Cammino sulla spiaggia, e ripenso al tempo che è passato, un insieme di giorni, ore, minuti, ricchi di meravigliosi momenti condivisi con Mark e sorrido per ogni gioia che mi ha regalato.
«Stai bene bella addormentata?» Si abbassa vicino a me, è così attraente e deglutisco piano, scatto mettendomi seduta.
«Cos'è successo?» Non capisco cosa sia successo, osservo stupita il suo corpo muscoloso e lui sorride compiaciuto.
«Questo dovresti spiegarmelo tu!» Si alza e sorride maliziosamente, non posso darla vinta ad uno che si crede un super uomo e lo guardo infastidita.
«Non guardarmi così! Io non c'entro niente!» Si giustifica, crede di avermi offesa, è uno sbruffone e mi porge una mano per aiutarmi ad alzarmi.
«Faccio da sola, grazie!» Mi rimetto in piedi da sola e continuo a guardarlo.Ricordo tutto dell'incidente e anche del percorso durante il coma, la spavalderdia di Mark mi fa ridere ancora adesso, guardo il cielo sorridendo divertita e continuando a passeggiare sulla riva.
Mi allontano dal bordo, la tavoletta scivola da sotto il mio sedere e finisco sott'acqua, vado giù, come se qualcosa mi tirasse sotto e mi spavento per l'altezza, mi agito e non riesco a risalire, vado in panico.
Riesco ad intravedere qualcosa venire verso di me, ho paura, in poco tempo mi raggiunge, mi manca l'aria e porto le mani al petto, muovendo le gambe, è la figura misteriosa, mi afferra per la vita e mi riporta velocemente in superficie.
Con la testa fuori dall'acqua, prendo più aria che posso, cercando di respirare, tossicchio e sento le sue mani sui miei fianchi, non posso credere che mi stia tenendo, lo sto fissando stupita e nel frattempo affascinata dalla sua consistenza, dai lineamenti riconosco un viso maschile e, stranamente, non ho più paura.
«G-grazie!» Riesco a dire col fiatone. Mi sorride?Rido con la mano sul cuore mentre cammino e l'acqua mi bagna i piedi, donandomi sollievo, ero spaventata da Mark all'inizio, una creatura misteriosa mi stava facendo conoscere un mondo sconosciuto.
Lo fisso, sono felice di vederlo, mi sfiora il viso e sorrido, la curiosità è tanta come l'assurdità della situazione, vorrei chiedergli tante cose, ma mi rendo conto che siamo sott'acqua e il bisogno di prendere aria è impellente.
D'istinto gli afferro una mano, sembra stupito, risalgo velocemente tirandolo su con me e riemergiamo insieme.
«Ciao!» Sbotto col fiatone e sorrido, sento il cuore che vorrebbe uscirmi dal petto, quando sorride anche lui.
Rimango ferma, il cuore mi batte forte, non so se è per la paura di accettare ciò che sta succedendo o per l'emozione di stare con lui, la mia razionalità sta andando a farsi fottere.
«Vieni!» Stringe la mia mano nella sua, toglie l'altra dal mio fianco e lo sento allontanarsi di poco, mi giro e lascio la sua mano per sistemarmi gli occhialini, mi sorride e resto a galla con le braccia avanti.
"Oddio, che faccio? Che vuole fare?" Penso agitata, fa per andarsene ma voglio che rimanga con me, ho un pò paura, ma sono in preda ad emozioni contrastanti e non riesco a pensare lucidamente.
«Aspetta!» Sbotto col cuore in gola e si avvicina di poco, indietreggio e sfioro la parete con la schiena.
«Tranquilla, non ti farò del male.» Ha capito che non sono molto a mio agio, ma la sua voce mi sembra rassicurante, anche se è profonda e sospiro, calmandomi.
«Ma tu vivi qui?» Chiedo ad un tratto, tranquillamente.
«Intendi in acqua?» Ridacchia, annuisco e mi sento sciocca.
«No.» Aggiunge sorridendo e mi guarda intensamente.
«Oh... Quindi questo non è il tuo ambiente naturale?» Chiedo ancora, spero non s'infastidisca.
«No. È soltanto una condizione che mi permette di interagire con te.» Afferma, si sposta di schiena e il mio sguardo viene rapito dai suoi muscoli tesi e deglutisco piano.
«Scusami... Io... Voglio soltanto capire.» Dico imbarazzata e si gira di lato, col busto rivolto verso di me.
«Capirai Angel.» Dice dolcemente, continua a guardarmi intensamente e mi accarezza una guancia, non sono spaventata, il suo tocco è rassicurante e mi piace.
«Hai un nome?» La mia curiosità non ha freni, lui non sembra infastidito e mi sorride.
«Mark.» Dice e quel suono mi sembra familiare.
«Mark.» Ripeto sottovoce, mi sento strana, d'altra parte tutta questa situazione è strana.
«Sì Angel?» Si è creata un'atmosfera intima, alquanto bizzarra, ma non mi tiro indietro, al contrario, m'incuriosisce sempre di più.
All'improvviso sento un bisogno, un forte bisogno di avere un contatto con lui, voglio essere certa che sia reale, nonostante i precedenti contatti.
Mi giro senza pensarci oltre, sono di fronte a lui, guardo il suo petto muscoloso, allungo una mano esitante e sfioro con le dita la sua consistenza, è liscia al tatto, seguo con gli occhi i miei movimenti sul suo pettorale sodo, voglio di più e il suo respiro si fa corto.
Esito per un istante e ritraggo la mano come se avessi preso la scossa, la mia razionalità vacilla, sembra così vero.
Lui mi prende il polso e riporta la mia mano aperta al suo petto e preme leggermente, deglutisco piano guardandolo negli occhi.
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Oltre la mente [In Revisione]
FantasyCos'è che spinge una persona ad amare? Ciò che vediamo, tocchiamo, la presenza tangibile di un corpo, il viso, le mani, la pelle... la reale esistenza di un'altra persona che ci sorride e ci sfiora, che ci guarda negli occhi e ci bacia? Non è una...