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Ci prepariamo in fretta, Dana indossa un costume intero a fantasia, che mette in risalto il suo fisico slanciato, Sara invece un bichini arancio a triangolo che le copre l'essenziale, a malapena.
«Sbrigati, Angie!» Dana cerca di spronarmi, mentre si spalma dell'olio solare sul corpo e in un attimo la stanza viene riempita da un gradevole profumo di cocco.
Sbuffo e indosso velocemente il mio bikini a fiori bianco e blu, mentre Sara si specchia per l'ennesima volta e sorride compiaciuta.
Annodo il mio grande pareo dietro al collo, prendo il mio cappello di paglia, gli occhiali e le guardo scocciata.
«Per fortuna che ero io quella che doveva sbrigarsi.» Scuoto la testa rassegnata ed esco dalla camera.
«Aspettaci, arriviamo!» Sento i loro passi svelti dietro di me, mi dirigo in soggiorno ed apro la porta finestra, facendola scorrere ed esco, senza voltarmi, seguita dalle due miss che discutono su qualcosa che decido di ignorare.
Ben piazza l'ombrellone non molto distante dalla riva e sistema le sdraio,
mentre noi ci avviciniamo per raggiungerlo, lascio le mie amiche sotto l'ombrellone e mi avvicino all'acqua.
«È bellissimo qui.» Immergo i piedi e una fantastica sensazione di freschezza m'invade, respiro a pieni polmoni e chiudo gli occhi, vorrei tanto che Mark potesse godersi con me questo angolo di paradiso terrestre.
Torno dalle mie amiche che si sono letteralmente spalmate sui teli, in pieno sole, unte e pronte ad arrostirsi, ridacchio e mi sistemo meglio il cappello sulla testa.
Stendo il mio telo sulla sdraio, mi tolgo il pareo e mi siedo con tutta la calma di cui sono dotata, mi assicuro di avere la testa all'ombra e mi godo la stupenda visuale del mare che ho davanti.
Mi spalmo un pò di crema solare per evitare di ustionarmi e mi rilasso, coccolata dal calore del sole e il lieve rumore del mare.
Sento borbottare Ben, mi giro verso di lui per capire cosa gli succede, ma si allontana andando verso la casa, lasciandomi perplessa.
Non voglio preoccuparmi di niente, mi trovo su una spiaggia magnifica ed intendo lasciare ogni tipo di problema e pensiero negativo ad altri e altrove.
Chiudo gli occhi, beandomi della sensazione di tranquillità che ci circonda, penso a Mark, a tutto ciò che ci siamo detti e a ciò che è successo tra noi, lo sfarfallio nello stomaco che avverto mi fa sorridere compiaciuta e non vedo l'ora di poter passare del tempo con lui.
Per la prossima occasione che avremo di stare insieme, ho intenzione di organizzare una cenetta intima, credo che sia passato molto tempo da quando avrà fatto un pasto decente o si sia rilassato senza pensare a nient'altro che a se stesso.
Vorrei fare qualcosa di speciale per lui, si è sentito solo per troppo tempo e non ha avuto più nessuno che potesse prendersi cura di lui.
Dovrò anche pensare a come affrontare il discorso con Ben, non posso più rimanere legata a lui, non posso più condividere la mia vita, il letto e tutto il resto con lui.
Sarà sicuramente una vera e propria impresa ardua spiegargli che amo un uomo particolare, che non fa proprio parte di questa realtà e che si diverte ad apparire e sparire a suo piacimento.
Qualcosa di bagnato e freddo mi piomba addosso facendomi urlare con gli occhi sbarrati e il fiato strozzato, Sara e Dana se la ridono a crepapelle, mentre Dana ha ancora in mano il secchio con il quale mi ha tirato l'acqua addosso.
Riprendo fiato e mi assale la voglia di farle passare un brutto quarto d'ora, mi tolgo gli occhiali e il cappello gocciolanti, fulminandola con lo sguardo.
«Tu strega malefica! Ti pentirai dei tuoi scherzi infantili!» Mi alzo di scatto, lei butta il secchio a terra ed inizia a correre sulla spiaggia, mentre la inseguo gridandole di fermarsi.
Inizia a ridere e fa ridere anche me, rallenta man mano che la risata cresce, ne approfitto buttandomi addosso a lei, facendola cadere ed inizio a farle il solletico.
Ci raggiunge Sara e si butta anche lei sopra di noi, ci rotoliamo sulla sabbia e ridiamo divertite come bambine.
«Non immaginavo che avrei assistito ad una lotta tra donne. È eccitante, direi.» Una voce maschile ci fa tornare serie all'istante, ci giriamo verso l'interlocutore e rimaniamo a bocca aperta davanti alla figura di un bell'uomo dal fisico atletico che sorride.
«Ditemi che non sto sognando!» Sbotta Sara spalancando gli occhi, spostandosi a sedere sulla sabbia, mi alzo insieme a Dana e ci diamo una ripulita, Sara fissa l'uomo e lui sembra ricambiare con un gran sorriso luminoso.
Le porge la mano e lei, imbambolata, la stringe, lui l'aiuta ad alzarsi e, quando si tira su, si ritrova appiccicata al corpo dell'uomo che la guarda intensamente.
«Vedo che avete fatto conoscenza con Kevin.» Ben sorride, mentre ci raggiunge e quando Kevin si gira verso Ben, lo riconosco e spalanco la bocca.
«Sì.» Sara sembra aver perso ogni contatto con la realtà, potrei giurare di vedere dei cuori enormi al posto degli occhi e la bava che le cola dalla bocca.
«Kevin, questa è mia moglie Angie.» Ben mi indica e lui mi guarda dapprima stupito, evidentemente mi ha riconosciuta anche lui, poi sorride in modo seducente e mi porge la mano, sto per sprofondare tre metri sotto la sabbia.
«Kevin Lenoir. Piacere, Angie.» Sorrido imbarazzata mentre stringo la sua mano, poi mi libero in fretta dalla presa, senza dire nulla e lui sorride divertito, continuando a fissarmi.
«Lei è Dana.» Sposta di poco lo sguardo e annuisce sorridendo, lei lo saluta alzando la mano.
«E questa meraviglia chi è?» Prende la mano di Sara e la bacia, guardandola da seduttore navigato e lasciandola di stucco.
«Sara.» Risponde ricambiando con un sorriso complice a trentadue denti, mentre ridacchio insieme a Dana per l'espressione da rimbambita di Sara.
«Qualcuno ha sete?» Chiede Ben.
«Ehm... Ci pensiamo noi! Voi intanto fate... Altro!» Rido nervosamente, prendo per le braccia Dana e Sara, le trascino via con me, cerco di camminare il più velocemente possibile, mentre le mie amiche si lamentano dietro di me.
«Ehi, che modi! Ma perchè ti comporti così?» Dana è infastidita e si libera dalla presa, una volta arrivate alla veranda della casa.
«Ma che ti prende Angie?» Sara imita Dana, mi giro e mi guardo intorno, spero che Ben e Kevin non ci abbiano seguite.
«Ragazze, quel Kevin è il Kevin del locale!» Cerco di tenere un tono basso, Sara spalanca la bocca e Dana mi fissa incredula.
«Vuoi dire quello con cui hai ballato in quel modo sensuale?» Chiede stupita Dana.
«Sì.» Guardiamo in direzione dei due uomini che parlano vicino alla riva, mi sento in imbarazzo e Dana scoppia a ridere.
«Certo che è davvero sexy.» Sara continua a guardare verso di loro con un'espressione da ebete e sospira, la prendiamo di forza e la portiamo dentro con noi.
«Uffa però!» Fa i capricci mentre ci segue in cucina, sembra una bambina alla quale hanno tolto il giocattolo e ridiamo divertite.
«Dai, Sara! Avrai l'intero weekend per stargli addosso.» Dana la prende in giro e mi guarda ridendo divertita, Sara fa la finta offesa.
«Spero soltanto che non dica nulla a Ben. Non voglio discutere con lui e rovinarmi la vacanza.» Mi preoccupa questa cosa, ho già discusso con Mark e non è stato molto piacevole, non ho fatto nulla di male, abbiamo soltanto ballato e forse è meglio tacere sul fatto che Kevin mi ha baciata due volte.
«Non preoccuparti Angie. Sono sicura che non dia peso al vostro incontro e credo che la sua attenzione sia rivolta ad una certa Sara.» Ironizza ancora e Sara continua a sorridere come una scema, mentre prepariamo una limonata per tutti.
«Stanno bene insieme, vero Dana?» Rido mentre spremo dei limoni, anche se lo penso davvero, credo che potrebbero essere la coppia dell'anno.
«Sì, lo credo anch'io.» Dana guarda seria Sara, che a sua volta ci fissa con le braccia incrociate al petto e col broncio.
«Diciamo sul serio, Sara.» Sono sincera, ci scruta con diffidenza poi sospira avvicinandosi e sorridendo.
«Ragazze, mi ha folgorata con lo sguardo.» Sara ammette quasi spaventata l'effetto che Kevin ha avuto su di lei, ha avuto altri ragazzi, ma credo che stavolta sia davvero persa, un vero e proprio colpo di fulmine e sembra che anche per lui sia così.
«La limonata è pronta.» Dana mi riporta tra loro, distogliendomi dai pensieri, sistemo per bene la cucina e pulisco il tavolo, nel frattempo Sara e Dana prendono la caraffa e i bicchieri da portare in spiaggia.
Mentre attraversiamo il soggiorno, vedo che Ben e Kevin sono seduti al tavolo in veranda, faccio un lungo respiro ed esco insieme alle mie amiche.
«Una limonata fresca è proprio quello ci vuole con questo caldo.» Dana versa la bevanda nei bicchieri, mentre Sara si siede vicino a Kevin, che le sorride, ed io vicino a Ben, l'intesa negli sguardi che c'è tra i due è talmente forte che mi fanno pensare a quanto mi manca il contatto con Mark.
«Io ho fame, ragazzi.» Ben si tocca lo stomaco e ci guarda tutti.
«Ho chiesto a Louis di farci trovare qualcosa di pronto, dovrebbe essere in frigo.» Si alza e mi fa cenno di seguirlo, entriamo in cucina, apre il frigo e tira fuori un contenitore, Dana ci raggiunge poco dopo.
«Posso darvi una mano?» Sorride a Ben e lui ricambia, c'è una strana intesa anche tra loro due, li osservo senza farmi scoprire, sembra che comunichino con lo sguardo.
"Oh cavolo! Come ho fatto a non accorgermi di nulla? C'è sicuramente qualcosa tra loro!" Sorrido, non sono adirata per la relazione che potrebbero avere, ma sono infastidita dal fatto che almeno Dana poteva essere sincera con me e dirmi tutto.
Lui ha continuato a fare il maritino innamorato e mi viene la nausea al pensiero che mi abbia toccata.
Però sono contenta per loro, si compensano e vanno d'accordo, vorrei che fossero loro a parlarmene, sarebbe tutto più semplice e potremmo essere tutti felici coi nostri rispettivi compagni.
«Angie, stai bene?» Dana mi guarda preoccupata, la guardo ancora un pò persa nei miei pensieri, Mark mi manca terribilmente, ma sorrido e annuisco.
Prendo i piatti dal mobile, Dana le tovagliette, i tovaglioli e le posate, mentre Ben porta in tavola il contenitore con l'insalata di pollo.
Mentre ci avviciniamo al tavolo, mi accorgo che Kevin e Sara sono impegnati in una conversazione molto articolata sui software e la tecnologia moderna.
A me sembra una lingua sconosciuta, ma sono molto contenta che lei abbia trovato qualcuno con cui poter fare discorsi sul suo argomento preferito.
Ci sediamo e iniziamo a pranzare, Sara e Kevin da un lato, sembrano rinchiusi in una bolla, parlano e si scambiano sorrisi, mentre mangiano senza mai togliersi gli occhi di dosso.
Ben e Dana, dall'altro lato hanno iniziato un discorso su alcuni disegni e motori, mi sento sola, mi sforzo di mangiare e mi sento anche di troppo. 
Mi alzo dal tavolo e nessuno di loro si accorge di niente, raccolgo il piatto, le posate e il bicchiere e vado in cucina.
Decido di preparare il caffè, vedo una macchinetta per fare l'espresso e sorrido, da qualche parte dovrebbero esserci le cialde apposite per fare il caffè italiano e mi metto a cercare nei vari pensili.
Mentre frugo nella dispensa, urto un barattolino di latta, che cadendo a terra si apre, provocando un fracasso acuto, mi abbasso per raccoglierlo e mi accorgo che vicino al coperchio c'è una chiave.
«E tu che ci facevi nascosta lì dentro?» Me la rigiro tra le dita per capire se potrebbe aprire qualche porta, do sfogo alla mia fantasia, immaginando che nasconda chissà quale misterioso segreto e sorrido.
Sento dei passi svelti dietro di me e istintivamente nascondo la chiave sotto al costume, su un fianco.
«Abbiamo sentito dei rumori, cos'è successo?» L'aria preoccupata di Sara, seguita da Kevin, mi fa sorridere.
«Mi è soltanto caduto un barattolo.» Mi piego, lo raccolgo e glielo mostro, lo chiudo e lo metto a posto, mentre lei sospira e guarda Kevin.
«Ok. Noi andiamo a... Riposare.» Si schiarisce la voce e poi ridacchia, sorrido compiaciuta, ho capito al volo cos'hanno intenzione di fare, altro che riposare.
Torno alla ricerca delle cialde, mentre si allontanano in fretta, finalmente le trovo e dopo aver perso tempo a capire come funziona questo aggeggio, riesco a fare il caffè.
Non è il miglior espresso che ho bevuto, ma non è stato nemmeno così male.
Mentre mi dirigo verso il soggiorno, vedo Ben e Dana sistemarsi sulle sdraio in spiaggia, ripenso alla chiave, la prendo e mi guardo intorno.
Decido di farmi guidare dalla curiosità, voglio scoprire a tutti i costi cosa cela questa chiave, la stringo nella mano ed esco dal soggiorno ed arrivo al corridoio.
Dal lato opposto alle camere, ci sono altre porte e m'incammino verso di esse, apro la porta alla mia sinistra e scopro un piccolo ripostiglio, di fronte, la porta socchiusa mi fa intendere ci sia un altro bagno all'interno e vado oltre.
In fondo al corridoio, la strana sensazione che la parete si muova, mi fa bloccare dalla paura, deglutisco piano, mi faccio coraggio e mi avvicino lentamente.
Allungo piano una mano e, al contatto, mi rendo conto che si tratta di un telone dello stesso colore delle pareti e che da lontano si ha l'impressione di vedere una parete come le altre.
«Illusione ottica.» Mi mordo il labbro complimentandomi mentalmente con chi ha avuto quest'idea.
Guardo indietro per assicurarmi di essere sola, sposto il telone di poco, da un lato, sbircio oltre, presa dall'incontenibile curiosità di scoprire cosa nasconde e vedo un'altra porta.
Passo dall'altra parte e sistemo il telone come l'ho trovato, guardo la chiave che ho in mano e mi fiondo ad inserirla nella toppa, giro la chiave e riesco ad aprire la porta, sono soddisfatta.
La stanza che ho davanti è abbastanza ampia, ci sono oggetti coperti da teli ma non riesco a vedere bene e decido di raggiungere la vetrata per aprire le tende e far entrare la luce.
Ci sono quadri ovunque, mi affascina molto questo posto, su un piccolo tavolo di legno noto una tavolozza con della tempera di tanti colori essiccata e un vaso di vetro che contiene dei vecchi pennelli, qui si respira tutta l'emozione impressa nei quadri, dev'essere lo studio della donna che viveva in questa casa.
Continuo a camminare lentamente e ad esplorare ammaliata dalla bellezza dei dipinti, senza toccare niente.
C'è un vero e proprio tesoro in questa stanza, sono entusiasta della mia scoperta, fino a quando non mi fermo davanti ad un quadro, che in particolare, attira la mia attenzione.
È un ritratto tutto colorato e mi acciglio, mi avvicino di più e seguo con lo sguardo attento i contorni del viso, il taglio degli occhi, il naso grande e la bocca carnosa.
La consapevolezza di sapere a chi appartenga quel viso mi fa spalancare occhi e bocca, indietreggio di qualche passo con la mano sul cuore che corre impazzito.
«Angel.» Mi giro di scatto e mi trovo davanti Mark, respiro a fatica, anche  per lo spavento, lui mi guarda in modo glaciale e un'espressione visibilmente adirata in viso.

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