🌸11(Parte II/II)

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Immerso nel torpore causatogli dal sakè, Ichiro aveva ormai perso la cognizione del tempo

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Immerso nel torpore causatogli dal sakè, Ichiro aveva ormai perso la cognizione del tempo. Non sarebbe mai voluto entrare in quel bordello, ma i suoi amici lo avevano quasi costretto, dicendogli che non c'era niente di meglio che abbandonarsi al piacere per dimenticare la sofferenza.

Molti di loro si erano già dileguati oltre le scale, in compagnia di belle ragazze coperte da una veste corta ed estremamente leggera che copriva a malapena le loro grazie.

Avrebbe dovuto distrarsi, avrebbe dovuto attenzionare una di quelle prostitute che gli rivolgevano sguardi accattivanti, ma l'unica cosa a cui riusciva a pensare era la sua tristezza. Tratteneva a stento le lacrime, rimuginando con odio su tutto ciò che Kosaki gli aveva fatto.

Come diamine poteva avergli mentito così facilmente? Come aveva potuto frequentarlo quando, allo stesso tempo, trascorreva il proprio tempo con un uomo misero e dall'aria rozza? Come aveva potuto trattarlo come se fosse la seconda scelta?

Ingollò l'ultimo sorso di sakè direttamente dalla brocca bianca, nonostante la testa fosse ormai pesante e l'oscurità fosse calata davanti i suoi occhi lucidi e assonnati. Era sempre stato troppo bravo a mantenere segrete le sue emozioni e, anche in quel momento, non si permise di versare una sola lacrima per quella inutile ragazza.

«Sembri così triste.» una voce dolce e suadente lo fece voltare in direzione di una ragazza, che si era inginocchiata accanto a lui. «Cosa ci fai qui, tutto solo?»

Ichiro guardò il suo volto. Lo trovava estremamente familiare, ma non riusciva a collegarlo a nessuna delle sue conoscenze. Si sentiva fin troppo intontito per capire che quel viso da bambola e quei capelli color dell'ebano appartenevano niente meno che ad Hana.

La lasciò perdere, senza risponderle. Sperava che se ne sarebbe andata da un momento all'altro, invece la donna gli avvolse le braccia intorno alle spalle, avvicinando il volto al suo orecchio.

«Perché mi ignori? Lo so che non vuoi.» gli sussurrò con voce suadente, allargandogli i lembi del Kimono scuro che aveva indosso.

Ichiro la afferrò per un braccio e, con uno scatto, la fece sedere sulle proprie gambe, fissando il proprio sguardo sui due piccoli seni che facevano capolino dalla profonda scollatura della veste di seta.

«Farai meglio ad andartene...» mormorò il ragazzo, con voce strascicata. «Potrei non essere gentile con te.»

La prostituta sorrise appena, prendendogli i lembi del Kimono fra le mani e abbassandoglieli sulle spalle. Si chinò sulla sua bocca e gli morse leggermente il labbro superiore, sentendo subito che lui rispondeva, avvolgendo le braccia intorno alla sua vita.

«Pensi che mi importi?» gli domandò, staccandosi leggermente dalle sue labbra. «Hai l'aria di uno che ha bisogno di un po' di distrazione, vieni su con me...»

Ichiro sentì una delle sue piccole mani percorrergli gentilmente la linea definita dei pettorali, mentre l'altra sciogliergli la corta coda di capelli ormai scompigliata. Quando le labbra della giovane cominciarono a muoversi sul suo petto, si sentì immediatamente confortato.

𝐋𝐀𝐌𝐄 𝐃𝐈 𝐒𝐀𝐍𝐆𝐔𝐄 - 𝑂𝑠𝑐𝑢𝑟𝑖𝑡àDove le storie prendono vita. Scoprilo ora