Cos'è che spinge una persona ad amare?
Ciò che vediamo, tocchiamo, la presenza tangibile di un corpo, il viso, le mani, la pelle... la reale esistenza di un'altra persona che ci sorride e ci sfiora, che ci guarda negli occhi e ci bacia?
Non è una...
«Brava Lisa, così. Johnny segui Paul, devi andare a tempo. Sinistra, destra e poi giro.» Sorrido ai miei allievi, sono fantastici questi bambini. «Bravissimi, tutti. Per oggi abbiamo finito con le prove. Vi voglio belli carichi per stasera!» Battiamo le mani esultando, poi un bel abbraccione di gruppo portafortuna, mi salutano euforici per la serata e vanno via, sono molto contenta dei risultati che ho ottenuto. Ho deciso di riprendere in mano la mia vita, dopo la strana esperienza che ho vissuto un anno fa, sono un'insegnante di ballo da sette mesi e i miei allievi hanno un'età compresa tra gli otto e i dieci anni. Mi trovo molto bene con loro, mi fanno dimenticare ogni negatività e gli incubi che qualche volta mi tormentano di notte, sono sempre felice quando insegno loro i passi che conosco, sto in parte realizzando il mio sogno e ne sono soddisfatta. Sistemo i vari cd sparsi vicino allo stereo, e visiono qualche copertina per avere ispirazione per nuovi passi da interpretare. Inserisco un cd e mi posiziono al centro della stanza, inizio a muovermi a ritmo della musica, tenendo lo sguardo fisso sul mio riflesso allo specchio. «Ma sei ancora qui?» Sara interrompe la mia creatività, entrando come un treno e spegne lo stereo. «Ehi, stavo provando!» La rimprovero bonariamente e sorrido, mentre mi fissa con le braccia incrociate al petto. «Devi sbrigarti o non farai in tempo a preparati per questa sera. Hai dimenticato l'appuntamento che abbiamo?» Mi sorride attraverso lo specchio e si accarezza la pancia. Dopo quel finesettimana in spiaggia lei e Kevin si sono frequentati per un pò, si sono innamorati e sono andati a convivere, aspettano un bambino, lei è incinta di tre mesi. «Va bene, mammina. Prendo la mia roba e andiamo.» Ridacchio, le faccio l'occhiolino e lei mi sorride pavoneggiandosi davanti allo specchio, prendo il borsone, usciamo dalla palestra e saliamo nella sua auto. Ho cambiato appartamento, quello dove vivevo con Ben l'ho venduto qualche settimana dopo essere tornata in città, non volevo rimanere in quel posto e ricordare il mio defunto marito. Per la cronaca, Ben e Dana erano amanti, sono morti in un brutto incidente d'auto, mentre andavano insieme al loro appuntamento abituale, e sono rimasti completamente carbonizzati nell'auto di lui, abbiamo anche dovuto assistere alla funzione funebre che i rispettivi genitori hanno fatto celebrare ed è stato davvero penoso. Sara mi è stata sempre accanto durante questo anno, si è rivelata una vera amica e mi vuole bene davvero, ma ancora oggi non riesco ad avvicinarmi in modo sereno a Kevin, anche se è totalmente diverso da come l'ho conosciuto. Kevin è un uomo brillante, intelligente, dolce e molto protettivo, i suoi progetti hanno avuto riscontri positivi da quando sta con Sara, infatti, gli è stato affidato un incarico importante di dirigente del settore in un'altra sede, dove Sara farà da consulente informatica e presto si trasferiranno in un'altra città. Ho preso la decisione di vendere anche il negozio di fiori, la metà del ricavato l'ho donata a mio zio Bob, d'altra parte aveva avviato lui quella attività e gli spettava di diritto. «Pensi che ci saranno molte persone stasera?» Sono preoccupata, qualche giorno fa ho anche pensato di annullare tutto per paura di non farcela. «Credo si sia sparsa bene la voce, ho postato anche delle foto su internet per fare dell'ottima propaganda e credo che ci sarà molta gente.» Lei è entusiasta del lavoro che ho fatto ed è anche orgogliosa di me per l'impegno che ho dedicato a questo progetto, oltre ad avermi spinta e sostenuta all'insegnamento del ballo ai bambini. «Sono agitata, lo sai. Spero soltanto che vada tutto per il meglio.» Respiro a fondo e mi guardo le mani congiunte tra le ginocchia che mi tremano al pensiero della serata. «Stai tranquilla. Secondo me sarà un successone. Io sarò lì con te.» Mi stringe le mani e mi sorride. Arriviamo davanti al mio appartamento e scendo velocemente, le sorrido mentre la saluto con la mano ed entro a casa. Lascio il borsone a terra e vado direttamente in camera per tirare fuori il vestito dall'armadio, lo appendo alla maniglia e mi siedo sul bordo del letto ad ammirarlo pensierosa. «Ciao, tesoro.» Sorrido, mi viene incontro e si siede al mio fianco. «Ciao.» Poggio la testa sulla sua spalla, sospiro e mi prende una mano tra le sue. «Non devi essere così preoccupata. Lo sai che andrà tutto bene e, se ti fa piacere, ci sarò anch'io.» Sorrido serena, mia nonna mi ha sempre sostenuta ed è venuta spesso a trovarmi durante questo anno, per assicurarsi che io abbia superato bene quel momento tragico. «Se non ci fossi stata tu, credo che sarei impazzita tempo fa. Quindi, voglio... Anzi, pretendo... Che ci sia anche tu, stasera.» Alzo la testa per guardarla negli occhi, sorrido e lei mi bacia una guancia. «Va bene, tesoro. Ora preparati o farai tardi.» Mi da un altro bacio, sorride e sparisce, mi alzo svogliatamente e mi svesto, vado in bagno e apro l'acqua della doccia. Entro sotto il getto tiepido dell'acqua, sorrido mentre mi sposta i capelli di lato e mi bacia dolcemente il collo. «Ti stavo aspettando.» La sua voce profonda innesca brividi per tutto il mio corpo, mi circonda il bacino col braccio e continua a seminare baci dal collo alla spalla, ansimando. «Mi sei mancata, amore.» Morde il lobo del mio orecchio e gemo piano, poggio la testa sulla sua spalla e sorride, mentre le sue mani accarezzano piano il mio corpo. «Sei stanca?» Mi bacia una guancia e sorrido, so dove vuole arrivare e mi voglio divertire un pò. «Sì, molto. Vorrei riposare prima di andare all'appuntamento.» Mento e giro il viso dall'altra parte per non fargli vedere che sto sorridendo. «Va bene. Posso aiutarti a fare la doccia? Così farai più in fretta.» Mi bacia ancora il collo, prende il bagnoschiuma senza staccarsi dal mio corpo, lo versa sulla mia spalla esposta e sussulto per il contatto freddo con esso. Inizia ad insaponarmi dalla spalla, scende lentamente sul braccio, fino alla mano ed intreccia le dita con le mie, i brividi persistono, lui mi fa questo effetto comunque. Lascia la mia mano e mi massaggia un seno, morde di nuovo il lobo del mio orecchio, stringe la mano e perdo il controllo. Porta anche l'altra mano sull'altro seno e massaggia contemporaneamente, ansimo a bocca schiusa e porto le mie mani sulle sue. «Angel.» Respira con affanno nel mio orecchio e il brivido dall'orecchio passa attraverso la schiena e si riverbera nel mio basso ventre. «Oddio, Mark.» Mi mordo il labbro eccitata, alzo le braccia e accarezzo la sua testa mentre lecca e mordicchia il mio collo, continuando a massaggiare il mio seno. Sto impazzendo in questo modo, lui mi fa impazzire ogni volta che mi tocca, porta una mano tra le mie cosce e ansimo più forte, mentre preme la sua erezione dietro di me. «Vuoi che mi fermi?» Geme continuando a toccarmi, e sfiorandomi con metodo, ho bisogno di sentirlo in me e perdo ogni freno. «No.» Il mio tono è disperato, mi penetra con le dita e ansima a lungo al contatto del mio calore, sento il suo respiro corto sul mio collo e mi lamento, per il piacere che mi sta donando. Mi giro verso di lui e lo bacio con passione, mi stringe a se e mi morde piano il labbro, mentre la mia lucidità vacilla. Mi guarda per qualche istante con gli occhi che brillano, mi sorride e deglutisce piano, mentre sono senza fiato, poi mi prende in braccio, mi aggrappo a lui con le braccia e le gambe ed esce dalla doccia. Mi stringe ancora e lo bacio dolcemente, mi porta in camera e mi fa distendere sul letto, si ferma a guardarmi con lo sguardo perso e sorrido. Si sdraia su di me, senza schiacciarmi, riprendo a baciarlo con trasporto, amo quest'uomo come non ho mai amato e mi sento amata da lui, più di quanto potessi aspettarmi. Mi guarda intensamente mentre mi penetra piano e gemo forte, allungando le braccia in alto e inarcando la schiena. Entra del tutto in me e ogni volta che mi riempie di se, mi sento completa, mi fa provare emozioni diverse nello stesso momento e riesce a sorprendermi sempre. Allunga le braccia solleticandomi fino alle mani, perdo anche l'ultimo briciolo di lucidità e mi lascio andare del tutto, intreccia le dita con le mie, mentre scende con la bocca sul mio seno, facendomi fremere. Stringo le mie mani alle sue e gemo senza ritegno, alza la testa e mi guarda con lussuria pura, si muove in me, colpendomi deciso ma con lentezza calcolata e vorrei che non smettesse più di mandarmi in tilt dalla testa ai piedi. Ansima e geme sul mio collo, adoro sentirlo così immerso nel piacere insieme a me, mi morde piano lo zigomo e lecca le mie labbra, non resisto più e mi lascio andare al colmo del piacere, contraendomi forte intorno a lui che si lamenta portando indietro la testa e raggiungiamo insieme il paradiso. Abbassa il viso sul mio collo, tremiamo come foglie e rimaniamo così, l'uno nell'altra, appagati e soddisfatti. «Ti amo, Angel. Ti amo con tutto me stesso.» Mi bacia il collo e stringe le mani sulle mie, sa sempre come farmi piangere di gioia. «Mark, ti amo da sempre e non smetterò mai di farlo.» La mia voce trema e le lacrime mi bagnano il viso, lui mi guarda e mi bacia dolcemente. Lascia le mie mani e si sposta di lato, su un fianco, mi asciuga le lacrime e mi guarda imbambolato, poi sorride. «Non mi pentirò mai di essermi innamorato di te. Ho passato un anno meraviglioso al tuo fianco e non intendo lasciarti scappare.» Sorride ancora e mi accarezza una guancia, mi giro verso di lui e gli bacio la punta del naso. «Non potrei mai scappare dall'uomo della mia vita, che amo più della mia vita.» Le lacrime continuano a scendere e sorrido felice. «Non riuscirò mai a capire come riesci a piangere e ridere nello stesso momento.» Ridacchia divertito e faccio finta di offendermi. «Vuoi dire che sono psicopatica?» Spalanco occhi e bocca e mi fissa come se stesse riflettendo. «Bè, direi proprio di sì.» Fa una smorfia e ride ancora divertito. «Te la faccio vedere io la psicopatica!» Mi butto su di lui e inizio a fargli il solletico, non resiste e ride moltissimo, non riesce a prendere fiato e nemmeno a liberarsi, è bellissimo quando ride in questo modo e fa ridere anche me. D'un tratto riesce a bloccarmi e mi guarda con uno sguardo innamorato tanto intenso che sembra voglia incidere sulla mia pelle ciò che prova, mi mordo il labbro, mi bacia con tenerezza e approfondisce il bacio, stringendomi al suo corpo. «Vorrei restare così con te, per sempre, vivere di noi e basta.» Stasera è più dolce del solito, non mi dispiace, ma s'insospettisce. «Anch'io amore.» Lo bacio e non mi stancherò mai di farlo, poi mi alzo in fretta dal letto. «Ma stasera abbiamo un impegno e non possiamo arrivare in ritardo.» Lo guardo seria e scappo in bagno. «Guastafeste!» Grida e lo sento ridere, entro nella doccia e mi lavo per bene, ma in fretta. Mentre mi asciugo i capelli entra l'adone che amo in tutta la sua splendida forma e mi mordo il labbro, è sexy da morire e non posso fare a meno di stringergli una natica soda, mentre entra nella doccia. «Ehi, ragazzaccia!» Ride divertito e mentre esco dal bagno gli strizzo l'occhio. Indosso l'intimo e inizio ad agitarmi, torno in bagno col vestito appeso alla gruccia, Mark ha appena finito di radersi, ha un asciugamano intorno alla vita e capisce che deve liberare il bagno all'istante e senza fiatare, lo guardo imbambolata dalla testa ai piedi per qualche secondo, sorride compiaciuto, poi scuoto la testa per riprendermi. Davanti allo specchio respiro a fondo per non farmi prendere dal panico, in fondo è soltanto un grande evento pubblico, roba da poco. Cammino su e giù per qualche minuto, per non urlare, mi fermo di colpo e respiro a fondo, decido di fare una treccia ai capelli che scende morbida di lato e applico un trucco leggero, indosso con attenzione il vestito, qualche goccia di profumo, scarpe adatte e sono pronta, respiro di nuovo a fondo ed esco dal bagno.
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Vado in camera a prendere la pochette e poi raggiungo Mark in salotto, è di spalle e sorrido, mi schiarisco la voce e si gira.
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Restiamo qualche secondo a guardarci stupiti, non l'avevo mai visto vestito così elegante e mi lascia sbalordita. «Se-sei stupenda, Angel.» Continua a guardarmi meravigliato dalla testa ai piedi e deglutisce a fatica. «Sei molto elegante anche tu.» Sorrido compiaciuta e si avvicina per baciarmi. «Vogliamo andare?» Mi porge il braccio, sono di nuovo piacevolmente sorpresa, annuisco sorridendo, mentre prendo il suo braccio, sospiro per allentare la tensione per la serata e usciamo di casa.