Cos'è che spinge una persona ad amare?
Ciò che vediamo, tocchiamo, la presenza tangibile di un corpo, il viso, le mani, la pelle... la reale esistenza di un'altra persona che ci sorride e ci sfiora, che ci guarda negli occhi e ci bacia?
Non è una...
La testa mi gira un pò, ho bevuto abbastanza da sentirmi brilla e allegra, non m'importa più di niente, ballo in mezzo alla gente che non si accorge di me, tranne qualche malintenzionato ubriaco che mi ha palpata più volte il sedere, strusciandomisi addosso e le mie amiche mi hanno salvata. «Basta, Angel. Stai dando spettacolo e finirai nei guai.» Ancora quella voce fastidiosa e irritante. «No, voglio continuare. Tanto a chi importa se mi succede qualcosa?» Biascico e rido come una scema. «A me importa.» Il suo tono è serio e duro, rido ancora di più e vorrei colpirlo, ma non è davanti a me, non è da nessuna parte. «A te importa? Te l'ha mai detto nessuno che sei un grandissimo stronzo?» Cerco di essere seria, ma poi scoppio a ridere ancora. «Tutto bene Angie?» Dana mi guarda preoccupata e mi accarezza un braccio. «Sto benissimo, Dana.» Rido e mi allontano da lei, cerco di rimanere in equilibrio sui tacchi e arrivo al bar, ordino da bere e ingurgito il liquido in un sorso. «Smettila di bere, Angel! Ti stai facendo del male!» La sua voce è una tortura, continua con il suo comportamento ambiguo e mi fa stare male. «Sei tu il mio male, Mark!» Il nodo alla gola stringe, passo tra la gente senza chiedere permesso, sento toccarmi ovunque, ma continuo a fuggire dalla sua voce, dal suo tormento. «Fermati, Angel.» Continua a darmi ordini, sento che è adirato, ma non voglio ascoltarlo più. Torno sulla pista, voglio ballare ancora e scrollarmi di dosso la tristezza e il vuoto che sento, la musica mi consola, rimbomba forte e mi muovo in modo sensuale, senza pensarci. Qualcuno cinge i miei fianchi, si muove con me al mio ritmo, libero la mente e mi lascio andare, non m'importa di chi siano quelle mani e quel corpo attaccato al mio, continuo a ballare e a bearmi delle sensazioni che mi regala la musica. «Balli molto bene.» Una voce maschile e sensuale, sicuramente della persona che sta ballando con me, mi giro continuando a ballare e noto che è un bell'uomo dagli occhi chiari e mi sorride. «Balli bene anche tu.» Sorrido e poggio le braccia sulle sue spalle, mentre tiene le mani sui miei fianchi, i nostri movimenti sono coordinati, come se avessimo ballato insieme da una vita. «Ti va di bere qualcosa?» Dice al mio orecchio, il suo buon profumo m'invade le narici e sorrido, mi piace come balla con me e mi piacciono i suoi modi gentili. «Sì, grazie.» Mi guarda negli occhi e sorride, è davvero bello, mentre ci allontaniamo dalla pista la musica diventa meno assordante.
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«Io sono Kevin. Che ci fa qui, tutta sola, una bella e brava ballerina?» È appoggiato col gomito al bancone del bar e continua a sorride in modo accattivante, mentre sorseggia il suo drink analcolico. «Bè, Kevin! Io sono Angie e non sono sola, sono con le mie amiche.» Bevo acqua frizzante ghiacciata, sorrido e continuo a fissarlo, dopo aver visto i profondi occhi azzurri di Kevin, ho uno strano bisogno di non toccare più alcolici. «E ti hanno abbandonata, a quanto pare.» Afferma ridendo in un modo troppo attraente. «No, sono qui... Da qualche... Parte... » Mi guardo intorno e non le trovo, sorrido imbarazzata e bevo ancora dell'acqua. «E uno come te, che ci fa qui tutto solo?» Sorrido civettuola, osservandolo dalla testa ai piedi. «Uno come me?» Ironizza sulla mia domanda e ride compiaciuto, mi sento una stupida, gli ho fatto intendere che potrei andare a letto con lui. «Sì, un vero idiota!» Ecco la voce fastidiosa di Mark e mi da sui nervi, cerco di non pensarci e torno a parlare con Kevin. «Non volevo... Oddio... Ecco... Volevo dire... » Mi fissa con quegli occhi lucenti e un sorriso da k.o., ridiamo insieme, lui divertito ed io sempre più in imbarazzo. «Sono un pò brilla e non penso lucidamente, scusami.» Ammetto sinceramente, si avvicina e mi sfiora un braccio, continuando a sorridere. «Tranquilla.» Una strana sensazione mi fa incuriosire, mi sento bene improvvisamente, come se non avessi bevuto niente di alcolico e non sento più la testa leggera. «Questo bamboccio sta sbavando sul tuo vestito.» La voce pungente di Mark vicino al mio orecchio mi fa saltare ancora di più i nervi, abbasso lo sguardo irritata e trattengo la voglia di strozzarlo, deglutendo piano per non cedere. «Non ti ho mai vista. È la prima volta che vieni qui?» Sembra davvero interessato e mi sorride sempre, i suoi occhi m'inchiodano come calamita. «Non sono affari tuoi.» Mark è alquanto nervoso e mi sta stancando. «Sì. Mi hanno parlato bene di questo posto ed ho voluto verificare di persona.» Rispondo più sicura di me e sorrido anche io, nascondendo bene l'irritazione che mi provoca Mark. «E qual'è il tuo verdetto?» Mi fissa mentre sorseggia il suo drink. «Confermo senza ombra di dubbio! C'è bella gente, la musica mi piace. È un bel posto!» Mi guardo intorno e annuisco, torno a guardarlo negli occhi, inizio a muovermi a ritmo di una canzone appena partita e anche lui pare sia preso.