29.

39 4 69
                                    

Mark
Dopo aver cercato a lungo Marion e avuto una lunga conversazione con lei, ho avuto conferma che Ben non è un santo e da solo sembra essere innoquo.
Tornando indietro per raggiungere Angel, mi sono imbattuto in dei tipi loschi, posseduti dalle ombre oscure, che non volevano proprio togliersi dalle palle.
Ho dovuto faticare parecchio per liberarmene, ma una volta finito con loro, ho sentito il bisogno di riflettere su Angel, sui miei sentimenti e come comportarci in caso Ben si riveli pericoloso ed ho deciso di rifugiarmi nell'unico posto dove so che troverò tranquillità e tutte le risposte ai miei dubbi, casa mia.
Appaio in cucina e mi accorgo immediatamente che qualcosa non va, mi dirigo velocemente verso l'ingresso, apro la porta e vedo due auto parcheggiate sul vialetto e m'infastidisco parecchio.
«Ma che cazzo... » Credo che stavolta Louis l'abbia fatta davvero grossa e dovrà pregarmi di risparmiarlo.
Rientro e mi dirigo verso il soggiorno, la vetrata è aperta, sul tavolo ci sono dei piatti sporchi e dei bicchieri, ripenso ad Angel e alla vacanza al mare che doveva fare col marito e gli amici e una spiacevole sensazione si fa largo dentro di me.
Guardo verso il mare e vedo un ombrellone con due sdraio vicino alla riva, qualcuno si alza in piedi e riconosco quell'idiota di Ben.
«No, cazzo. Non dovevi portare il culo qui.» Ringhio e chiudo le mani a pugno per l'ira che mi pervade in un attimo.
Con Ben c'è Dana in spiaggia, sono convinto che quei due se la intendano, si vede dalle loro espressioni da cretini che assumono, quando si guardano.
Volto lo sguardo ovunque, ma non vedo Angel da nessuna parte e mi preoccupo per lei, sinceramente ho voglia di vederla e di parlare tranquillamente con lei, magari poi le mostrerò tutto.
Penso che stia riposando, sono infastidito dalla presenza di questi estranei in casa mia, ma vorrei farle comunque una sorpresa.
Chiudo gli occhi sorridendo, pensando alla sua espressione quando mi vedrà apparire e sarà sicuramente felice di vedermi, magari mi farà passare l'incazzatura per questa invasione, lei ha il potere di farmi vedere le cose diversamente e di farmi ragionare.
La sento sorride affascinata da ciò che sta guardando, sorrido anch'io per la bella sensazione che mi trasmette, il cuore mi batte forte quanto il suo, d'un tratto sbarro gli occhi incredulo, ho capito dov'è e, nonostante i sentimenti che provo per lei, il sangue mi sale al cervello e non ci vedo più, sono accecato dall'ira, non doveva entrare in quella stanza.
Appaio alle sue spalle, lei è ferma davanti al mio ritratto, dipinto da Julie, mi chiedo come abbia potuto intrufolarsi qui dentro e non ce la faccio più a trattenermi.
«Angel.» Si gira di scatto, sembra sconvolta, ha una mano sul cuore e respira a fatica, prevale l'ira su di me e non capisco più nulla, credo che non riuscirò più a rispondere di me, se Angel non esce immediatamente da questa stanza.

Angie
«Oddio Mark, mi hai fatta spaventare.» Faccio un lungo sospiro e guardo a terra, mentre il cuore continua a martellarmi il petto.
«Che ci fai qui?» Alzo la testa, la sua espressione non è cambiata, lo guardo stupita e sbatto ripetutamente le palpebre, non capisco perché ce l'ha con me.
«Che cazzo ci fai qui?» Alza la voce e mi afferra per un braccio, mi fa male e mi spavento della sua irruenza.
«Stavo guardando i quadri. Cosa c'è di male?» La mia voce s'incrina, sospira pesantemente dalle narici e mi trascina fino alla vetrata, la apre e mi trascina fuori, mi lascia e mi si para davanti, mentre mi lamento e mi tengo il braccio dolorante.
«Come cazzo hai fatto a venire proprio qui?» È molto adirato, mi guarda con gli occhi pieni di risentimento e mi sento male per come mi sta trattando.
«Non l'ho deciso io. Sai benissimo che è stato Ben ad organizzare tutto.» Tento di difendermi, tremo mentre continua a guardarmi irritato.
«Oh sì, cazzo. Ben l'idiota non ne fa una giusta.» Dice tra i denti, non accenna a calmarsi.
«Mark mi dispiace... » Provo ad avvicinarmi ma mi fulmina con lo sguardo.
«Ti dispiace?» Urla come un pazzo e le lacrime iniziano a pungermi gli occhi.
«Siete piombati in casa mia, avete occupato i miei spazi! Non permetto a nessuno di farlo!» Continua a gridarmi in viso, come se fossi stata io a voler invadere questo posto e non so cosa fare per farlo ragionare.
«Per favore Mark.» Tento ancora di farlo calmare, ma mi guarda sempre più fuori di se, sembra voglia sbranarmi.
«Non sapevo fosse casa tua.» Inizio a piangere e mi avvicino ancora a lui.
«Non toccarmi! Non dovevate entrare così prepotentemente nell'unico posto che custodisco gelosamente!» Urla ancora e non lo riconosco più.
«Tu... Tu più di tutti mi hai tradito, entrando furtivamente qui.» Dice furibonfo, puntandomi un dito contro e mi sento mancare, non può dire una cosa del genere.
«Cos'è? Non hai resistito? Volevi scoprire ciò che non sono riuscito a dirti?» Rimango basita dalle sue parole, mi colpiscono dritte allo stomaco e provo un dolore forte.
«Ma cosa stai dicendo Mark? Sai benissimo che... » Non riesco più a parlare, piango disperata e non riesco a comprendere il suo comportamento.
«Non dovevi entrare in questa casa e non dovevi entrare nello studio della mia Julie!» Grida ancora e mi toglie del tutto il fiato.
«Cosa volevi scoprire, eh? Volevi verificare con mano quanto ci siamo amati?» Grida parole senza senso per me, scuoto la testa, continuando a piangere.
«Mark, smettila. Non sai cosa dici.» Riesco a dire soltanto, d'un fiato.
«E voi sapete cos'avete fatto? Rispondi!» Sembra indemoniato, non avevo mai visto questo lato di lui e mi spaventa tanto.
«Rispondi!» Insiste continuando a tenere un tono adirato, il suo viso è rosso fuoco, è peggio della discussione che abbiamo avuto in precedenza.
«No.» Bisbiglio tra un singhiozzo e l'altro, mi prende per le braccia e stringe, il suo viso è vicino al mio, sento un dolore immenso.
«Volevi sapere quanto tengo a lei nonostante sia morta da anni? Bene! Guardati intorno! Io la amo più della mia stessa vita e non c'è niente e nessuno che amerò come lei!» Queste parole dette da lui, mi spezzano il cuore in due e cade lentamente a pezzi, mi fissa negli occhi e non riesco neanche più a piangere, anche se le lacrime continuano a scendere copiose sulle mie guance.
«Perchè mi fai questo?» Farfuglio stordita dal dolore, lui non sembra cedere nemmeno per un secondo.
«Avete profanato la mia casa, i miei ricordi, la mia vita. Non dovevate farlo e pagherete a caro prezzo tutto questo!» Sento tutta l'ira che prova per aver occupato inconsapevolmente la casa, ma non è colpa mia.
Non sapevo nulla, probabilmente Ben avrà saputo il nome del proprietario, ma lui non poteva sapere chi fosse e nemmeno me l'ha detto, mi sento adirata anch'io d'un tratto, non può trattarmi così, lo amo, ma non tollererò oltre il suo comportamento.
«Spero per te che tu non abbia toccato nulla in quello studio, altrimenti... » Respira affannato, mi stringe di più le braccia e non ci vedo più, sono al limite di sopportazione.
«Altrimenti cosa?» Ribatto nervosa e lo sfido con lo sguardo.
«Toglimi immediatamente le tue manacce di dosso.» La sua espressione si ammorbidisce di poco e lascia velocemente la presa.
«Ma come osi trattarmi in questo modo?» Sono veramente furiosa, non intendo perdonarlo per avermi aggredita così.
«Non sapevo che fosse casa tua, non sapevo che quello fosse il fottuto studio dell'unica donna che ami, l'ho capito soltanto qualche secondo prima che tu arrivassi alle mie spalle.» Grido isterica più di lui, stavolta è lui ad essere stupito del mio comportamento.
«E a quanto pare non vuoi sentire ragioni di nessun genere. Bene!» Sorrido nervosamente, mentre abbasso la testa, sono stanca di essere trattata male e di non contare niente per nessuno.
«Guardami, Mark!» Alzo di scatto la testa e cerco il suo sguardo che fissa il mare.
«Guardami più che puoi, perché questa è l'ultima volta che mi vedi! Non voglio più averti vicino, non voglio essere protetta da qualcuno che per primo mi fa del male, il peggiore dei mali!» Urlo con tutto il fiato che ho in corpo, mi sento sempre più male a gridare queste parole perché lo amo, feriscono più me che lui, fa qualche passo e mi supera, senza dire nemmeno una parola.
«Ti odio, Mark.» Mento, non voglio che vada via, non riesco nemmeno a continuare ad essere adirata, è più forte di me ciò provo per lui.
Lo colpisco alle spalle coi pugni chiusi, si gira e mi guarda infuriato, non mi lascio intimidire e lo colpisco ripetutamente sul petto coi pugni, lui non reagisce.
«Ti odio, ti odio, ti odio!» Urlo e credo mi abbiano sentito anche oltre oceano, in realtà vorrei dirgli che lo amo con tutta me stessa, scoppio di nuovo a piangere e mi butto a terra, alzo la testa, mi guarda sofferente e mi si stringe il cuore, si gira, fa qualche passo per allontanarsi da me e sparisce.
Continuo a piangere e tiro fuori tutto il dolore che sento, mi chiedo cos'ho di sbagliato, cosa c'è in me che non va, forse avrei dovuto morire davvero in quell'incidente, questa vita non fa per me.
Mi alzo, rientro nello studio di Julie e chiudo la vetrata, mi guardo intorno, girando piano su me stessa, osservo ogni cosa, ogni piccolo dettaglio dei quadri e degli oggetti che sono in questa stanza, sento una morsa allo stomaco, non mi sento degna di stare in questa stanza.
Mi soffermo con lo sguardo sul ritratto di Mark, chiudo gli occhi e rivedo noi due che facciamo l'amore, sento le parole che ci siamo detti, le nostre risate e sospiro affranta.
Apro lentamente gli occhi e continuo a guardare il quadro ancora per qualche secondo, poi alzo gli occhi al cielo e sorrido.
«Sei proprio fortunata, Julie. Lui ti ha amata e ti ama con tutto se stesso, io non sono niente per lui.» Esco in fretta dalla stanza e la richiudo a chiave, corro verso la cucina e rimetto la chiave al suo posto.
Non posso far vedere agli altri che sono ridotta uno straccio, vado in bagno e mi do una sistemata, poi mi dirigo verso la spiaggia, Ben e Dana scherzano e ridono sotto l'ombrellone.
«Angie.» Dana mi chiama mentre vado verso l'acqua, ma la ignoro, fare un bagno mi aiuterà a rilassarmi.
Mi sento svuotata, come se qualcuno avesse scavato dentro di me e mi avesse strappato via tutto, compresi anima e cuore.
Un dolore crescente per tutto il corpo m'impedisce di camminare bene, mi fa barcollare, ma non m'importa più di niente, voglio soltanto raggiungere l'acqua, immergermi fin sopra la testa e non sentire più niente, magari affogare il più velocemente possibile.

Ben
«Lasciala andare. Quando è sconvolta non ascolta nessuno, vuole stare sola.» Dana mi guarda dispiaciuta per Angie, è successo prima del previsto, meglio così.
«Non vorrai mica che affoghi?» Si alza di scatto e guarda Angie mentre continua ad avanzare verso l'acqua alta.
«Non affogherà, tranquilla. Il suo istinto prevalerà e si farà una bella nuotata per scaricare la tensione, vedrai.» Sono sicuro di ciò che dico e torno a stravaccarmi al sole.
«Non mi fido.» Raggiunge Angie velocemente in acqua e sbuffo, mi darà ragione quando usciranno insieme dall'acqua.
«Ehi, Ben. Le ragazze?» Kevin mi raggiunge e si accende una sigaretta, si siede sulla sdraio e guarda verso il mare.
«Stanno facendo il bagno.» Vorrei rilassarmi senza preoccuparmi di psicopatiche disperate che tentano il finto suicidio.
«La dolce Sara? Te la sei scopata?» Rido divertito e lui sorride soddisfatto.
«Certo, avevi dubbi? Comunque dormirà fino a domani, non avremo problemi.» È sicuro di se e sorride convinto.
«Divertiamoci oggi, stasera avremo un bel pò da fare.» Ribatto ironico.
«Ma ci sono novità? Angie sembra alquanto sconvolta.» Faccio un ghigno divertito e mi siedo più composto, guardandolo negli occhi.
«A quanto pare il nostro Mark è apparso prima del previsto ed hanno già litigato. Venire qui è stato geniale, si è incazzato di brutto, come avevi previsto, li abbiamo sentiti da qui.» Rido perversamente e lui si compiace.
«Perfetto. Stavolta Angie non avrà nessuno che la proteggerà, sarà un gioco da ragazzi farla sparire per sempre.» I suoi occhi diventano neri e fa una risata perfida, mentre osserva le due ragazze in acqua.

Oltre la mente [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora