🌸 17 (Parte I/II)

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Le notti seguenti furono popolate da incubi, e così tutte quelle a venire

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Le notti seguenti furono popolate da incubi, e così tutte quelle a venire.

Era stressante per Kotori stare alzata, sedere a tavola con i suoi genitori, passeggiare per i corridoi della casa e innervosirsi ogni volta che provava a posare un piede fuori dalla porta. 

Il suo stomaco era vuoto a causa della mancanza di cibo, le sue labbra rivolte verso il basso e le sue mani impegnate nella realizzazione di complicati origami che rappresentavano il solo modo in cui la giovane era in grado di sfogarsi.

Gli stessi, trovavano la fine della loro bellezza fra le fiamme in cui la ragazza li gettava quando la notte calava. Per lei non avevano senso, nulla sembrava più averlo e l'unica emozione che smuoveva l'evidente apatia della ragazza era il nervosismo. Si sentiva male ogni volta che incrociava gli sguardi dei genitori, in special modo quello della madre. La stessa persona che avrebbe voluto rendere fiera senza riuscirci. 

Eijiro e Minari, d'altra parte, non sapevano più come destreggiarsi con la figlia. L'angoscia li aveva divorati nel momento esatto in cui avevano dovuto consegnare ai genitori di Nagisa il suo corpo e i soldi necessari a farle ricevere un degno funerale. I visi dei familiari e soprattutto della della figlia, colmi di disperazione, non avevano fatto altro che alimentare il fiume dei sensi di colpa che stava dilagando nelle loro vite. 

In più, Minari aveva deciso di raccontare l'accaduto a Mei e Kyoden, per evitare visite indiscrete da parte di Nobu e Ryo. Sapeva che entrambi avrebbero subito notato che nella figlia qualcosa non stesse andando per il verso giusto: la sua situazione era visibile anche ai contadini di Ohara abituati a vedere scorrazzare Kotori per le campagne del quartiere, ora da lei abbandonate. 

Eppure, la decisione presa da Kyoden di fermarsi a Nara senza mettere piede a Heian Kyō era servita solamente a creare nuovi dubbi nei figli. Questi ultimi, che avevano ben capito che qualcosa non stava andando per il verso giusto, avevano iniziato a formulare richieste sempre più pressanti. 

Persino Mei, che non conosceva bene Kotori, era sprofondata in un forte stato di preoccupazione nei confronti di quella piccola ragazzina che aveva visto l'ultima volta con un sorriso sereno sulle labbra. Attaccato su tutti i fronti, dopo poche settimane Kyoden decise di prendere in mano la situazione e incontrare Eijiro e Minari per parlare. 

Nobu e Ryo avevano già ricominciato a portare a termine delle missioni a cui avrebbe dovuto partecipare anche Kotori. Non potevano continuare in quella maniera, era ormai evidente. 

«Come sarebbe a dire che tornano oggi pomeriggio?!» esclamò Minari, gettando la missiva al suolo come se non fosse altro che carta straccia. «Sono passate solo poche settimane, dannazione...»

«Minari...» la richiamò Eijiro, chinandosi per afferrare la pergamena che gli era stata recapitata pochi minuti prima. I suoi occhi azzurri lessero velocemente ogni singolo Kanjii prima di inginocchiarsi sul bordo della veranda, con un velo di falsa tranquillità dipinta sul viso. «Forse dovremo andarci.»

𝐋𝐀𝐌𝐄 𝐃𝐈 𝐒𝐀𝐍𝐆𝐔𝐄 - 𝑂𝑠𝑐𝑢𝑟𝑖𝑡àDove le storie prendono vita. Scoprilo ora