Socchiudo lentamente gli occhi al suono fastidioso della sveglia, la spengo, mi lamento e torno a dormire, non ho nessuna intenzione di alzarmi dal letto.
Per essere una resuscitata, non sono molto attiva, anzi pare che il letto sia il mio posto preferito, soprattutto se sono in buona compagnia.
«Dai pigrona, alzati da qui!» Apro gli occhi e sorrido, mi rigiro velocemente dall'altra parte e trovo Mark sdraiato su un fianco, vicino a me.
«Dovresti dormire di più, tu.» Mi stiracchio, lo tiro per la maglia e lo bacio sorridendo.
«Buongiorno.» Mi bacia con lenta dolcezza e accende il mio corpo come una miccia.
«mmm... Buongiorno amore.» Il bacio diventa intenso e mi stringo al suo corpo, sento qualcosa sfiorarmi la gamba e ridacchio.
«Ti sei eccitato soltanto con un bacio?» Chiedo divertita e lui sorride in modo seducente.
«In realtà questo è l'effetto che mi fai soltanto con la tua vicinanza.» Mi bacia ancora e si sistema meglio sul letto, attirandomi più vicino al suo corpo e ansima, mi tocca fremente, ma lo sento diverso.
Mi stacco un attimo per riprendere fiato e Kevin mi sorride, mi bacia, scende a leccarmi il collo e mi blocco, alza la testa incrociando il mio sguardo e sorride ancora.
«Ti voglio, Angie! Ti voglio dal primo momento che ti ho vista!» Ha il fiato corto, lo guardo incredula, con gli occhi sbarrati e deglutisco a fatica.
Suona di nuovo la sveglia e apro velocemente gli occhi, mi siedo sul letto grondante di sudore, respiro a fatica e, confusa, mi giro verso il comodino per far cessare quel rumore infernale.
«Oddio, era solo un sogno.» Mi passo le mani sul viso, guardo di lato e vedo Ben che dorme tranquillo al mio fianco e sospiro.
Mi alzo velocemente dal letto e vado in bagno, mi sciacquo il viso e mi guardo allo specchio, devo scrollarmi di dosso quella sensazione strana.
«Ma che cavolo mi succede?» Mi chiedo accigliata, mentre cerco di riprendermi dal sogno, respiro a fondo più volte e finalmente mi calmo.
Vado in cucina per fare il caffè, ne ho bisogno, un caffè bello forte è l'ideale per darmi una bella sferzata di energia e mi faccia svegliare completamente.
Mancava Kevin a disturbarmi nel sonno e non avevo più pensato a lui dalla sera al locale, dopo aver provocato indirettamente la discussione accesa tra me e Mark.
Forse dovrei anche ringraziarlo, se non avessi ballato con lui, non avrei avuto modo di parlare con Mark e, in circostanze diverse, non avrebbe ammesso di provare dei sentimenti per me.
Scuoto la testa e abbandono ogni pensiero, mi infilo nella doccia, mi lavo velocemente, la giornata non è iniziata nel migliore dei modi e mi chiedo dove sia finito Mark.
Esco dal bagno e vado in camera a vestirmi, Ben si stiracchia e mi sorride.
«Buongiorno.» Si sfrega il viso e si alza sbadigliando, spero che si tenga alla larga da me, ultimamente m'infastidisce la sua presenza e dovrò sopportarlo per tutto il viaggio in auto, fino al mare.
«Buongiorno.» Cerco di nascondere il mio disagio ma non mi riesce molto bene e mi affretto a girargli le spalle per andare a vestirmi.
Fortunatamente esce dalla camera senza calcolarmi più di tanto, così posso dedicare del tempo a me senza interruzioni sgradevoli.
Accendo il telefonino, trovo un paio di messaggi pubblicitari, li cancello senza neanche aprirli e ripongo il telefonino sul comodino.
Mi sento vuota, triste, mi vesto svogliatamente e non so come comportarmi con Ben, mi manca Mark, mi sento un pesce fuor d'acqua.
«Angie, ti va di fare colazione con me?» Grida Ben dalla cucina e sospiro.
«Sì, arrivo.» Il mio entusiasmo è ad un livello pari al pavimento, lo raggiungo in cucina e mi siedo al tavolo, mentre Ben versa il caffè per entrambi e prende delle brioches dalla dispensa.
«A che ora partiremo, Ben?» Inzuppo un pezzo di brioche nel caffè e lo porto alla bocca.
«Chiama Dana e Sara, appena saranno pronte potremo partire. Io sento Kevin, così ci troviamo da qualche parte e andremo via tutti insieme.» Sorride e beve un sorso di caffè.
«Chi è Kevin?» Chiedo dubbiosa, non credo di conoscerlo.
«Ehm... È il mio capoufficio. Non te l'avevo detto? Parlando in pausa mi ha chiesto ironicamente di presentargli qualche ragazza con cui trascorrere il fine settimana. Gli ho proposto di unirsi a noi e così ho deciso di far venire anche le tue amiche. Ha accettato subito. Magari farà coppia con una di loro e, magari, ci saranno dei vantaggi per me.» Sorride ancora e infine mi fa l'occhiolino.
«Ma che bravo. L'hai studiata per bene.» Ridacchio divertita, mentre mangio la mia brioche.
«Non sai quanto!» Mi guarda in modo perfido e poi ride divertito, neanche a farlo apposta squilla il mio telefonino ed è Dana.
«Buongiorno bella signora. Noi siamo pronte e non vediamo l'ora di partire.» Sembra molto entusiasta, Sara in sottofondo schiamazza con una bambina, forse sono eccitate dalla presenza di quel Kevin.
«Sì, siamo quasi pronti. Potremmo incontrarci al bar di Joe fra una mezz'oretta, ok?» Propongo e Ben mi da l'ok col pollice alzato.
«Benissimo, a dopo.» Risponde lei e chiude la chiamata.
«Ho sentito Kevin. Ci raggiungerà direttamente al mare.» Dice Ben mentre va verso il bagno, sbuffo, mi alzo dal tavolo e sistemo la cucina.
"Ma dove sei Mark?" Lavo le tazze svogliatamente, poi pulisco con estrema lentezza il tavolo e sbuffo ripetutamente, mentre Ben si prepara.
Dopo circa mezz'ora ci troviamo davanti al bar di Joe, l'auto carica di ombrellone, sdraio e valigia con costumi e cambi di vestiti per un mese, per strada abbiamo anche fatto rifornimento di benzina e aspettiamo soltanto l'arrivo di Dana e Sara.
Dopo un quarto d'ora di ritardo, arrivano con l'auto di Sara, parcheggiano e ci raggiungono con un sorriso raggiante.
«Finalmente! Stavamo per partire senza di voi!» Ben è alquanto irritato e lo fulminano entrambe con lo sguardo.
«Ciao, ragazze.» Sorrido e mi salutano baciandomi le guance.
«Oh cara, ma stai benissimo.» Sara è sempre attenta al look, indosso un pantaloncino chiaro ed una canotta blu, niente di eccezionale, mentre lei sfoggia un vestitino chiaro a fiori e Dana, come me, pantaloncini scuri con una canotta rosa.
«Grazie.» Mi limito a dire e sorrido osservandola, mentre fa una giravolta, muovendo i fianchi.
«Dai Sara. Non è il caso.» Dana la riprende ridendo, interrompendo la sua breve esibizione e lei si offende.
«Se avete finito con le smancerie, possiamo andare.» Sbotta Ben sempre più irritato e sale in auto.
«Sì, mister simpatia.» Ribatte Sara facendogli la linguaccia e saliamo ridendo sulle nostre rispettive auto.
Partiamo con la musica a tutto volume e schiamazzando come pazzi, ma la strada è lunga e mi si prospetta un viaggio noioso, al fianco di Ben.
«Perchè non hai voluto che le ragazze viaggiassero in auto con noi?» Ben sembra sorpreso della mia domanda e mi guarda stranito.
«Sinceramente non mi aveva neanche sfiorato l'idea di far viaggiare le oche con noi.» Ride divertito e torna a guardare la strada, alza di nuovo il volume della radio e mi sento come se avesse alzato un muro.
«Bene.» Sono infastidita, mi metto più comoda sul sedile e guardo fuori dal finestrino, mi rilasso talmente tanto guardando il panorama scorrere che chiudo gli occhi per un momento.
«Angie.» Mi lamento e mi muovo con gli occhi ancora chiusi.
«Angie!» Sara mi strattona e apro gli occhi di colpo, mi guardo intorno e mi rendo conto che siamo fermi da qualche parte.
«Ma dove siamo?» Mi strofino il viso per riprendermi e Sara ridacchia.
«Sei davvero una dormigliona!» Ride come una cretina.
«Siamo quasi arrivati e abbiamo fatto una sosta. Dana doveva andare in bagno e Ben sta prendendo da bere.» Mi alzo dal sedile, scendo dall'auto per sgranchirmi e mi stiracchio.
«La bella addormentata ha deciso di farci compagnia?» Ben ci raggiunge e ride.
«È colpa tua, sei noioso alla guida.» Indosso gli occhiali da sole e rido divertita.
«Puoi sempre viaggiare con le tue amiche, se ti annoi tanto con me.» Sembra che la cosa sia reciproca, quindi opto per le mie amiche.
«D'accordo!» Sparo d'un fiato e sorrido contenta.
«Che succede qui?» Dana arriva sistemandosi la canotta sui fianchi, mentre Ben poggia in auto le bottiglie d'acqua.
«Oh niente. Angie viaggerà in auto con noi.» Sara guarda prima Ben e poi me con aria interrogativa.
«E lasci Ben solo soletto?» Dana sembra sorpresa.
«È adulto, non ha bisogno di una balia.» Cerco di essere ironica e sorrido, ma lei sembra scocciata.
«Ma dai Angie, è tuo marito!» Mi ammonisce seria.
«Puoi andare tu con lui, se vuoi.» Scherzo e mi aspetto che rida, invece gira i tacchi e sale in auto con Ben, lasciandoci a bocca aperta.
«Ma cosa le è preso?» Chiedo a Sara mentre ci sediamo nella sua auto e continuo a fissare stupita l'auto di Ben che parte.
«Non so che dire.» Sara è stupita quanto me.
Riprendiamo il viaggio, la musica di sottofondo è piacevole, abbasso il finestrino, appoggio le braccia incrociate sullo sportello e il mento sulle braccia, l'aria profuma già di salsedine e mi godo il panorama, mentre il vento mi accarezza il viso.
Dopo quasi tre quarti d'ora raggiungiamo la spiaggia e parcheggiamo sul vialetto ghiaioso di una villetta ad un piano, interamente in legno.
Non è nuova ma ben curata, le pareti esterne sembrano dipinte da poco e sulla veranda ci sono dei cesti appesi con dei fiori colorati che pendono.
Scendiamo dall'auto, sembra un posto tranquillo e lontano da altre abitazioni, il rumore del mare ci accompagna mentre camminiamo verso l'ingresso, un uomo di mezza età, non molto alto esce dalla porta e ci sorride.
«Salve! Lei dev'essere Louis?» Ben porge la mano e l'uomo la stringe.
«Sì, lei è il signor Green, immagino.» Ricambia la stretta di mano poi sposta lo sguardo su di noi.
«Buongiorno signore.» È gentile e ci sorride.
«Mia moglie Angie e le sue amiche, Dana e Sara.» Le presentazioni sono state fatte, stringiamo la mano a Louis sorridendo anche noi e ci invita ad entrare.
Seguiamo Louis all'interno, la casa è molto carina ed accogliente, ci accompagna in cucina, mentre continuo ad assorvare ogni minimo dettaglio e ci offre da bere.
«È molto bella questa casa, è sua?» Parlo per prima, incantata dai toni chiari delle pareti, da vari piccoli quadri colorati appesi e oggetti sparsi intorno a noi.
«Oh, no. Era di un mio amico. Io la tengo in ordine e qualche volta l'affitto ai turisti. Sa, per arrotondare.» Risponde con un lieve imbarazzo e ride nervosamente. Mi giro e m'incanto ad osservare un quadro che ritrae la spiaggia e un uomo di spalle, davanti al mare e vicino ad un grande ramo.
«Che bello questo quadro. È un pescatore?» Sono curiosa, questo quadro mi trasmette delle belle sensazioni.
«Quello è il mio amico, l'ha dipinto sua moglie. Vivevano qui da qualche anno, lui era spesso fuori per lavoro e quando tornava, lei gli dedicava un quadro. Lo ritraeva sempre nei suoi quadri, come per imprimere su tela l'amore che li univa. Si amavano così tanto da aver intriso questa casa con i loro sentimenti.» Il suo sguardo è malinconico e triste, lo abbassa sulle mani e seguono momenti di assoluto silenzio.
«E ora dove sono il suo amico e sua moglie?» Non riesco a tenere la bocca chiusa, la loro storia mi affascina e la casa mi piace moltissimo.
«Loro sono... Morti.» Bisbiglia guardandomi con gli occhi lucidi e fa un sorriso amaro, mi lascia di stucco e mi pento subito di essere stata così poco delicata.
«Mi dispiace... Non volevo... » Mi sento una sciocca e mi mordo il labbro per non continuare a collezionare figuracce.
«Non si preoccupi.» Sorride e cambia argomento, invitandoci a seguirlo nel soggiorno ampio ed illuminato dalla luce del sole che proviene dalla grande vetrata che da sul mare.
«Che meraviglia!» Esclama Sara, osservando il panorama marino che abbiamo davanti.
«È davvero molto bello qui.» Ben è soddisfatto della meta che ha scelto ed approvo a pieni voti.
Ci spostiamo nelle camere, quella matrimoniale è arredata in modo semplice sui toni chiari ed ha un letto ampio, a baldacchino.
«Questa è nostra ragazze!» Dana s'impone con le mani ai fianchi e visto che Ben è in minoranza, dovrà condividere la stanza degli ospiti con Kevin.
Entriamo in un'altra stanza e notiamo due letti singoli sistemati in posizioni diverse, ha dei toni pastello molto chiari, sul verde acqua e il giallo.
Sembra sia stata adattata per gli ospiti, ma dai colori tenui, deduco che doveva essere la camera dei bambini.
«Mi da un senso di pace questa stanza. Era dei bambini?» Ho ricominciato con le domande, sorrido mentre immagino i bambini giocare qui.
«Ehm... Sì. Lei era incinta quando prepararono questa stanza. Ma ha perso il bambino per una malformazione congenita e non hanno più potuto averne, purtroppo.» Rimaniamo tutti di sasso, Louis si gira di scatto ed esce dalla camera.
Ben, Dana e Sara mi guardano con disappunto, deglutisco a fatica e abbasso la testa, coprendomi il viso con le mani e li sento uscire dalla camera, sono davvero mortificata e mi avvicino a passo lento alla porta.
«Ora devo andare. Per qualsiasi cosa avete il mio numero.» Sento dire da Louis, gli altri lo ringraziano e poco dopo sento la porta d'ingresso chiudersi.
«Che ne dite di andare in spiaggia?» Propone Sara euforica, viene verso di me e mi sorride, seguita da Dana.
«Ottima idea, ragazza!» Mi tira per una mano e mi trascina in camera.
«Oh, andiamo. Basta con quel muso lungo, non potevi saperlo.» Dana prova a tirarmi su il morale e accenno un sorriso.
«Dai, cambiati! Il mare ci attende!» Sara ride e mi lascio trasportare dal loro entusiasmo.

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Oltre la mente [In Revisione]
FantasíaCos'è che spinge una persona ad amare? Ciò che vediamo, tocchiamo, la presenza tangibile di un corpo, il viso, le mani, la pelle... la reale esistenza di un'altra persona che ci sorride e ci sfiora, che ci guarda negli occhi e ci bacia? Non è una...