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Dopo che Mark è sparito mi sono sentita a pezzi, non credevo di provare un sentimento così profondo per lui, nè tantomeno che reagisse in quel modo.
Sono convinta che anche lui provi qualcosa per me e ripensando a quando abbiamo fatto l'amore, ho la conferma di non essergli così indifferente e sono sicura che non si è trattato solo di sesso, neanche per un tipo spavaldo come lui.
Credo sia paura la sua, forse ha paura che andando oltre, diventi impossibile da sostenere questa situazione, viviamo in due dimensioni diverse, io sono sposata con Ben, ci sono parecchie problematiche da affrontare e, a pensarci bene, farebbe paura a chiunque l'assurdità delle circostanze.
Il sonno non vuole arrivare e mi rigiro nel letto con la sua espressione nella mente, ripenso al suo sorriso e al momento in cui mi ha gridato di non potermi amare, penso di continuo a Mark e vorrei capire perché ha detto di non avere più un cuore.
Rimugino ancora e ancora sulle sue parole, in fondo non so niente sul suo passato, non so chi sia, ma il mio cuore sente l'amore che c'è in lui e prova qualcosa di unico, soltanto per lui.
Sono stanca, do uno sguardo veloce alla sveglia e mi stupisco dell'ora, è notte fonda e mi rendo conto che Ben non è ancora rientrato.
Mi giro su un fianco e rifletto ancora un pò sulle parole di Mark, discutere con lui mi lascia sempre un senso di vuoto e, stavolta, le sue parole mi hanno fatto davvero male.
Forse dovrei accantonare ciò che provo per lui e vederlo in modo diverso, lui ha detto che deve proteggermi e mi ha spiegato anche il perché, ripensare a Kalun mi fa tremare di paura, e non poco.
Ancora una volta la confusione s'impadronisce della mia mente e creo castelli in aria su noi due, poi puntualmente li butto giù con un colpo secco della razionalità.
So che è una questione di volontà la sua, ho capito che vorrebbe lasciarsi andare ma s'impone di non farlo, proprio come sto pensando di fare anch'io, sperando che un giorno mi passi.
Dopo tanto scervellarmi su come comportarmi con Mark, ho deciso che non manifesterò più i miei sentimenti per lui, non ho nessuna intenzione di corrergli dietro e sbavare come una quindicenne, sono una donna con tanto di dignità.
«Mi limiterò ad un rapporto amichevole e... » Sbuffo sonoramente e mi dispero.
«Sarebbe tutto più semplice se tu mi amassi, Mark.» Fisso il soffitto e, con la sua immagine in mente, chiudo gli occhi e mi addormento.
La mattina seguente mi sveglio di soprassalto sentendo un rumore di qualcosa rompersi e una voce provenire dalla cucina che impreca a tono basso.
Mi alzo in fretta, stropiccio velocemente gli occhi con le mani, mi dirigo in cucina e lo vedo indaffarato a raccogliere, in modo buffo, dei cocci rotti con la scopa e la paletta, mi appoggio allo stipite con le braccia conserte e mi godo lo spettacolo sorridendo divertita.
«Che disastro!» Lo sento dire adirato, mi da le spalle, mette le mani sui suoi fianchi ed osserva la polvere di caffè sparsa su tutto il pavimento.
«Vuoi una mano?» Ridacchio e mi avvicino, si gira di scatto con la bocca aperta e si gratta nervosamente la testa.
«Buongiorno. Volevo fare il caffè, ma ho fatto cadere il barattolo e si è sprecato tutto. Cazzo, sono un cretino!» Rido guardando i suoi capelli scompigliati, scuotendo la testa e mi do da fare per ripulire il suo casotto.
«Ben, non ti ho sentito rientrare ieri sera, hai fatto molto tardi?» Sparo subito e lui si gratta il mento, come se volesse trovare una scusa plausibile.
«Sì, dormivi già.» È vago, va verso il mobile e prende un nuovo pacchetto di caffè, lo apre con cura e lo prepara per entrambi.
«Com'è andata la giornata?» Cerco di sembrare interessata, giusto per intavolare una conversazione.
«La riunione è stata noiosa come sempre. Sai, James ha voluto strafare come sempre e riempirci la testa con le sue idee strampalate su un suo progetto.» Fa una smorfia e sbuffa, metto a posto scopa e paletta e mi siedo al tavolo, ad aspettare il mio caffè.
Poco dopo si avvicina con le tazze in mano, me ne porge una e mentre la prendo mi bacia sulla testa.
«E dopo la riunione?» Sono curiosa e vorrei che si confidasse con me, come faceva una volta.
«Era tardi quando abbiamo finito. Preston ha proposto di andare a mangiare qualcosa, ci ha portati in un locale e abbiamo bevuto un pò.» Ride divertito, fissando la sua tazza.
«Vi siete divertiti a quanto pare!» Bevo un sorso di caffè, lui continua a ridere e si siede.
«Sì, soprattutto quando Mitch, brillo,  ha ricevuto una sonora sberla dalla cameriera, per averle palpato il di dietro ed è finito col culo a terra.» Ride a crepapelle e mostro un sorriso finto, finisce il suo caffè e va in camera.
«E tu, cos'hai fatto di bello?» Urla dall'altra stanza.
"Bè... Un esaltato di un'altra dimensione mi ha minacciato di morte, sono stata rifiutata dall'uomo che amo e vivo con te. È tutto troppo bello, direi!" Penso sarcastica e scuoto la testa.
«Sono uscita con Sara.» Meglio omettere il resto o mi farebbe rinchiudere in una clinica psichiatrica, mi alzo e lascio la tazza nel lavandino, guardo la lavagnetta e mi scappa un sorriso.
«Bene.» Urla di nuovo, poi sento l'acqua della doccia scorrere e la porta chiudersi.
"Che conversazione costruttiva!" Il mio morale è alle stelle stamattina, torno sul letto sbuffando e mi siedo a gambe incrociate, pensando a cosa fare nella giornata, chiamare Dana è una priorità.
Prendo il telefonino e noto svariati messaggi di Sara nei quali mi chiede come sto, non li avevo visti, ero troppo concentrata su altre priorità.
Sento i passi di Ben che torna in camera, alzo istintivamente lo sguardo e lo vedo tutto bagnato con un asciugano intorno alla vita, si strofina i capelli con un altro asciugamano e sorrido.
Si accorge del mio aguardo sul suo corpo, mi fa ancora effetto, è sempre un bell'uomo, mi fissa per un attimo con un sorriso ammaliante e poi gattona sul letto lentamente, come un felino, mentre lo osservo pensierosa.
Mi bacia sulla bocca delicatamente e attende una mia mossa, alzo un sopracciglio, forse Mark ha bisogno di qualche stimolo per cedere e Ben mi bacia ancora.
Lascio cadere il telefonino sul letto, Ben intensifica il bacio mentre mi sdraio, la sua mano è già sul mio seno e lo palpa piano, mi aiuta a denudarmi e toglie l'asciugamano che gli copre il bacino.
Senza troppi preamboli, si posiziona tra le mie gambe, si abbassa a baciarmi ancora e si stimola da solo, poi mi penetra velocemente e geme.
Si muove dentro di me in modo frenetico, avvolgo le braccia intorno al suo collo e stringo gli occhi, non sento scosse nè battiti accelerati, guardo il soffitto e sospiro, non riesco a provare nulla e spero che finisca presto.
«Cazzo, Angie!» Sbotta prima di venire, ansimo un pò di dolore per i suoi movimenti veloci, mentre aspetto il mio orgasmo che non arriva.
Continua a muoversi lentamente dentro di me, tremando per gli spasmi, poi si accascia su di me respirando affannosamente e sfila il suo membro ormai svuotato.
«Sei fantastica, piccola!» Mi bacia una guancia e si alza velocemente, torna in bagno e sento l'acqua scorrere, mentre penso stranita a cos'è appena successo e fisso un punto indefinito.
Mi alzo lentamente e m'infilo la vestaglia che ho preso dalla poltroncina vicina all'armadio, mi siedo sul bordo del letto, guardo il pavimento affranta, pensando alla situazione in cui mi trovo, credevo andasse diversamente, poi mi alzo delusa e vado in cucina.
Fisso la lavagnetta, la mia mente sembra svuotata, una sensazione angosciante mi pervade, come il senso di vuoto che provo anche nel petto.
Chiudo gli occhi e sospiro, mi rendo conto dell'idea stupida che ho avuto per far ingelosire Mark, mi sento una ragazzina idiota e mi ammonisco, consapevole che me la sono cercata, stavolta.
Vorrei fare una doccia, far scivolare via dalla mente e dal corpo questa fastidiosa sensazione di disagio, Ben finalmente esce dalla camera, è pronto per andare a lavoro.
Corro verso il bagno e lo saluto con un cenno della mano, mentre lui esce gridando ciao e ridendo contento.
Apro l'acqua, aspetto impaziente che si riscaldi poi entro nella doccia, posizionandomi sotto il getto dell'acqua con gli occhi chiusi e mi lascio accarezzare dal tepore dell'acqua.
Continuo a bagnarmi con calma,  chino la testa indietro e la scuoto leggermente, i capelli inzuppati fanno schizzare l'acqua ovunque, ma non me ne curo.
Mi sento già meglio, ma voglio godermi ancora a lungo questa sensazione piacevole che mi regala l'acqua, rimango ferma con gli occhi chiusi e sorrido.
Avverto improvvisamente la sua presenza dal mio battito che accelera all'istante e brividi piacevoli che mi percorrono il corpo, so che mi sta osservando e ne sono compiaciuta.
Non parlo, voglio che si goda lo spettacolo mentre mi muovo lentamente e sinuosa sotto la doccia, movimenti lenti e posizioni strategiche, per fargli capire cosa si sta perdendo.
Chiudo l'acqua e m'insapono lentamente i capelli mentre fisso le piastrelle della parete, prendo il bagnoschiuma e, senza fretta, lo faccio schiumare sulla mia pelle con cura e senza fretta.
Accarezzo delicatamente il mio corpo, a volte girandomi lentamente, per dargli completa visuale della mia nudità e respiro a fondo, tutto studiato per fargli perdere la ragione.
Non si manifesta ma lo sento vicino, lo so che gli piace ciò che vede e ne approfitto per "vendicarmi", palesando indifferenza e continuando nella mia opera di seduzione.
Riapro l'acqua, appoggio le mani alle piastrelle e inarco di poco la schiena, facendo scorrere l'acqua sul mio seno, alzo lentamente il busto in avanti, continuando a tenere le mani poggiate alla parete, l'acqua scivola dolcemente sulla mia pelle e porta via la schiuma, donando lucidità alla mia pelle profumata dal bagnoschiuma.
Sorrido e mi mordo il labbro, chino ancora indietro la testa, mi piace sentirmi ammirata dall'uomo che amo, mi giro e sposto i capelli su una spalla, mi accarezzo una coscia con la mano, faccio salire entrambe le mani sul seno che stringo piano, mentre l'acqua scorre ancora e sfioro dolcemente i capezzoli, poi fino al collo scoperto, chiudo di nuovo gli occhi, ora sono veramente rilassata e soddisfatta, chiudo l'acqua.
Raccolgo e torco piano i capelli per togliere l'acqua in eccesso, passo le mani tra i capelli scuotendoli un pò, esco dalla doccia e mi avvolgo con un telo bianco e vado in camera, tamponandoli con un altro asciugamano.
Prendo l'intimo dal cassetto e lo lascio sul letto, sento il suo respiro affannato tra i miei capelli bagnati, sorrido maliziosamente, libero il telo e, mentre mi giro verso di lui, cade ai miei piedi, lasciando il mio corpo completamente esposto e fingo stupore.
«Mark! Mi hai spaventata!» Sorrido teneramente, il mio cuore batte forte e lo fisso negli occhi, ha lo sguardo serio, ma luminoso e non mi sento affatto in imbarazzo.
Respiriamo entrambi col fiato corto, l'uno di fronte all'altra, senza dire una parola e senza muoverci per secondi interminabili.
Mi accarezza delicatamente un braccio e chiudo gli occhi per godermi il suo tocco, dei brividi piacevoli attraversano prepotentemente il mio corpo e la sua mano arriva al mio viso, accarezza piano la mia guancia col pollice e potrei morire soltanto di questo.
«Dovresti vestirti o potresti ammalarti.» M'irrigidisco di colpo, trattengono il respiro per non insultarlo, apro lentamente gli occhi e vedo il suo sorriso divertito.
"Resta calma Angie! Calma, calma, calma!" M'impongo di non reagire bruscamente e mostro un sorriso finto, cerco di non dargli soddisfazione e torno a respirare, mi piego sulle ginocchia, raccolgo il telo e mi copro, senza lasciare il suo sguardo.
«Infatti ho freddo. Se vuoi scusarmi... » Gli indico simbolicamente la porta, sorride divertito e sparisce.
Mi vesto in fretta, vorrei dirgliene tante, ma non posso neanche pensare, visto che leggerebbe i miei pensieri, torno a passo svelto in bagno per asciugare i capelli e lo vedo di nuovo davanti a me.
«Come mai sei ancora qui? Non dovresti inseguire fantasmi cattivi?»
Lo guardo fredda, non gli do il tempo di rispondere e gli volto le spalle, sono alquanto irritata.
«In effetti sto combattendo contro qualcosa... » Mi giro di scatto e lo guardo stupita, schiudo la bocca, si avvicina tanto da non lasciare spazio all'immaginazione, mi guarda intensamente e deglutisce piano.
«Contro me stesso.» Le sua labbra sono sulle mie e ci rimango di sasso.

Oltre la mente [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora