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Marion
Lo so che Angie sta soffrendo moltissimo per Mark, ma è necessario che lui rimanga sospeso, ho deciso di dargli una mano dopo che le ha confessato a cuore aperto che l'ama.
Era sincero e prima che si rendesse conto che era già tornato in carne ed ossa, ha chiuso gli occhi ed ho approfittato per dargli una piccola spinta verso qualcosa che non avrebbe mai immaginato possibile, all'insaputa di tutti.
«Portala dentro, Sara.» Le ordino fissandola seria, mi guarda con aria interrogativa e le faccio segno con la testa di fare ciò che le ho detto.
Angie continua a sbraitare, ma non c'è tempo da perdere, devo aiutare Mark a realizzare il suo desiderio, prima che la sua anima lasci definitivamente il suo corpo, se non tornerà indietro in tempo.
Chiudo gli occhi e mi concentro, Mark è sprofondato in un sonno profondo, simile ad un coma, provo a mettermi in contatto con la sua anima, finalmente la vedo e lo stabilisco.
"Mark sai cosa devi fare, non hai molto tempo, perciò fai in fretta." Comunico con lui con la mente, annuisce e mi sorride.
"Va bene, grazie infinite Marion." Sparisce e intuisco che abbia capito che lo attende un momento particolarmente doloroso, ma credo che stavolta ce la farà, sapendo che Angie lo aspetta a casa.
Apro gli occhi, sono sicura che Mark sia un uomo di parola e non deluderà nessuno di noi, sorrido pensando a come reagirà, mentre Sara torna vicino a me e mi guarda stranita.
«Mi scusi Marion, ma cosa sta combinando?» Sorrido pensando a quanto questa ragazza appaia ingenua, ma cela una grande intelligenza che sfrutta soltanto nel suo lavoro.
«Direi che qualcuno qui farà un breve viaggio inaspettato, ma tornerà presto con nuove prospettive.» Sorrido compiaciuta e lei guarda perplessa Mark che sembra morto, poi me.
«Oh! Vuole dire che lui... » Fa dei gesti con le mani e sbatto più volte le palpebre stupita, questa ragazza mi farà diventare pazza con la sua mancanza di controllo dei suoi neuroni.
«Sì, ho capito! Lei è una donna mitica!» Ridacchia come un'oca che starnazza, alzo gli occhi al cielo, poi poggio una mano sulla fronte scuotendo la testa, seriamente, potrebbe sfruttare diversamente quel cervello, ma si ostina a limitarsi.
«Angie?» Sbuffo, meglio cambiare argomento.
«Le ho dato un calmante, sta riposando.» Porta le mani in tasca e mi fissa come se stesse aspettando che le dessi istruzioni, guardo Mark per qualche secondo poi torno a guardare lei infastidita.
«Ma non dovresti occuparti di quel... Kevin o come cavolo si chiama?» Non sopporto quell'espressione da rimbambita che ha in questo momento e la scaccio come se fosse uno sciame di moscerini fastidiosi.
«Oddio, Kevin!» Ridacchia come una scema e corre via come se una tarantola le avesse morso la coda.
«Ah, benedetta ragazza!» Scuoto di nuovo la testa rassegnata, poi torno seria e guardo preoccupata Mark, ancora disteso e immobile.
«Spero che tu faccia in fretta, Mark. O saranno guai seri.» Rifletto e il tempo scorre troppo lentamente per un'anima in pena.

Mark
Cammino lentamente verso la porta socchiusa di un capannone, mi guardo intorno, sento delle urla e dei lamenti provenire dall'interno.
Spalanco la porta che cigola, entro e sbarro gli occhi davanti alla scena che ho davanti agli occhi.

«Smettila di agitarti così, troia. Scommetto che se te lo mettessi in bocca lo succhieresti avidamente come una puttana in caloreRidono tutti mentre il farabutto la tiene per il collo e tenta di tapparle la bocca con le sue mani luride, mentre Julie grida e piange terrorizzata.
«Lasciala bastardoGrido e tento di liberarmi dalla presa dei suoi compari, non avevo calcolato che pestare i piedi ad un boss mi sarebbe costata cara.
«Oh, il poliziotto furbo vorrebbe che lasciassi la sua bellaRide divertito, mentre stringe di più il braccio intorno alla vita di Julie e le lecca il collo, facendomi perdere del tutto le staffe.
«Avresti dovuto pensare, prima di ficcare il naso negli affari del capo e andare in giro come se nulla fosse. I tuoi colleghi sono molto più intelligenti di te e chiudono un occhio, a volte tutti e dueHa un tono duro mentre parla con me e non lascia neanche per un secondo la presa su mia moglie, mentre lei continua a piangere e si agita.
I due uomini mi tengono fermo, uno di loro mi stringe il collo con un braccio, sono immobilizzato e grido inferocito contro quello stronzo, ogni volta che tocca Julie.
Sono stretto nella morsa del suo  braccio, è una banda criminale che ho arrestato con prove a carico, insieme ad altra feccia, ma magicamente le prove sono sparite, ora ci tengono in ostaggio e presumo che siamo spacciati.
Questo coglione mi tiene saldamente e cerco di respirare, ho le mani legate dietro la schiena, sono in ginocchio e mi costringe a guardare impotente lei, Julie, mentre implora pietà al suo aguzzino, piangendo disperata, costretta a stare in ginocchio anche lei, davanti a lui, mi sento impotente e mortificato, l'ho esposta al pericolo e ne sta pagando anche lei le conseguenze.
Il bastardo la guarda in modo glaciale, impassibile, puntandole la pistola alla testa, mi dimeno per liberarmi ma non ci riesco.
«Guarda la tua bella mogliettina per l'ultima volta, poliziotto dei miei stivali.» Sorride divertito e beffardo.
«Lasciala stare figlio di puttanaTorna a guardare lei, poi spara quel fottuto colpo a bruciapelo, prendendola in piena fronte mentre l'altro la tiene forte per i capelli, la lascia andare e cade a terra esanime, con gli occhi ancora pieni di lacrime e il viso bagnato.
«Julie!» Grido forte, mi dimeno più forte, con tutta la forza, il dolore mi spezza in due, poi punta la pistola verso di me, mentre si avvicina.
«Questa è la fine che fanno quelli curiosi e impiccioni, come te.» Spara, prendendomi ad una spalla, ma non sento più niente, il mio cuore è morto con Julie, non vedo più niente, un altro colpo in piena fronte e il suono agghiacciante si propaga e rimbomba, poi il buio.

Oltre la mente [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora