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Sto abbastanza bene, ma non sono particolarmente felice, anche se non vedo l'ora di tornare in piscina anche oggi.
Sono tre giorni che non vedo 'il mio amico' e mi chiedo se sia colpa mia o se, più semplicemente, la mia mente stia tornando alla normalità e abbia deciso di smetterla con le allucinazioni.
Sono migliorata molto in pochissimo tempo, anche Lucy è stupita, ma soprattutto soddisfatta per i miei enormi passi avanti.
Riesco a camminare da sola, non ho più bisogno della sedia a rotelle, anche se per ora correre la maratona non è il mio obiettivo principale, mi stanco facilmente, ma sono più determinata che mai, voglio continuare a fare esercizi e tornare presto in forma.
Sento dei passi dietro di me, mentre controllo il mio telefonino e continuo a preparare il borsone per la piscina.
«Buondì Lucy, stamattina sei in an... » Dico voltandomi e mi si mozza il fiato quando il viso che mi trovo davanti non è quello di Lucy, ma quello serio di mio marito Ben.
«Ciao Angie.» Accenna un mezzo sorriso e deglutisco piano, indietreggio e mi siedo sul letto.
«Ciao Ben.» Sono nervosa e iniziano a sudarmi le mani.
«Come stai?» Sembra in imbarazzo e sorride nervosamente.
«Ora t'interessa come sto?» Sbotto irritata, scatto in piedi e lo guardo infuriata.
«Ti prego Angie! Voglio che torni con me.» Piagnucola, ha dimenticato il male che mi ha fatto?
«Ben, smettila! Sono quasi morta per colpa tua e vuoi che torni con te? Tu sei pazzo!» Mi stupisco di me stessa per come mi rivolgo a lui, non lo avevo mai fatto e mi giro dandogli le spalle, sono adirata con lui, sento uno strano sospiro e m'irrigidisco.
«Tu mi ami Angie, lo so che mi ami!» La sua voce è cambiata, è stranamente piacevole e m'incuriosisce, si avvicina, sento il suo petto sulla mia schiena, le sue mani leggere sui miei fianchi e mi agito.
«Mi dispiace piccola, non avrei dovuto comportarmi in quel modo con te.» Il suo respiro sul mio collo è una carezza leggera, il suo profumo m'inebria improvvisamente, il mio respiro si fa corto, la sua voce sembra sincera e calda, mi accarezza i sensi.
«Sono pentito veramente di ciò che ti ho fatto, spero che mi perdonerai.» È suadente, si stringe di più a me, mi accarezza leggermente la pelle nuda dei fianchi coi pollici, sotto la maglietta, i brividi si espandono per tutto il mio corpo, voglio inspiegabilmente più che mai questo contatto e chiudo gli occhi, i battiti accelerano.
«Sono tuo marito e ti amo. Torna con me.» La sua voce è un sussurro delicato, mi scioglie come fossi ghiaccio esposto al calore e mi bacia leggermente il collo.
«Ben... » Giro il viso di lato e mi bacia delicatamente le labbra, non resisto al calore del suo corpo contro il mio, le mie barriere cadono, lo amo e approfondisce il bacio.
«Sei mia?» Mi chiede dolcemente, ha uno strano luccichio negli occhi, mi attraggono, sono bellissimi e rimango incantata.
«Sono... Tua!» Mi bacia ancora, sorride, si allontana e mi lascia senza fiato, esce dalla camera, sono da sola e sospiro.
«Buongiorno bella, sei pronta?» Entra Lucy e sono ancora assorta, mi sfioro le labbra con le dita e sorrido come una ragazzina innamorata.
«Buongiorno a te.» Le dico con una vocina stupida e sorrido come un ebete, sembro drogata.
«Ehi, è tutto ok?» Mi tocca un braccio, scuoto leggermente la testa e mi schiarisco la voce, riacquistando lucidità.
«Sì, andiamo?» Sorrido, prendo il borsone e ci avviamo verso la piscina.
Arriviamo agli spogliatoi, entro e mi cambio velocemente, Lucy è più lenta di me, decido di avviarmi da sola e l'avviso di raggiungermi in acqua.
Mi siedo sul bordo, a metà vasca della piscina, immergo i piedi, l'acqua è fresca e giocherello coi piedi, passano diversi minuti e Lucy non arriva, comincio ad annoiarmi.
L'acqua sembra più limpida del solito, più la guardo e più m'infonde tranquillità, riesco a vedere bene il fondo, ho voglia di immergermi, ma indugio un pò, mi guardo attorno, Lucy ancora non si vede, sta tardando.
La voglia diventa bisogno, ho bisogno di sentire l'acqua che mi avvolge, sento come un richiamo al quale non riesco a resistere oltre, mi sistemo gli occhialini, prendo una grande boccata d'aria e scivolo giù, fino al fondo.
"Meravigliosa sensazione!" Penso contenta, chiudo gli occhi, rimango ferma per qualche secondo, riapro gli occhi e mi sorprendo piacevolmente quando vedo 'il mio amico' davanti a me.
Lo fisso, sono felice di vederlo, mi sfiora il viso e sorrido, la curiosità è tanta come l'assurdità della situazione, vorrei chiedergli tante cose, ma mi rendo conto che siamo sott'acqua e il bisogno di prendere aria è impellente.
D'istinto gli afferro una mano, sembra stupito, risalgo velocemente tirandolo su con me e riemergiamo insieme.
«Ciao!» Sbotto col fiatone e sorrido, sento il cuore che vorrebbe uscirmi dal petto, quando sorride anche lui.
«Oh, eccoti!» Dice Lucy e mi giro di scatto verso di lei, è in piedi sul bordo della piscina, indossa ancora la tuta.
Mi avvicino al bordo, tenendo stretta la mano di lui, non voglio che se ne vada, Lucy si abbassa per dirmi qualcosa e sposto gli occhialini sulla fronte con l'altra mano.
«Cosa succede Lucy?» Sono un pò in imbarazzo, lo sento avvicinarsi dietro di me.
«Mi dispiace ma devo sbrigare delle commissioni urgenti per mia nonna. Oggi dovrai allenarti da sola, te la senti?» Mi dice lei, lui appoggia l'altra mano sul mio fianco e il mio respira accelera.
«Ci sono io qui con te.» La sua voce è un sussurro al mio orecchio.
"Oddio mi ha parlato!" Penso sbalordita.
«Ehm... O-ok!» Balbetto e accenno un sorriso.
«Sei fortunata, hai la piscina tutta per te oggi!» Dice ironica e sorrido nervosamente, anche se ho la certezza che non lo vede.
«Allora ci sentiamo più tardi. Scusami ma non posso rimandare!» Dice allontanandosi, non mi da neanche il tempo di rispondere che scappa via.
Rimango ferma, il cuore mi batte forte, non so se è per la paura di accettare ciò che sta succedendo o per l'emozione di stare con lui, la mia razionalità sta andando a farsi fottere.
«Vieni!» Stringe la mia mano nella sua, toglie l'altra dal mio fianco e lo sento allontanarsi di poco, mi giro e lascio la sua mano per sistemarmi gli occhialini, mi sorride e resto a galla con le braccia avanti.
"Oddio, che faccio? Che vuole fare?" Penso agitata, fa per andarsene ma voglio che rimanga con me, ho un pò paura, ma sono in preda ad emozioni contrastanti e non riesco a pensare lucidamente.
«Aspetta!» Sbotto col cuore in gola e si avvicina di poco, indietreggio e sfioro la parete con la schiena.
«Tranquilla, non ti farò del male.» Ha capito che non sono molto a mio agio, ma la sua voce mi sembra rassicurante, anche se è profonda e sospiro, calmandomi.
Mi guardo intorno, per accertarmi di essere davvero sola, a parte lui, non voglio che qualcuno mi senta parlare e possa prendermi per pazza.
O sono davvero pazza?
Mi tende la mano, la guardo esitante, non so cosa aspettarmi, poi mi decido a prenderla e lo guardo negli occhi, sorride, indica l'acqua con un cenno della testa e annuisco, c'immergiamo e iniziamo a nuotare insieme.
Sono serena, lui mi segue con attenzione, mi guida e m'insegna, è agile anche se è abbastanza robusto, nuota come un pesce, è paziente con me, quando mi fermo per riprendere fiato, si ferma insieme a me e sorride.
«Sei stanca?» Mi chiede preoccupato, mentre siamo appoggiati con le braccia piegate sul bordo.
«Un pò.» Ho il fiatone, ma mi sento rilassata, sto bene e sorrido, lo osservo, mi osserva, il mio disagio sembra sparito.
«Ma tu vivi qui?» Chiedo ad un tratto, tranquillamente.
«Intendi in acqua?» Ridacchia, annuisco e mi sento sciocca.
«No.» Aggiunge sorridendo e mi guarda intensamente.
«Oh... Quindi questo non è il tuo ambiente naturale?» Chiedo ancora, spero non s'infastidisca.
«No. È soltanto una condizione che mi permette di interagire con te.» Afferma, si sposta di schiena e il mio sguardo viene rapito dai suoi muscoli tesi e deglutisco piano.
«Scusami... Io... Voglio soltanto capire.» Dico imbarazzata e si gira di lato, col busto rivolto verso di me.
«Capirai Angel.» Dice dolcemente, continua a guardarmi intensamente e mi accarezza una guancia, non sono spaventata, il suo tocco è rassicurante e mi piace.
«Hai un nome?» La mia curiosità non ha freni, lui non sembra infastidito e mi sorride.
«Mark.» Dice e quel suono mi sembra familiare.
«Mark.» Ripeto sottovoce, mi sento strana, d'altra parte tutta questa situazione è strana.
«Sì Angel?» Si è creata un'atmosfera intima, alquanto bizzarra, ma non mi tiro indietro, al contrario, m'incuriosisce sempre di più.
All'improvviso sento un bisogno, un forte bisogno di avere un contatto con lui, voglio essere certa che sia reale, nonostante i precedenti contatti.
Mi giro senza pensarci oltre, sono di fronte a lui, guardo il suo petto muscoloso, allungo una mano esitante e sfioro con le dita la sua consistenza, è liscia al tatto, seguo con gli occhi i miei movimenti sul suo pettorale sodo, voglio di più e il suo respiro si fa corto.
Esito per un istante e ritraggo la mano come se avessi preso la scossa, la mia razionalità vacilla, sembra così vero.
Lui mi prende il polso e riporta la mia mano aperta al suo petto e preme leggermente, deglutisco piano guardandolo negli occhi.
O la mia fantasia è talmente fervida da fargli fare ciò che voglio o lui vuole davvero che io sappia che esiste.
Un'immagine mi balena in testa, due persone, una di fronte all'altra nella stessa situazione e sparisce velocemente.
«Oddio!» Farfuglio sottovoce, continuando a fissarci negli occhi.
«Angel... » Sussurra e quell'immagine torna di nuovo nella mia mente, sono io davanti ad un uomo, chiudo gli occhi per mettere a fuoco, lui sospira.
«Angie, tutto ok?» Sobbalzo nell'acqua aprendo gli occhi velocemente, mi giro di scatto, ritraendo la mano in un lampo e vedo Lucy dall'altra parte della piscina.
«Sì, tutto ok!» Rispondo frettolosamente, mi giro verso Mark, ma lui non è più vicino a me, mi appoggio coi gomiti sul bordo e mi copro il viso con le mani, dando le spalle a Lucy.
"Oddio! Devo riprendermi! Troppe emozioni in un giorno solo!" Mi dico e se ripenso a cosa è successo, rischio di perdere ogni contatto razionale con la realtà.
«Ehi! Hai bisogno di aiuto?» Lucy è preoccupata, sinceramente lo sono anch'io, ma per un motivo ben diverso dal suo.
«No, sto bene!» Mento, mentre mi giro verso di lei, alzo un braccio in alto e tento di sorridere.
Nuoto fino all'altra parte della piscina per raggiungere Lucy, ho bisogno di riposare fisicamente, ma soprattutto mentalmente.

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