto, sta parlando al telefonino e non si accorge di me.
«È tutto a posto, non preoccuparti!» Le sento dire con tono serio e rimango sospettosa ad ascoltare in silenzio.
«Va bene, ci sentiamo.» Chiude la chiamata, faccio un passo verso di lei e si gira di scatto.
«Eccoti, ma dov'eri?» S'infila velocemente il telefonino in tasca e sorride nervosa.
"Con chi parlava? Non le chiederò nulla, ma qualcosa mi dice che Dana è cambiata nei miei confronti." Penso seria.
«Volevo sgranchirmi un pò le gambe, sono andata a fare una passeggiata in corridoio.» Mento ancora e sorrido, non so perché, ma fidarsi è diventato un verbo difficile per me.
«Ti senti meglio?» Sembra agitata, si muove in fretta mentre afferra qua e là i miei vestiti sparsi ed è imbarazzata.
«Certo. Tu invece, tutto bene? Sei agitata per qualcosa?» Provo a chiederle e mi guarda stranita.
«Va tutto bene, sono soltanto emozionata per te. Finalmente esci da qui e stai bene.» Mi abbraccia, ho dei dubbi, ma forse devo soltanto smetterla di farmi tanti problemi, ricambio l'abbraccio e abbandono quei pensieri stupidi.
«Devi cambiarti. Ti ho comprato questi, sbrigati!» Indica dei jeans e una maglietta sul letto, staccandosi da me.
«Ok.» Guardo i vestiti, li prendo titubante, scuoto la testa scacciando i pensieri tristi e vado in bagno.
"Mark dove sei? Perché non posso sentirti?" Mi guardo allo specchio, poi abbasso lo sguardo sui vestiti che ho ancora in mano e una ciocca dei miei capelli scivola in avanti.
"Non voglio sentirmi di nuovo sola!" Mi sento triste e sospiro, la mia ciocca di capelli si sposta indietro e alzo lentamente il viso, mentre una lacrima scende sulla mia guancia e sorrido, so che è lui, mi giro di scatto ma non lo vedo.
«Mark!» Sorrido divertita e mi viene un'idea, apro l'acqua della doccia e spero che funzioni.
«Dovrò sempre avere l'acqua della doccia aperta, una piscina a portata di mano o sguazzare in una pozzanghera per vederti e sentirti?» Parlo a bassa voce, fingo un'espressione seria, poggiando le mani sui miei fianchi, ma poi sorrido quando vedo apparire i suoi lineamenti, mentre finge indifferenza, lavandosi sotto l'acqua.
«Dici a me?» Finge un'espressione stupita, indicandosi il petto con un dito e rido divertita.
«Fossi in te, starei attenta al consumo sconsiderato dell'acqua! Non si può sprecare, è un bene prezioso!» Ridacchia, torna a fingere di lavarsi, e chiudo l'acqua.
«Hai ragione, potremmo avere delle perdite gravi o delle brutte sorprese... In bolletta!» Lo guardo divertita incrociando le braccia al petto, mi guarda serio ed esce dalla doccia, piazzandosi davanti a me, il suo fisico possente mi ammalia, poi lo fisso negli occhi, i suoi scrutano i miei, sono senza fiato.
«Non ti sentirai sola. Io non ti abbandonerò al tuo destino.» Si avvicina e un brivido mi scuote i sensi, il suo respiro è nel mio, sono imbambolata, è così vicino alle mie labbra che chiudo gli occhi e mi bacia dolcemente, assaporo questo momento fino in fondo.
Riapro gli occhi e sorrido, lui mi sorride e non m'importa del resto, scatto in avanti, lo abbraccio e mi stringe a se.
«Sentire non è difficile, basta volerlo.» Si stacca da me e torna a guardarmi negli occhi, mi accarezza una guancia con la mano, sento abbassarsi la maniglia della porta, ci voltiamo entrambi sorpresi verso di essa e lui sparisce nello stesso momento in cui Dana entra in bagno.
«Non sei ancora pronta?» Sorrideva mentre entrava, ora guarda intorno a me in modo strano, sembra infastidita da qualcosa.
«Scusami, mi sono lasciata distrarre dai pensieri.» Accenno un sorriso, porto una mano sulla pancia, ho una strana sensazione e mi accorgo che il pigiama è bagnato e gocciola.
"Oddio, fa che non se ne sia accorta!" Spero, ma non ci credo nemmeno io.
«Certo. Sbrigati, Ben è arrivato.» Il suo tono è freddo, esce senza dire altro e richiude la porta.
"Ma che ha? Non credo abbia visto Mark, anche se il suo comportamento è strano." Scuoto la testa, credo che Mark legga la mente, mi spoglio velocemente, entro nella doccia e sorrido furba, mentre l'acqua mi accarezza dolcemente.
Ripenso a poco prima e sposto i capelli indietro, poi la mia mente torna al mio incontro sotto la doccia con Mark nella notte appena trascorsa, il mio respiro si fa corto e sospiro, ripensando ai nostri corpi uniti e ai nostri gemiti.
Il mio corpo ha un fremito, mi eccito di colpo e lo sento sorridere, mi avvolgo un seno con la mano e mi mordo il labbro, sento la sua mano sul mio fianco, il suo respiro sul mio collo, chiudo gli occhi e sorrido.
«Smettila di provocarmi, non possiamo.» Sussurra ansante, ridacchia al mio orecchio e mi bacia il collo.
«Mark... » Bisbiglio e lui mi stringe a se, avvolgendomi la vita col braccio, mi culla, mi appoggio con la schiena al suo petto muscoloso, mi bacia i capelli e mi piace questa sensazione di protezione che sento al contatto col suo corpo, vorrei che non finisse mai questo momento.
Bussano alla porta, Mark sparisce di nuovo, sospiro e maledico col pensiero chiunque sia stato ad interrompere il nostro momento così intenso.
«Ho quasi finito!» Grido infastidita, prendendo lo shampoo.
«Vuoi che ti dia una mano?» Mi giro di scatto, Ben mi guarda il corpo bagnato con uno sguardo languido, mentre m'insapono i capelli e m'irrigidisco.
«Faccio da sola, grazie.» Mi giro di spalle e mi accarezza un fianco, la sua mano scende sul mio sudere e stringe piano, mi da fastidio.
«Sei sicura? Sembri eccitata.» Deglutisco piano, la sua voce è roca e tagliente.
«Sì!» Tolgo con decisione la sua mano dal mio corpo, mi giro e chiudo velocemente la tendina, mentre si lecca le labbra, ridacchia, poi sento i suoi passi allontanarsi e chiudere la porta.
Mi sbrigo a lavarmi, non voglio che entri di nuovo e mi salti addosso, mi asciugo bene i capelli e una volta vestita esco dal bagno.
«Ti avrei aiutata volentieri, sai?» Sorride, mi viene incontro e mi bacia una guancia, devo abituarmi di nuovo alla sua presenza.
«Stai bene?» Il suo tono è stranamente dolce, mi scappa un sorriso e spero che si rivolga a me sempre così, in futuro.
«Sì, abbastanza.» Sorrido e metto alla rinfusa il pigiama e il resto degli indumenti in un sacchetto di plastica.
«Allora vai via?» Lucy arriva sfoggiando un gran sorriso, l'abbraccio forte e vorrei che venisse via con me.
«Sì.» Dico soltanto e inizio a piangere, mentre mi guarda con gli occhi lucidi.
«Non fare così, dai! O farai piangere anche me.» La sua voce trema e mi abbraccia ancora.
«Mi mancherai tanto Lucy!» Cerco di calmarmi e vedo arrivare anche Mary.
«Ok. Porto questa roba in auto.» Ben si allontana col mio borsone e l'altra roba.
«Piccola.» Mi stacco da Lucy e abbraccio forte anche Mary.
«Oh tesoro, sono così contenta per te.» Mi bacia una guancia e mi sorride, anche se ha le guance rigate dalle lacrime.
«Spiega le ali e vola in alto piccola Angel. Fai vedere al mondo chi sei e quanta forza hai. Ti voglio tanto bene, piccola mia.» Mi sorride e poi mi abbraccia di nuovo.
«Grazie di tutto Mary, ti voglio bene anch'io.» Tiro su col naso, mentre la stringo ancora, poi le bacio una guancia.
Ben rientra e capisco che è giunta l'ora di lasciare l'ospedale per tornare alla mia vita.
«Allora... Arrivederci.» Dico guardandole ancora una volta, vicino alla porta.
«Vai via, su! Altrimenti allegheremo il reparto!» Scoppiamo a ridere tutte e tre, mentre Ben s'incammina in corridoio e loro mi salutano con la mano.
Rimango dietro Ben lungo il corridoio, sto per rientrare nella mia vita e più faccio un passo avanti e più sento di volerlo fare, so che non sarò sola e tutto andrà bene.
Dana getta velocemente a terra il mozzicone della sigaretta, appena mi vede sbucare dall'ingresso, soffia tutto il fumo e corre sorridendo verso di me.
«Andiamo Angie, la tua vita ti aspetta.» È euforica e mi prende sottobraccio, resto ferma, piego la testa indietro e guardo il cielo limpido, chiudo gli occhi, respiro a pieni polmoni e poi sospiro, mi sento bene.
«Sono tornata vita!» Rido entusiasta insieme a Dana e, facendo le sceme, raggiungiamo l'auto, insieme a Ben.

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