15.

29 3 7
                                    

Avevo proprio bisogno di fare una passeggiata all'aria aperta e Sara sembra abbia capito al volo la mia esigenza.
Camminiamo lentamente per la città, il sole mi accarezza e mi dona quel senso di tranquillità e calore che mi mancava da un pò.
Osservo i passanti, la strada, le vetrine dei negozi e mi appare tutto in modo diverso, mi sembra di vedere chiaramente per la prima volta, come se fossi stata cieca per una vita intera.
I sorrisi, le emozioni dipinte sui visi della gente intorno a me, i colori, i profumi e gli odori, tutto ciò che mi circonda sembra avere vita, quella che mi scorreva affianco e non sentivo mia, sospiro e sorrido.
«Sei silenziosa. Va tutto bene?» Mi distraggo dai pensieri e mi volto verso Sara che mi sorride.
«Oh sì, va tutto bene.» Le sorrido dolcemente, annuisco contenta e la prendo sottobraccio.
«Cosa c'è che non va, Angie?» Guardo a terra e penso a Mark.
«Mi fa uno strano effetto camminare per strada e accorgermi quanto mi sono persa della vita intorno a me.» Accenno un sorriso guardandola negli occhi.
«Secondo te è sbagliato essere attratti da qualcosa di impossibile e volerne vivere a pieno ogni singolo istante?» La vedo stranirsi e scrutarmi pensierosa.
«Hai avuto un'esperienza forte, Angie. Non è da tutti morire e risorgere, sai?» Ride e fa sorridere anche me.
«Penso che tu debba approfittare di questa tua fortuna e fare tutto ciò che vuoi, tutto ciò che ti rende felice.» Afferma euforica alzando la voce e sorride, mi guardo intorno e sorrido anch'io.
«Già, hai ragione! Iniziamo da un caffè e poi penseremo al resto.» Sorrido pensando che in fondo ciò che è successo con Mark sia qualcosa che mi fa stare bene, anche se va oltre la mente, oltre la razionalità, anche se da parte sua non è la stessa cosa.
Decido di accantonare i miei pensieri strani, per non ricadere nei meandri della tristezza ed entriamo in un bar poco distante.
Usciamo dal bar poco dopo con i nostri caffè e latte al cioccolato in grandi bicchieri di carta e qualche dolcetto in un sacchetto, non mi andava di rimanere seduta in quel posto ed ho chiesto a Sara di continuare la nostra passeggiata.
«Cos'hai deciso di fare col negozio?» Mi chiede d'un tratto, mentre mastica la sua ciambella al cioccolato.
«Bè... Sinceramente non ho avuto tempo di pensarci. Credo che dovrei dedicarmi al più presto alla mia attività, ma per ora voglio rimettermi bene.» Sorseggio il mio caffè pensierosa, in realtà mi farebbe più che bene dedicarmi al mio lavoro, mi terrei occupata e mi distrarrebbe da certe situazioni e da qualcuno.
«Hai intenzione di venderlo?» Sembra perplessa.
«No, no. Amo il mio lavoro, magari potrei mettere in pratica delle idee che non ho mai avuto il coraggio di esternare e ampliare il mio raggio d'azione.» Dico ironica e mi guarda sorpresa.
«Brava, Angie. Credo sia il primo passo verso una nuova vita piena di soddisfazioni.» Sorride continuando a masticare il suo dolce preferito.
«Lo pensi sul serio?» Sono perplessa e un pò spaventata all'idea di iniziare qualcosa di nuovo, senza esperienza in materia, sono una frana col computer ed ho bisogno di aiuto per le mie idee.
«Certo. Hai la possibilità di estenderti perché non provarci? Anzi, se vuoi, ti darò una mano.» Sapevo di poter contare su di lei, è un genio dell'informatica e sicuramente m'insegnerà come fare ad introdurmi nel marketing online.
«Grazie Sara. Sai quanto sono negata col computer.» Ride divertita.
«Niente paura. Lo sai che qui c'è Bill Gates in gonnella!» Sorride boriosa sorseggiando il caffè.
«Peccato che tu non abbia i suoi miliardi, altrimenti faremmo una bella vita!» Rido divertita e mi guarda accigliata.
«Ehi, ci sto arrivando! Prima o poi entrerò alla Microsoft anch'io. È solo questione di tempo!» Afferma con una punta di acidità, ma poi ridiamo insieme.
«Magari fra un milione di anni, ma non perdo la speranza!» Mi punta un dito contro, fingendo serietà.
«Provaci.» Sbotto scrutandola seria.
«Eh?» Sbarra gli occhi come se avessi detto o fatto qualcosa di veramente orribile.
«Perchè no? Prova a mandare un curriculum alla Microsoft, non si sa mai!» Sorrido e lei spalanca la bocca.
«Ma scherzi, vero? Stiamo parlando dell'impero mondialale dell'informatica, un sogno irraggiungibile!» Mi dice stupita e continuo a sorridere.
«Non scherzo affatto! Potresti farcela sul serio!» Non sono mai stata più seria in vita mia e vorrei che capisse che potrebbe dare una svolta alla sua vita.
«Oh... » Si ferma sbigottita e deglutisce fissando il vuoto.
«Sara, devi sfruttare le tue potenzialità, sai di essere molto  competente nell'informatica. Non vorrai continuare a sprecare ancora il tuo talento a fare la segretaria a vita, vero?» Mi guarda spaventata dall'idea e perplessa.
«Già. In pratica lo mando avanti io quel dannato ufficio!» Sospira scocciata, guardando il bicchiere di carta tra le mani, poi mi guarda e sorride.
«Sai che hai ragione? Seguirò il tuo consiglio, grazie. Domani invierò la mail!» Sorride convinta e sorrido soddisfatta anch'io, felice di averla convinta a fare quel passo.
Camminiamo parlando del più e del meno, qualche battuta fuori luogo e ridendo come pazze, arriviamo al parco, un'immensa distesa verde che si apre davanti a noi, incorniciata da grandi alberi folti e qualche panchina, dove qualcuno è intento a leggere il giornale, chi chiacchiera con gli amici, qualcuno si rilassa disteso sull'erba e bambini che giocano e corrono sul prato.
«È proprio una bella giornata.» Chiudo gli occhi per un attimo, respiro a pieni polmoni e sorrido.
All'improvviso un pensiero mi fa incuriosire, mentre camminiamo lungo il piccolo viale tra il verde.
«Hai sentito Dana per caso?» Sara mi guarda stranita, sto chiedendo a lei  della mia migliore amica.
«Sì, volevo invitarla, ma mi ha anticipato dicendomi che aveva delle commissioni da fare e sarebbe rientrata stasera tardi.» Mi guarda accigliata e alzo le sopracciglia stupita, non mi ha detto niente e in effetti, pensandoci, non l'ho sentita affatto, dopo ieri sera.
«Ho provato a chiamarla prima di uscire, ma il suo telefonino pare sia irraggiungibile.» Affermo con un velo di tristezza nelle parole, abbasso lo sguardo a terra, mi vengono in mente pensieri malinconici, ma li accantono scuotendo la testa, dobbiamo goderci questa giornata tra amiche.
«Proveremo a chiamarla più tardi, magari è impegnata con qualche bel fustacchione e non vuole essere disturbata.» Mi fa l'occhiolino e ride, contagiando anche me.
Continuiamo a passeggiare chiacchierando allegramente, all'improvviso avverto una sensazione strana, mi guardo intorno mentre Sara continua a parlare, ma non l'ascolto più.
«Angie... » Sento un sussurro che mi fa rabbrividire, mi blocco di colpo aggrottando la fronte.
«Angie... » Di nuovo quel sussurro, mi guardo intorno e deglutisco spaventata, mi giro in tondo e mi accorgo che tutto ciò che mi circonda è immobile, non si muove più niente.
«Ma cosa succede? Sara!» Col cuore in gola mi giro di scatto verso Sara e mi accorgo che è bloccata anche lei, come se qualcuno avesse premuto il tasto pausa su un telecomando e inizio ad agitarmi.
Il sole sparisce, il cielo diventa improvvisamente plumbeo, come in una giornata di temporale, ma non piove, fa freddo e mi agito, cala una leggera nebbia e sparisce tutto intorno a me, non capisco cosa stia succedendo e mi assale il panico.
«Ciao Angie.» Una figura oscura, come quella del mio incubo, è davanti a me e mi sorride in modo raccapricciante, il corpo aleggia avvolto da una nube nera e scorgo nitidamente un viso pallido con delle venature nere sulle guance, ha gli occhi scuri e la bocca violacea, tremo dalla paura e mi sudano le mani.
«C-chi sei?» La mia voce esce a stento, respiro con affanno e il cuore corre come impazzito, la figura acquista sembianze umane e poggia i piedi a terra.
"Mark! Aiutami Mark!" È l'unica cosa alla quale riesco a pensare.
«Finalmente c'incontriamo piccola Angie.» Ridacchia fissandomi con un ghigno malefico e stringo forte la mia maglia, sempre più spaventata.
«Oh, che sbadato, non mi sono presentato! Mi chiamo Kalun, principe delle ombre oscure.» Ridacchia in modo snervante e inizia a girarmi intorno e a guardarmi dalla testa ai piedi, con le mani intrecciate dietro la schiena, cammina con passo regolare, percepisco la sua malvagità e cerco di respirare normalmente, prima che mi venga un infarto, ma la paura me lo impedisce.
Abbasso la testa e strizzo forte gli occhi per un momento, sperando sia soltanto un brutto scherzo della mia mente e, riaprendoli velocemente, scopro che non è così.
"Ho paura Mark, ti prego aiutami!" Penso disperatamente, sperando possa sentirmi e aiutarmi davvero.
«Ti starai chiedendo cosa ci faccio qui e se tutto questo è reale.» È di nuovo davanti a me, sorride e si allontana di qualche passo, si ferma e si gira di lato, lo fisso con la bocca aperta ma non oso muovermi e non riesco a parlare, ho troppa paura e tremo ancora di più.
«Sì, tutto questo è reale... » Guarda in alto, continuando a tenere le mani dietro di se.
«E voglio te!» Gira il viso verso di me e mi fissa serio e adirato.
«M-me?... I-io... Non... Capisco.» Riesco a dire e deglutisco a fatica, ride divertito e si avvicina lentamente, mentre rimango paralizzata dalla paura.
«Vedi, Angie. Tu sei quel qualcosa che mina la mia esistenza e devo eliminarti.» Riesce ad ironizzare su una cosa tanto macabra e sorridere, mentre io sbianco e sono terrorizzata.
«Sei davvero molto bella, è quasi un peccato diverti uccidere.» Sussurra, accennando un sorriso, è troppo vicino a me, sto per sentirmi male, mentre alza lentamente una mano verso il mio viso, il mio labbro inferiore trema, trattengo il respiro e il pianto, lui continua a fissarmi serio, ma qualcuno alle sue spalle lo interrompe.
«Non.Devi.Toccarla!» La sua voce è dura e ferma, ma la riconoscerei tra un milione di rumori assordanti, Kalun abbassa la mano e s'irrigidisce, si volta, sorride perversamente e si allontana in meno di un secondo, fermandosi davanti all'interlocutore.
«Mark... » Biascico e crollo a terra sulle ginocchia, tremo ancora ma sorrido e rilascio il respiro, mi lascio andare e le lacrime mi bagnano il viso, non sono mai stata così felice di vederlo.
«Chesterfield, ti pare educato interrompere una conversazione così intima?» Sghignazza, mi asciugo il viso e guardo ancora spaventata  davanti a me, mi preoccupa il fatto che Kalun potrebbe fare del male a Mark, ma non posso fare niente.
«Intima?» Mark ridacchia e mi accorgo che anche lui ha le sembianze di un uomo, non ha la solita forma, come quella d'acqua dei nostri incontri e ne rimango sbalordita.
«Oh, la tua ragazza si era eccitata soltanto guardandomi. mmmmm... » Sta provocando Mark e ride beffardo, m'innervosisco e vorrei prendergli a calci il fondoschiena.
Mark sorride e con un gesto rapido gli afferra la gola con la mano.
«Vorresti eliminarmi a mani nude Mark?» Ride fragorosamente e divertito, mentre Mark stringe di più la presa e a sua volta afferra il collo di Mark e lo guarda intensamente.
Il suo strafottente atteggiamento e il pensiero che faccia del male a Mark, mi irrita a tal punto da farmi ribollire il sangue nelle vene, Mark sembra in difficoltà e mi adiro fortemente.
Fisso furiosa Kalun, il mio respiro si fa corto e affannato, sento uno strano calore al petto, qualche secondo dopo lo vedo girare il viso stupito verso di me, la sua risata si affievolisce, inizia inspiegabilmente a soffocare, ma non a causa della stretta di Mark, che sta cedendo.
«Ci... Vedremo... Presto, tesoro!» Mi dice con poco fiato, mi fa l'occhiolino e sparisce, Mark tossicchia piegandosi in avanti e appoggia le mani sulle sue ginocchia per riprendere fiato.
Riacquisto un pò della mia lucidità, respiro a fondo chiudendo gli occhi e mi calmo, li riapro velocemente, mentre sento i passi di Mark venire verso di me, alzo il viso e lo osservo affascinata.
«Stai bene?» Mi tende una mano e l'afferro senza esitare, stringe la mia, un brivido piacevole mi percorre interamente il corpo e all'istante, mentre mi tira piano facendomi alzare e resto immobile davanti a lui.
Continuo a guardare il suo fisico possente, i muscoli del busto e delle braccia messi in risalto da una maglietta nera, i lineamenti perfetti del suo viso, lo sguardo duro che mi scruta perplesso e la bocca carnosa.
Dimentico tutto, quando mi sorride e mi agito di nuovo, ma per un motivo diverso dal precedente episodio.
«Ehm... Sì... Sto bene.» Farfuglio imbambolata e sorrido imbarazzata, senza togliere lo sguardo dal suo, mentre le nostre mani sono ancora strette l'una nell'altra, si avvicina molto e mi accarezza una guancia con l'altra mano.
«Mark... » Deglutisco a fatica, ho il cervello in tilt e il cuore impazzito.
«Angel... » Chiudo gli occhi e mi beo di quella carezza, un leggero vento tiepido soffia tra i miei capelli, il calore del sole torna a riscaldarmi in un attimo il viso, non sento più la mano e la vicinanza di Mark, la voce di Sara mi riporta alla realtà.
Apro lentamente gli occhi, è tornato tutto come prima, sono di nuovo nel parco e un pò delusa, avrei voluto passare più tempo con Mark e deglutisco piano.
«Praticamente ha fatto una figuraccia!» Sara ride divertita, mentre ripenso col batticuore a Mark e al nostro incontro di poco fa, sono certa di non aver inventato nulla e di aver sentito il tocco della sua mano, mentre stringeva la mia e sul viso, mi guardo la mano e sorrido timidamente come un ebete.
"Oddio. Non posso aver immaginato tutto quel trambusto... Mark... " Chiudo di nuovo gli occhi e sorrido, portando la mano al petto, come se volessi accertarmi che il cuore palpita forte per le emozioni che mi fa provare Mark e per calmarlo, mi tremano le gambe, mi sento così viva quando sono con lui.
Spalanco gli occhi di colpo, una spiacevole consapevolezza mi scuote e mi acciglio, com'è reale Mark, è reale anche Kalun.
Mi porto la mano davanti alla bocca spalancata e mi giro di scatto verso Sara che mi strattona piano un braccio.
«Stavi proprio sognando ad occhi aperti!» Mi guarda perplessa e non so cosa risponderle, sono stravolta da quanto è accaduto.
«Scusami Sara, ho bisogno di sedermi.» Sbotto di colpo e la vedo guardarsi intorno preoccupata.
«Certo, lì c'è una panchina libera.» Indica la panchina a pochi passi da noi e mi prende sottobraccio, aiutandomi a raggiungerla e ci sediamo, mentre continuo a pensare alle parole di Kalun.
«Va meglio?» Mi chiede perplessa, accarezzandomi lentamente la schiena, ma sono talmente assorta nei miei pensieri che nemmeno le rispondo.
"Voglio sapere cosa sta succedendo e soltanto Mark può spiegarmelo. Devo assolutamente parlare con lui. È tutto così assurdo, ma non sono pazza!" Mi acciglio pensando e, preoccupata, stringo le mani al bordo della panchina, mentre ho lo sguardo perso davanti a me.
«Angie.» Mi richiama Sara, la guardo perplessa e sospiro. 
«Perdonami Sara, vorrei tornare a casa.» Non le do il tempo di rispondere, mi alzo di scatto, la saluto in fretta e scappo via, lasciandola a fissarmi attonita.

Oltre la mente [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora