Lucy è appena andata via, sono sola nella mia camera e sono distesa sul letto, oggi ho fatto passi da gigante, grazie a lei sono riuscita a camminare un pò.
Sono felice che in pochissimo tempo ho recuperato le capacità motorie, d'altra parte, e per fortuna, non ho riportato lesioni o danni che potevano complicare la situazione, le ferite si stanno rimarginando e i lividi, ormai diventati leggere macchie giallastre, segnano la mia pelle e in alcuni punti il dolore è ancora presente.
La sua idea di portarmi in piscina è stata geniale, mi sento davvero rilassata, anche se mi torna sempre in mente ciò che ho visto mentre ero sott'acqua.
È come se il mio cervello si fosse fermato a quei minuti e sinceramente sto iniziando a preoccuparmi.
Sarà stata veramente forte la botta che ho preso in testa, ora ho le visioni, sembrano così reali da terrorizzarmi.
"Vorrei tanto parlarne con Dana, ma come reagirebbe se le dicessi che oltre a sentire quella voce, ho visto quel... Quel... Mostro delle piscine? Creatura d'acqua? Oddio! Cos'era? Sono pazza?" Mi sale l'ansia.
«Ciao Angie, come ti senti oggi?» Mary, l'infermiera, entra e mi distrae da quei pensieri, tento di sorridere indifferente, invece le sorrido impacciata, forse si è accorta che sto sudando a freddo, dal modo frenetico in cui mi sfrego le mani bagnate sulla tuta.
«Oh... Ecco... Bene, grazie!» Mento fingendo di essere calma, mettendomi seduta sul letto.
«Sò che Lucy ti ha portata in piscina.» Sorride dolcemente, ed ecco che non è più una distrazione dai miei precedenti pensieri, ma cerco di nascondere la mia agitazione.
«Sì, è stata un'ottima idea.» Mi sforzo di sorridere.
«Ma c'è qualcosa che non va, cara? Puoi parlarne con me, se ti va!» Si mette seduta di fronte a me, la sua gentilezza mi disarma, è una donna dallo sguardo dolce, è una persona gentile, scrupolosa e attenta nel suo lavoro, si è occupata di me mentre ero in coma, ha l'aspetto di quelle donne che abbracceresti per la sensazione di morbidezza e sicurezza che infonde il suo corpo robusto dalle forme generose, sembra che mi abbia preso a cuore.
Vorrei tanto confidarmi con qualcuno, con lei magari, ma non voglio che mi guardi e pensi a me come ad una squilibrata.
Mi guarda con affetto, ma abbasso lo sguardo e sono indecisa se parlare o tacere per sempre, così aggiro l'ostacolo e decido di fare luce su alcuni dubbi che mi tormentano.
«Mary, potresti spiegarmi le conseguenze di un colpo alla testa?» Chiedo calma guardandola seria, impaziente della sua risposta.
«C'è qualcosa che ti preoccupa in particolare?» Chiede preoccupata.
«Voglio soltanto capire.» Rispondo abbozzando un sorriso.
«Ci sono alcuni eventuali problemi a lungo termine che dipendono da numerosi fattori, come la gravità del trauma, la localizzazione, l'età, lo stato di salute del paziente. Il tipo e l’entità delle conseguenze invalidanti dipendono dalla posizione delle lesioni cerebrali e dalla loro gravità, mentre lo stato di salute del soggetto può incidere sulla capacità di recupero. Molti pazienti che hanno subito traumi cranici gravi andranno incontro a problemi cognitivi di vario genere, tra cui la più comune è sicuramente la perdita di memoria, ma che riguardano spesso difficoltà di concentrazione, attenzione, ragionamento, problem-solving, formulazione di giudizi... » Dice con tono calmo e professionale. «Relativamente alle facolta mnemoniche la possibilità di recupero dipende in gran parte dal tempo trascorso in stato d’incoscienza, chi si risveglia nel giro di una settimana ha maggiori probabilità di recuperare la memoria.» È un fiume in piena, ascolto attentamente ogni parola che dice in modo chiaro e mi guarda seria.
«Ci sono numerosi possibili deficit sensoriali come problemi visivi, problemi di coordinazione, sviluppo di acufene, disturbi dell’olfatto e del gusto, formicolio e alterata sensibilità, comuni problemi del linguaggio, difficoltà di comprensione. Molti pazienti sviluppano problemi emotivi... Ansia, depressione, apatia… e comportamentali come l'agitazione, impulsività, abbassamento dei freni inibitori o mancanza di motivazione, di competenza psichiatrica.» Mi guarda stranita e comprendo il motivo, sono agitata e mi stringe le mani.
«Ma tutto questo non riguarda te! Tu sei una specie di miracolo!» Esclama sottovoce e mi sorride.
«Cosa?» Sono stupita delle sue parole e non capisco cosa intende.
«Devi avere qualcuno lassù che ti ama davvero tanto!» Aggiunge ironica, sorride lievemente e annuisce, sono confusa.
«Che vuoi dire Mary?» La domanda esce spontanea dalle mie labbra.
«Per com'eri ridotta quando sei arrivata, a quest'ora avresti dovuto far parte del coro degli angeli del paradiso, piccola mia!» Afferma e deglutisco incredula.
«Ma che dici Mary?» Sono spaventata, invece di esserne felice.
«È così. I medici che ti hanno soccorso hanno detto che eri morta, il tuo cuore aveva smesso di battere per qualche minuto, poi all'improvviso hai fatto un lungo respiro e il cuore ha ripreso a battere.» Rivela seria e sono scioccata dalle sue parole, inevitabilmente le lacrime scendono copiose sul mio viso.
«Dici davvero?» Sbotto perplessa e lei sorride.
«Sì, ma non devi piangere, sei viva e ti stai riprendendo in fretta!» Mi accarezza un braccio e mi sorride teneramente.
«Quindi ho avuto una specie di esperienza pre-morte? Si dice così?» Sono ancora scossa.
«Penso di sì, cara! Ma non avere paura, ora è tutto passato!» Afferma, mi abbraccia, mi sorride e mi lascia sola, più confusa di prima, sono rivelazioni strane queste, non ne so molto.
«Wow!» Sbotto sorpresa e preoccupata poi mi avvolgo le braccia intorno al corpo.
Rifletto.
"Devo esserne contenta? Sì, sono felice di essere viva, ma cosa comporterà questa esperienza? Che conseguenze avrò? Voglio informarmi!" Penso facendo smorfie strane, prendo il telefonino, vorrei saperne di più e provo a fare una ricerca.
Il primo articolo che ho trovato parla di testimonianze rilasciate da alcune persone e decido di leggere quelle.
« ... Mentre ero in coma, ricordo di aver visto il mio corpo giacere nel letto dell'ospedale, mia madre affianco al mio letto, i miei amici che venivano a trovarmi. Ricordo anche di aver visto una forte luce bianca ed ero molto attratto da essa... » Leggo ad alta volce una testimonianza e deglutisco piano.
«Oddio!» Esclamo quasi spaventata, ma vado avanti a leggere, spinta dalla curiosità e trovo testimonianze simili di persone che, per una malattia grave o un incidente, hanno avuto queste esperienze, hanno incontrato i loro cari deceduti, addirittura c'è chi dice di aver sentito gli angeli cantare o visto Dio, stanno abbastanza bene e sono serene.
«Perchè io non ricordo niente, invece?» Mi chiedo stranita e perplessa.
«Forse Mary si sbaglia e sono stata soltanto fortunata.» Dico poi sorridendo, sospiro e continuo a leggere, la mia attenzione viene catturata dalle parole di una testimonianza particolare.
« ... Dopo l'incidente sono rimasta in coma per due mesi. Ho visto mia madre che era morta da anni per un tumore alle ossa, mi ha detto che stava bene e che sarei tornata indietro con un dono, non era la mia ora. Così è stato, sono guarita, ma dopo un pò di tempo ho iniziato ad avere allucinazioni, vedevo persone che apparivano e sparivano improvvisamente, cose muoversi da sole, sentivo delle voci intorno a me, persino mentre ero in casa da sola o dormivo... Credevo di essere impazzita... » Stavolta mi spavento, lancio il telefonino sul letto, non riesco più a leggere, ho le mani sudate e le sfrego sulle gambe, ho i brividi.
«Ciao Angie!» Mi volto di scatto, Dana mi sorride.
«Oddio, sei tu!» Chiudo gli occhi e sospiro sollevata.
«Perchè? Chi credevi chi fossi?» Mi chiede divertita e ride.
«Lascia stare.» Le sorrido, sfregandomi di nuovo le mani sulla tuta.
«Cosa leggi?» Afferra il mio telefonino, col display ancora acceso, ma glielo tolgo velocemente dalle mani, chiudo l'articolo e si rabbuia.
«Oh niente, un libro virtuale... » Rispondo vaga, sorrido e lo poggio sul comodino.
«Di cosa parla?» Mi chiede con sguardo di sfida e non capisco il suo atteggiamento.
«Di due ragazzi che s'incontrano per caso e finiscono per innamorarsi... le solite cose romantiche che piacciono a me!» Cerco di essere ironica e la sua espressione cambia, sorridiamo insieme.
«Sì, tu sei decisamente troppo romantica! Io preferisco storie di sesso, quello selvaggio. Magari praticarne un pò mi aiuterebbe, ho bisogno di distrarmi con un bel maschione!» Afferma e ride.
«Dana!» La ammonisco ridacchiando e mi guarda divertita.
«Che c'è? Farebbe bene anche a te, sai? Ti rimetterebbe subito in forma!» Dice facendomi l'occhiolino e ridiamo.
«Allora? Com'è andata oggi?» Poggia la borsa al bordo del letto e si siede ai miei piedi.
«Bene, diciamo. Lucy mi ha portata in piscina, dice che è molto meglio esercitarsi in acqua... guarirei più in fretta!» Affermo seria e deglutisco annuendo piano con la testa, certi pensieri hanno deciso di non volermi abbandonare oggi.
«Non vedo l'ora che tu ti rimetta al più presto! Dobbiamo assolutamente andare in un nuovo locale che hanno appena aperto! Il proprietario è un gran bel pezzo di manzo, mi hanno detto!» Farfuglia entusiasta, continua a parlare, mentre i miei pensieri mi regalano ancora l'immagine del mio "nuovo amico" della piscina e non la sento più.
"Un dono... Voci... Persone che appaiono e scompaiono... " Penso assorta, dei ricordi affiorano e rivedo mia nonna che mi tiene per mano da bambina e sorride, che mi guarda mentre ballo e batte le mani, i suoi abbracci, i suoi sorrisi...
«Angie... » La sua voce è come un sibilo che mi chiama e sorride.
«Angie! Ti senti bene?» Sento chiedermi, una mano è sulla mia.
«Angie!» Mi distraggo dai pensieri e guardo Dana spaesata.
«Eh?» Sbotto e lei mi guarda preoccupata.
«Tutto bene?» Mi chiede e la fisso per un attimo.
«Sì, scusami!» Scuoto la testa per riprendermi e abbasso gli occhi.
«A cosa pensavi? Eri così assorta.» Mi chiede e devo trovare subito qualcosa da dirle, poi sorrido.
«Pensavo che... Mi piacerebbe molto andare in quel locale a ballare!» Dico entusiasta e le sorrido, non posso ancora parlarle di ciò che mi succede, prima devo capire.
«Sì! Vedrai quanto ci divertiremo!» Esulta e batte le mani come una bambina, mi fa ridere, è troppo buffa.Mark
Devo assolutamente parlare con Marion, così chiudo gli occhi e mi concentro.
"Marion ho bisogno di lei!" La chiamo col pensiero, sperando che il contatto sia riuscito.
«Ha interrotto un importante colloquio signor Chesterfield. Spero per lei che sia altrettanto importante ciò che ha da dirmi!» Apro di scatto gli occhi, è ancora adirata con me e mi guarda storto.
«È stata lei, non è vero? Angel mi ha visto in acqua!» Sono serio e lei sorride.
«Diciamo che ha un alleato. Ma stia attento a ciò che fa! Le ombre si nascondono ovunque!» Mentre pronuncia l'ultima parola, svanisce.
Raggiungo Angel in camera, sta armeggiando col telefonino ed è concentrata a cercare qualcosa, mi avvicino e osservo ciò che fa.
Si sta informando sulle esperienze pre-morte e comincia a leggere ad alta voce una testimonianza, le interessa davvero.
Cambia improvvisamente espressione quando legge di una ragazza che ha avuto un'esperienza simile alla sua.
«mmmmm... Interessante!» Sbotto ironico e sorrido, mi vengono un paio di idee su come riuscire a stabilire un contatto con lei senza spaventarla.
Non sono sicuro che possa mantenere la calma, sono pur sempre una presenza estranea, un fantasma, qualcosa che va aldilà dell'immaginazione, qualcosa di difficile da accettare.
Alzo sguardo e noto un piccolo vaso sul comodino con tre rose rosse all'interno, vorrei porgegliene una, ma sono nervoso, penso che nonostante il gesto, possa spaventarsi di più dell'incontro in piscina o addirittura terrorizzarsi.
Faccio il giro del letto, sto per afferrare una rosa quando una voce fastidiosa mi distoglie dal mio intento e mi giro verso di lei.
«Come sono felice di vederti Dana!» Sbotto scocciato e mi allontano dal comodino, mi sposto ai piedi del letto e mi appoggio con gli avambracci sul bordo, sono proprio curioso di ascoltare cosa si diranno.
«Cosa leggi?» È curiosa la ragazza e con prepotenza prende il telefonino di Angel, col display ancora acceso, ma lei glielo tolglie velocemente dalle mani, Dana è infastidita.
«Oh niente, un libro virtuale... » Angel le nasconde la verità, mi sorprende, le sorride comunque e lo poggia sul comodino.
«Di che parla?» Le chiede con sguardo di sfida, ha capito che Angel sta mentendo, ha visto benissimo cosa stava leggendo.
«Di due ragazzi che s'incontrano per caso e finiscono per innamorarsi... le solite cose romantiche che piacciono a me!» Fa l'ironica e l'espressione di Dana cambia, sorride con lei.
«Qualcosa mi dice che nascondi un'amara verità. Chi sei Dana?» La fisso e cerco di leggere i suoi pensieri, ma stranamente non ci riesco, vedo solo un'ombra.
«Sì, tu sei decisamente troppo romantica! Io preferisco storie di sesso, quello selvaggio. Magari praticarne un pò mi aiuterebbe, ho bisogno di distrarmi con un bel maschione!» Afferma e ride.
«Audace la piccola Dana!» Ridacchio divertito dalle sue parole, Angel è così diversa da lei, ma tutto sommato potrei darle ciò che vorrebbe, solo per divertirmi un pò.
Guardo Angel, ha un'espressione assorta, è distratta da qualche pensiero che la fa sorride leggermente.
Sono rapito dalla luce dei suoi occhi, il viso immobile e dolce, mi avvicino a lei, la guardo intensamente negli occhi e ci affogo dentro, con la mano le accarezzo lentamente il viso, anche se so che non può sentirla, sembra sia per me quello sguardo tenero e perso, socchiude leggermente le labbra carnose e deglutisco piano, mi avvicino ancora di più al suo viso, ho il fiato corto.
«Angie!» Dana la chiama ad alta voce, ci distrae entrambi, lei si gira di scatto per guardarla e, deluso, sorrido amaramente, guardando in basso, mi allontano da lei, indietreggiando con le mani in tasca la guardo e poi sparisco.

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Oltre la mente [In Revisione]
FantasiCos'è che spinge una persona ad amare? Ciò che vediamo, tocchiamo, la presenza tangibile di un corpo, il viso, le mani, la pelle... la reale esistenza di un'altra persona che ci sorride e ci sfiora, che ci guarda negli occhi e ci bacia? Non è una...