Un'altra estenuante giornata era cominciata e l'estate sembrava non voler cedere il posto all'autunno; la calura aveva invaso le vie di Heian Kyō rendendo l'aria afosa e il caldo asfissiante. Persino Kotori ne risentiva, già da dopo pranzo aveva infatti deciso di languire davanti la porta finestra del soggiorno, a farsi aria con uno dei ventagli sottratti alla madre.
Quest'ultima, a proposito, non l'aveva più convocata per nessun allenamento. Inizialmente Kotori non ci aveva nemmeno fatto caso, preferendo godersi quei giorni di quiete ma, a lungo andare, i dubbi avevano cominciato a insinuarsi nella sua mente, facendo nascere in lei l'insicurezza.
«Kotori.» la richiamò con voce gentile la diretta interessata, facendola subito voltare verso l'entrata della sala. «Hai finito di ripassare i Kanji, vero?»
La ragazzina abbassò lo sguardo sul mucchio di fogli stropicciati che giaceva abbandonati sui tatami, indicandoli timidamente. «Sì, Okaasama, ho imparato a scrivere dei nuovi caratteri e la mia calligrafia sta migliorando di giorno in giorno.»
Minari si avvicinò lentamente, sedendosi accanto a lei sulla veranda. Il tenue venticello che si infiltrava fra i suoi capelli lunghi e lisci glieli faceva ondeggiare allietando il suo umore, nervoso a causa del caldo. «Sono contenta che tu ti stia impegnando nella calligrafia, ma non sono qui per parlarti di questo.»
Kotori strinse il ventaglio tra le mani, sperando che la madre non dovesse sgridarla per la sua pigrizia. «Di che cosa?»
«Volevo chiederti per quale motivo hai deciso di rifiutare il regalo di tua zia.»
Un sospiro di sollievo lasciò le labbra della giovane, che cominciò a dondolare le gambe al di fuori del pavimento che divideva la sala da pranzo dall'entrata al giardino. «Perché vi ha mancato di rispetto. Non voglio un regalo da una persona del genere...»
Minari si voltò a fissarla con quei suoi occhi scuri pieni di comprensione. Le porse la mano, facendole cenno di passarle il ventaglio. «Capisco. Non le sono mai piaciuta, a dire il vero...» Kotori fece come le era stato ordinato, osservando la donna aprire l'oggetto con uno scatto veloce e cominciare a sventolarsi lentamente. «Anzi, penso non mi abbia mai sopportato. Bene o male, sono contenta che tu abbia rigettato il suo dono.»
«Okaasama...?» la chiamò di nuovo la ragazza, decidendo di dar voce alle sue paure. Sapeva di essersi già ingraziata la donna, per questo non temeva di domandarle il motivo del loro periodo di pausa. «Posso chiedervi perché non mi portate più fuori ad allenarmi? Avete cambiato idea su di me? Non volete più che io sia la vostra erede?»
Una risata leggera increspò le labbra della donna, che appariva quasi colpita dall'attenzione dimostrata dalla secondogenita riguardo la questione. «Certo che lo voglio, ma con questa insopportabile calura nemmeno io sono in vena di portarti fuori a faticare. Perché non impieghi questo lasso di tempo a esercitarti nel ballo? Ci sono tantissime danze tipiche degli Shinigami che potrebbero piacerti.»
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𝐋𝐀𝐌𝐄 𝐃𝐈 𝐒𝐀𝐍𝐆𝐔𝐄 - 𝑂𝑠𝑐𝑢𝑟𝑖𝑡à
FantasyPRIMO CAPITOLO DELLA SAGA Il Giappone è una terra antica, fatta di onore, di sacrificio, di uomini valorosi disposti a dare la loro vita per difenderla. Eppure, non tutti sanno, che è anche un luogo in cui gli Yokai abbondano: demoni, esseri malevol...