19.

29 2 8
                                        

Ho camminato a lungo e mi ritrovo nel parco, sono stanca, provata, mi sento a pezzi e non so per quanto riuscirò a reggere situazioni del genere.
Mi siedo su una panchina, le lacrime scivolano di nuovo sulle mie guance e l'unica cosa che riesco a pensare è che voglio dimenticare tutto e ricominciare a vivere normalmente la mia vita, anche con Ben.
Non mi sono mai sentita così male, neanche quando Ben mi trattava come una pezza da piedi e per questo non voglio avere più niente a che fare con Mark e questo sentimento che provo per lui, mi distrugge più di ogni altra cosa e vorrei soffocarlo.
Dovrò fare appello a tutta la forza che ho e sforzarmi di non pensare a lui e distrarmi, non sarà per niente facile, vista la storia inverosimile di Kalun e il resto.
«Quanto vorrei che tu fossi qui, nonna. Sapresti come aiutarmi.» Guardo il cielo continuando a piangere e sperando che il mio desiderio si avveri.
«Sono qui, Angie.» Mi volto di scatto verso quella voce calda e la guardo sbalordita, mentre mi sorride.
«Nonna.» Mi alzo e corro ad abbracciarla, non mi spaventa la sua presenza, mi conforta sapere che posso vederla di nuovo e la stringo piangendo disperatamente.
«Oh, tesoro. Non fare così.» Mi accarezza delicatamente i capelli e la schiena, si stacca dall'abbraccio e mi guarda negli occhi, continuando a sorridere.
«Che bello vederti, nonna!» Le parole escono da sole, mi sento protetta, al sicuro e non ho paura di niente con lei accanto.
«Perchè è tutto così difficile per me?» La sento sospirare e mi stringe di nuovo.
«Sono le prove più difficili a renderci forti. Ricordi quando eri piccola? T'impegnavi tanto per riuscire a fare un passo di ballo difficile e con fatica poi riuscivi nel tuo intento. Così è anche la vita, tesoro mio.» Mi bacia la fronte e torno a sorridere, mi coccola come da bambina e vorrei che restasse con me per sempre.
«Ho tante cose da chiederti, nonna.» Mi stringe la mano e ci sediamo su una panchina, sento il calore del suo tocco e mi rassereno.
«Lo so, piccola mia.» Sorride teneramente e mi sento meglio, asciugo il viso e mi accarezza delicatamente una guancia.
«Devi affrontare ciò che ti spaventa, ciò che vedi è qualcosa che dev'essere scacciato. Tu hai la luce Angie e riuscirai a cambiare le cose.» Rivela e mi acciglio, Mark ha detto qualcosa di simile e lei potrebbe aiutarmi a chiarire alcune cose.
«Chi è Mark, nonna?» Pronunciare il suo nome mi fa battere il cuore, mi sento in imbarazzo e abbasso lo sguardo.
«Mark ti proteggerà. È un uomo forte e tiene a te più di quanto immagini.» La sento sorridere, mi alza il viso con una mano sotto al mento e mi guarda con affetto.
«Non credo che tenga a me, nonna.» Mi rattristo di nuovo e la guardo con tristezza.
«Ne sei innamorata, vero?» Annuisco e poi torno ad abbracciarla.
«Ma lui non... » I miei occhi si riempiono di nuovo di lacrime e mi mordo il labbro per trattenere il pianto.
«Ricorda questo Angie.» Mi stacco dall'abbraccio e la guardo con attenzione.
«Colui che viaggia in eterno ha smarrito la via del cuore. In esso bruciano il ricordo e la sofferenza, diverrà ancora carne e sangue, soltanto quando alimenterà il suo cuore di nuova luce pura e limpida. Non avrai più dubbi.» Sorride mentre rifletto sulle parole che mi ha appena detto, ma non capisco cosa voglia dire.
«Che vuol dire, nonna?» Ci alziamo, mi abbraccia forte mentre continuo a pensarci, mi prende le mani e mi guarda negli occhi.
«Lo capirai tesoro mio. Lo capirai.» Detto questo svanisce e mi ritrovo di nuovo sola, mi guardo le mani e le porto al cuore, spero di poterla vedere ancora, è l'unica persona che si è presa veramente cura di me e la amo infinitamente.
Sorrido, non voglio più piangere e ancora una volta penso a quelle parole, senza capirci nulla e lascio perdere.
Mi siedo di nuovo sulla panchina, guardo di nuovo il cielo e poi chiudo gli occhi per godermi il senso di pace che ho provato, grazie a mia nonna.
«Angel, ti ho trovata, finalmente.» Apro gli occhi di scatto, il mio cuore perde un battito, mi guardo intorno stranita e non vedo nessuno, non voglio vedere quel qualcuno e scuoto la testa per scacciare quella voce.
Mi alzo di scatto e inizio a camminare velocemente, mi ha trattata troppo male, non posso continuare a sentire perfino la sua voce quando non c'è.
Ho bisogno di sentirmi bene, di distrarmi e ripenso che avrei dovuto fare una telefonata, mi fermo, prendo il telefonino e compongo il numero di Dana.
«Ciao Angie. Che bello sentirti!» Sorrido compiaciuta.
«Ehi, Dana. Hai impegni per stasera?» Spero mi dica di no.
«No. Cos'hai in mente?» Ne sono felice e credo che le piacerà la mia idea.
«Stavo pensando che potremmo andare in quel locale di cui mi avevi parlato. Che ne dici?» Non rifiuterà, ne sono certa.
«Dico che non vedevo l'ora che me lo chiedessi!» Ride entusiasta ed esulta come i tifosi ad una partita di rugby.
«Ci vediamo da te verso le ventidue? Avverti tu le altre?» Mi sento elettrizzata ed ho voglia di ballare fino al mattino.
«Certo cara. A stasera.» Chiudo la chiamata e ricomincio a camminare, respiro a fondo, ho bisogno di qualcosa di nuovo da indossare e so già dove andare a fare shopping.
Voglio evitare tutto ciò che mi fa soffrire, questo vuol dire che mi dedicherò a me e alla mia felicità, iniziando da una fantastica serata tra amiche.

Oltre la mente [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora